A colpi di scrittura

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I giovani scrittori fanno tappa alle Tremiti. La Biennale delle Arti del Mediterraneo promuove da 15 anni una staffetta di scrittura creativa della legalità che coinvolge oltre quattrocento scuole

di Sara Magnoli (da lafonte.tv)

21 giugno 2018

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Avvicinare i giovani alla lettura e alla scrittura creativa

L’associazione di enti locali per l’educational e la cultura Bimed, Biennale delle Arti del Mediterraneo di Salerno, presieduta da Andrea Iovino, da quindici anni sostiene e propone un progetto di staffetta di scrittura creativa della legalità che è arrivata a coinvolgere oltre quattrocento scuole in Italia e italiane all’estero e circa 30mila ragazzi dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. Con un meccanismo semplice, ma geniale al tempo stesso: passarsi il testimone letterario nella scrittura di un libro dedicato a un preciso argomento, partendo dall’incipit donato da un autore. E unendo nella creazione studenti, docenti, famiglie, istituzioni, territorio e biblioteche, sostenendo e diffondendo le attività di scrittura e lettura, e offrendo ai ragazzi l’occasione di raccontarsi e conoscersi attraverso le emozioni che scrivere e leggere portano con sé.

I giovani scrittori e la condivisione del “racconto ambientale”

“La staffetta – spiega Andrea Iovino -, essendo una storia collettiva che coinvolge scuole dell’intero Paese e anche estere, possiede il grande merito di mettere a contatto il pensiero di gruppi di allievi che vivono lontani, in luoghi e condizioni anche molto diverse, con docenti che tra loro non si conoscono, ma decidono di condividere la produzione di una narrazione coerente”.

Un progetto che, proprio per la sua ricchezza, ha ottenuto il riconoscimento della Presidenza della Repubblica. Inoltre, ogni anno nei mesi di maggio e giugno, le scuole partecipanti al format, che lo desiderino, possono prendere parte al festival dei giovani scrittori e del racconto ambientale che si svolgono a Salerno, Marina di Camerota, Isole Tremiti e quest’anno per la prima volta anche a Genova.

Il Festival dei giovani scrittori fa tappa alle Tremiti

Le tappe delle Isole Tremiti sono quelle che hanno maggiori turni attivati e dunque un maggior numero di scuole e ragazzi coinvolti. Per tre giorni i gruppi, formati da classi di tutta Italia, dal Nord al Sud, per un totale ogni volta di oltre 500 ragazzi con punte che sfiorano anche gli 800, si ritrovano sotto il cielo e in riva al mare del mitologico Diomede e incontrano autori, illustratori, esperti di teatro, con i quali affrontano laboratori creativi e didattici che fanno scoprire un modo alternativo di “fare scuola”, nel confronto diretto, nello scambio con studenti che non si conoscono, nella scoperta di modi nuovi di parlare di letteratura, di arte, di matematica, scienze e anche educazione motoria.

“Il tema portante di quest’anno – prosegue Andrea Iovino – ruotava attorno alla domanda: come stai? E da qui è partito il nostro cammino per offrire agli studenti la possibilità di guardarsi intorno con occhi diversi, relazionandosi con un attorno che a volte sentono lontano da loro stessi”.

Il clima, alle Isole Tremiti, è quello di una vera e propria festa dei ragazzi e della scrittura. Impossibile non guardarsi intorno, non respirare l’atmosfera, i profumi, le emozioni e le sensazioni che luoghi ricchi di storia antica e moderna evocano, “complice” anche la gita in barca che porta i partecipanti dall’Isola di San Domino, dove si svolge il festival, a quella di San Nicola, toccando le grotte marine. Impossibile non socializzare con gli altri ragazzi, non creare rete di confronto, non scoprire a poco a poco come il rapporto con realtà e situazioni che vivono quotidianità diverse possano aprire un mondo sempre più ampio. Nella diversità si cresce, perché solo conoscendo ciò che vive diversamente da me posso crescere culturalmente, e posso sperimentare. E dunque, se alla fine le passioni, i sentimenti, le gioie e le paure dei ragazzi sono uguali, a renderle uniche ogni volta sono le personalità, gli strumenti a disposizione nella crescita e nelle opportunità, l’ambiente circostante. E riuscire a unire tutto questo e a farlo dialogare è l’obiettivo che Bimed si prefissa da anni con la staffetta, con i festival, con l’apertura a un modo di insegnare che si spalanca su nuove prospettive.

I sorrisi dei ragazzi, gli occhi spalancati su quanto vedono, le nuove idee che sviluppano nei laboratori o anche “solo” guardando il mare e ascoltando, se capita, nel buio il canto delle diomedee simile al pianto di un bambino, accarezzando il “cane dell’isola” che ogni volta li accoglie festante al porto e li riaccompagna a prendere il traghetto per tornare a casa, pronto a salutare il nuovo gruppo in arrivo, sono lì, ogni volta, a testimoniare che anche questo è un cammino dal quale si impara molto. Un cammino che fa crescere i ragazzi, ma anche gli adulti.

di Sara Magnoli (da lafonte.tv)

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