‘La Lupa’ chiama, Isernia non risponde

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Auditorium semideserto per Lina Sastri

di Pasquale Bartolomeo

27 febbraio 2017

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La scarsa promozione pubblicitaria da parte della Fondazione Molise Cultura in quella che ormai è sempre più una città dormitorio boicottano uno spettacolo di assoluto livello, sold-out praticamente ovunque.

Isernia cala il sipario sulla Cultura. Una figuraccia, quella di mercoledì scorso, 22 febbraio, all’auditorium Unità d’Italia, con scarse 150 poltrone occupate nonostante sul palco del capoluogo pentro si esibisse un’artista del calibro diLina Sastri, nei panni della ‘Lupa’ di Giovanni Verga.

L’attrice napoletana, in forma smagliante nel ruolo di ‘Gna Pina’, avrebbe meritato ben altro pubblico: e, seppure con eleganza, non ha mancato di sottolinearlo nei saluti finali, quando ha ringraziato i presenti con un eloquente: “Siete pochi, ma straordinari”.

Travolgente con la sua tormentata passione di seduttrice bramosa, più che mai a suo agio nei drammatici duetti con la figlia Mara (interpretata da un’intesa Eleonora Tiberia) insieme alla quale ha dato vita a momenti di grande teatro nella sua crudezza e violenza dialettica, la Sastri si dimostra interprete profonda e poliedrica, quasi trasfigurando se stessa in un animale, la ‘Lupa’ appunto, ladra di uomini, personaggio incestuoso dalla sensualità esasperata, che con la sua radicale ferocia ‘dà la caccia’, incessante, al suo oggetto (proibito) del desiderio.

Lo spettacolo, per la regia diGuglielmo Ferro, figlio del celebre attore di cinema e teatroTuri, ha riscosso grande successo e apprezzamenti, facendo registrare il tutto esaurito nei teatri di mezza Italia. Ma non a Isernia, dove un pubblico impigrito e bisognoso di stimoli costanti ha preferito restare a casa, di mercoledì sera, a vedere la partita di Coppa.

Tante le motivazioni alla base. In primis, la Fondazione Molise Cultura, dopo aver finanziato in toto il cartellone degli spettacoli per 70mila euro – che il Comune di Iserniaha dovuto accettare a scatola chiusa, senza poter mettere bocca su alcuno degli eventi in programma pur di avere una stagione teatrale praticamente a costo zero, fatti salvi i costi di gestione e manutenzione dell’auditorium – si è praticamente disinteressata a fare un’adeguata promozione pubblicitaria. Affidando la comunicazione aun’agenzia di fuori regione, a quanto pare incaricata di pubblicizzare gli eventi nei comuni molisani scelti come cornice dei vari appuntamenti (Campobasso, Isernia, Agnone, ecc.).

Tuttavia, almeno nel capoluogo pentro, per tutta l’attuale stagione, perfino trovare i manifesti degli spettacoli nei punti chiave della città è stata una rarità, quasi una fortuna. E quei pochi che arrivano, sono affissi uno-due giorni prima degli eventi. Troppo poco, per far sapere le date a un pubblico distratto e dormiente come quello isernino, oramai disabituato (perfino) ad andare a teatro. Molise Cultura, così facendo, perde decisamente la scommessa: alla Fondazione va il cento per cento degli incassi, che nel caso dello spettacolo della Sastri, costato 9mila euro, saranno stati pari a un terzo della spesa, all'incirca. E non è certo la prima volta.

Indimenticabile, a tal proposito, l’annullamento per scarse prevendite de ‘Il Lago dei Cigni’ del prestigioso Royal Ballet di Mosca, lo scorso 19 dicembre, nel silenzio generale delle istituzioni (leggi qui l’articolo). A dimostrazione che il pubblico locale ha bisogno di un adeguato battage pubblicitario, non di comunicati stampa mordi e fuggi che, troppo spesso, finiscono per essere ignorati o quasi – per un malcostume tipicamente molisano – da gran parte della stampa. 

Un piccolo accorgimento potrebbe essere anche quello difissare gli spettacoli sempre nello stesso giorno, magari nel fine settimana, per richiamare maggiore spettatori. Certo è che la crisi non consente a chicchessia di fare abbonamenti o comprare biglietti per tutta la famiglia per chissà quanti spettacoli. E che riempire i 750 posti dell’auditorium, in una città sempre più rassegnata all’oblio, non è facile per nessuno. Con le dovute eccezioni, soprattutto di alcune compagnie di teatro locale che riescono a fare sempre il tutto esaurito. E Lina Sastri doveva essere, assolutamente, una di queste. Così non è stato: più di qualcuno, tra le istituzioni competenti, dovrebbe interrogarsi e magari dare una risposta. O quantomeno farsi vedere a teatro, anche solo per fare numero: mercoledì scorso, in sala, c’erano solo due amministratori locali. Gli altri, non pervenuti. Bell’esempio. Per Isernia insomma, culturalmente parlando, è il decadimento generale. Il tempo sembra proprio essere scaduto: giù il sipario.

di Pasquale Bartolomeo (da isnews.it)

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