Oltre 120 carri e migliaia di fiori di carta per San Pardo. La festa che unisce la comunità

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Oltre centoventi carri hanno sfilato in processione lungo le vie della cittadina frentana

di Fabrizio Occhionero (primonumero.it)  

26 maggio 2016

Tre giorni di festa che hanno richiamato migliaia di persone a Larino per le celebrazioni dedicate a San Pardo, protettore dell’intera Diocesi. Dai nonni ai nipoti, le famiglie sono coinvolte nell’allestimento dei carri vestiti a festa con drappi e migliaia di fiori di carta. Oggi – 26 maggio – la solennità del patrono con la messa celebrata in Cattedrale dal vescovo, Gianfranco De Luca. Poi la processione tra le stradine del centro storico. Suoni, rumori, luci, odori e colori in un evento capace di unire l’intera comunità. Un messaggio forte rinnovato nello «scampanare» generale che ha trasmesso una grande emozione in una splendida giornata di sole. Galleria fotograficaLarino. Ha quattro anni e orgoglioso «guida» le mucche che trainano il carro di famiglia. Nei suoi occhi si leggono l’orgoglio, l’emozione, la consapevolezza di rinnovare qualcosa che fa parte dell’identità di ogni larinese. Lui si chiama Pardo, come il nonno, come il Santo protettore della città e dell’intera Diocesi. Il carro è vestito a festa, curato nei dettagli: tutta la famiglia ha partecipato ai preparativi e ne va fiera ma non è uno «sfoggiare» la bellezza di queste macchine, è soprattutto condividere il senso di una festa che diffonde un forte valore di unità. A San Pardo tutti i larinesi sono uniti e si mettono da parte gli screzi, i problemi, le difficoltà che si affrontano durante l’anno. E al carro non si può rinunciare anche se si è avuto un lutto in famiglia. Un segno lo ricorda ma riporta alla mente soprattutto che quelle persone che ora sono in cielo hanno condiviso i giorni di San Pardo e lo fanno ancora nel cuore di tutti coloro che le hanno conosciute.

Non a caso, ogni carro racconta una storia. Tante generazioni si incontrano in questa tradizione che rappresenta un punto di riferimento del territorio e merita di essere valorizzata sempre di più in Italia e all’estero.Sono oltre centoventi quelli allestiti in ogni angolo di Larino e delle campagne che circondano la cittadina frentana. Lunghi preparativi che coinvolgono persone di ogni età. A ciascuna spetta un compito: la doma degli animali, la sistemazione del carro, i fiori di carta. Le fantasie floreali non conoscono limiti: le donne si impegnano per creare boccioli sempre nuovi: rose, mimose, girasoli che con colori sgargianti fanno quasi brillare i carri e, in alcuni casi, creano delle scritte come per gli anniversari (30 anni e 120 anni) oppure per la scritta «W San Pardo».È un clima di festa e condivisione. Migliaia le persone che hanno affollato Larino in questi giorni nonostante il triduo cada in mezzo alla settimana. Emigrati, turisti, giovani che studiano e lavorano fuori come tante famiglie che hanno dovuto lasciare Larino per motivi di lavoro: l’anima è sempre qui con il cuore che batte più forte. Un andare e un tornare, così come i carri, come il ricordo della traslazione delle reliquie del Santo. Tre, dunque, i giorni di festa che si legano alla benedizione del 24 sera vicino alla fonte di San Pardo. Dal pomeriggio del 25 maggio i carri partono dal centro storico, passano davanti alla chiesa dei Santi martiri larinesi (Primiano, Firmiano e Casto) e raggiungono la chiesa di San Primiano che si trova all’interno del cimitero. Da qui il simulacro viene posto sul carro numero uno e il lungo corteo processionale si riavvia verso il centro storico in un magico gioco di luci e colori, con le fiaccole che fanno da cornice. Oggi – 26 maggio – ricorre la solennità di San Pardo. In mattinata, la messa in Cattedrale celebrata dal vescovo, mons. Gianfranco De Luca insieme ai sacerdoti della città e della Diocesi. Poi la suggestiva processione con i carri che attraversano le vie del centro storico tra suoni, rumori e odori che tutti possono avvertire e che fanno parte della festa stessa. Un’emozione generale è quella della benedizione finale sul sagrato della Cattedrale. Le mucche che si «inchinano» e il suono generale di tutte le campane degli animali che, scandito tutto insieme, sprigiona un effetto davvero unico. Domani – 27 maggio – il corteo dei carri riporterà San Primiano nella sua chiesa. Poi il momento di riposo e la scampagnata tra le contrade. «San Pardo sempre nel cuore» lo dicono i nonni e lo ripetono i nipoti, come il bimbo che ha voluto guidare il carro di famiglia.

di Fabrizio Occhionero (primonumero.it)