Verso le elezioni europee

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Secondo i dati degli ultimi sondaggi pare che l’interesse per le elezioni europee sia in aumento al punto che il 70% degli intervistati manifesterebbe la volontà di andare a votare

di Umberto Berardo

23 maggio 2024

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Sia pure con lo sbarramento al 4% e con diverse forme di rappresentanza nei vari Stati, le uniche elezioni che hanno mantenuto il sistema proporzionale e dunque la possibilità per l’elettore di conservare il diritto pieno del voto di preferenza sono quelle per il Parlamento Europeo.

I 76 seggi spettanti all’Italia sono così ripartiti: la Circoscrizione Nord-Occidentale avrà 20 parlamentari europei, quella Nord-Orientale come quella Centrale 15, la Meridionale 18, mentre l’Insulare 8.

Tale sistema, sicuramente più democratico di quelli per il Parlamento nazionale, potrebbe essere il volano capace di riportare molti elettori astensionisti nei seggi elettorali; invece le attuali forze politiche con le loro decisioni assolutamente irrazionali ancora una volta potrebbero creare problemi.

Il primo errore è quello di aver candidato soggetti molto discutibili per le tante idee espresse contro i diritti umani o per un loro percorso di vita segnato da reati per i quali sono indagati o addirittura condannati e per questo hanno dovuto lasciare precedenti incarichi.

Il secondo sbaglio risiede nell’inganno perpetrato nei confronti degli elettori attraverso la candidatura di persone che rappresentano solo specchietti per le allodole perché in caso di elezione non andrebbero mai a rappresentare l’Italia al Parlamento Europeo occupando già ruoli istituzionali nel proprio Paese.

Questi escamotage servono forse a cercare malamente il consenso di elettori sprovveduti, ma di sicuro sono un imbroglio e un danno gravissimo per la democrazia.

Su molti organi d’informazione, che ovviamente seguono le direttive editoriali orientate alla distrazione di massa, fin qui solo qualche slogan ma nessun tipo di analisi o di confronto propositivo sull’Unione Europea, i suoi problemi e il suo futuro.

Il rapporto dei candidati con i cittadini evita ogni confronto diretto in assemblee pubbliche o nelle piazze e si riduce a interviste prevalentemente senza contraddittorio o a foto e post sui social network.

È davvero paradossale, ma da qualche settimana l’unica attenzione dell’opinione pubblica viene portata su questo “duello” (sic) tra la Meloni e la Schlein.

A parte l’utilizzo di un termine bellico al posto del sostantivo “confronto” che dovrebbe farci riflettere sull’assoluta mancanza di un lessico non violento soprattutto in epoca attraversata dai terribili massacri delle guerre in atto generate dalla ricerca del potere, dovremmo tutti chiederci quando i partiti politici e gli organi d’informazione vogliono organizzare le campagne elettorali mettendo almeno a raffronto i candidati con i cittadini della circoscrizione elettorale.

Secondo i dati degli ultimi sondaggi pare che l’interesse per le elezioni europee sia in aumento al punto che il 70% degli intervistati manifesterebbe la volontà di andare a votare.

Si affrontino allora finalmente con onestà i veri problemi dell’Europa allargando il più possibile la discussione relativa tra gli aspiranti consiglieri europei, gli esperti nelle diverse tematiche e la popolazione.

L’Unione europea è nata da ideali assai elevati, ma si è costituita fin qui finalizzando il lavoro politico alla soluzione di pure questioni di ordine economico e finanziario.

Molte sue strutture non hanno ancora fondamenti democratici reali e la strada per giungere a un’Europa dei popoli, garantiti pienamente nei diritti senza discriminazioni di alcun tipo, appare ancora difficile da individuare.

La convivenza tra Paesi con regimi democratici e altri che si affidano alle cosiddette democrature sta diventando sempre più difficile.

Oltretutto l’Europa ha bisogno di acquistare un pieno spazio di autonomia e libertà nella propria autodifesa, nell’economia, nella gestione dei problemi internazionali e soprattutto nel miglioramento delle proprie strutture sul piano democratico.

Ciò sta diventando abbastanza urgente soprattutto nell’ipotesi che nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America di novembre dovesse ottenere la vittoria Donald Trump che più volte ha manifestato l’idea di voler cambiare i rapporti con l’Europa.

Tra l’altro la democrazia statunitense ha diversi lati oscuri come fa rilevare il saggio di Barnie Sanders “Sfidare il capitalismo” appena uscito anche in Italia.

Oltre ciò abbiamo molti problemi da risolvere sui quali per la verità si discute pochissimo.

Tutelare i diritti civili è importante, ma vi è altresì la necessità di essere più orientati verso le politiche sociali.

L’impegno è quello di dare al Parlamento europeo un ruolo più incisivo rispetto alle altre istituzioni comunitarie come ad esempio la Commissione per rendere l’Unione sempre più democratica, solidale ed egalitaria, aumentare la sicurezza riguardo ai gravi problemi geopolitici che affliggono il nostro continente e in generale gli altri, stimolare la crescita economica e frenare l’inflazione, ridurre le diseguaglianze e la povertà impedendo ogni forma di emarginazione, sostenere l’istruzione e la sanità pubblica, garantire la sicurezza alimentare e produrre energia pulita dando priorità assoluta al clima.

Dunque le questioni aperte sono tante e abbiamo bisogno di persone oneste, competenti e responsabili per affrontarle.

L’incoerenza politica nella strutturazione delle candidature è palese in quasi tutte le forze politiche di ogni schieramento.

Ho scorso in ogni caso l’elenco dei candidati e credo che ci siano persone degne che rispondono a ai presupposti di cui avremmo bisogno e che possono convincere anche i più esitanti a recarsi alle urne per impedire che in Europa possano prevalere i principi della violenza, della competizione, dell’esclusione e dell’autoritarismo verticistico.

Per la difesa di valori quali la democrazia, la libertà e l’eguaglianza abbiamo due strumenti fondamentali che sono il voto e la lotta per i diritti quando ci vengono negati.

Rinunciare a impegnarsi in tale direzione può essere un boomerang perché sicuramente favorisce la vittoria di chi continua a proporre idee reazionarie o populiste che potrebbero collassare la democrazia e mettere seriamente in crisi i diritti dei cittadini più deboli e indifesi.

di Umberto Berardo

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