Ancora una brutta notizia

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Quando scompare un amico e compagno 

di Giuseppe Pittà - fb

14 giugno 2024

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Ed arriva ancora una brutta notizia: un altro degli amici fraterni che ci ha lasciato. 
A dire il vero si era infilato in quel tunnel che è la malattia, quella malattia che ti risucchia tutta la personalità, che ti annulla quello splendore di sensibilità che hai sempre donato agli altri. Il tuo impegno, la meraviglia di raccontarmi gli eventi della tua città e dei guai di questo tuo territorio e di come ti piace incontrare sempre nuovi amici e tanti magnifici compagni. 
Eri già pieno di vuoti che ti si confondevano i ricordi e qualche volta non riuscivi più a collegare i volti delle persone con le storie della tua vita. Eppure abbiamo condiviso mille e mille storie, abbiamo sognato insieme quel nostro mondo migliore, sfidando le maldicenze e le accuse tra le più infondate. 
Non eri più tu, amico prezioso e nobile, ormai camminavi di un altro passo, volando altrove, forse in un luogo dove neanche la lotta ti faceva più sorridere. L'ultima volta non mi avevi riconosciuto. Mi guardasti come si guarda un estraneo, forse un alieno. In quei tuoi occhi mancavano i colori, quelli delle bandiere che hai sempre amato a dismisura. 
Oggi mi avresti parlato della Palestina e sicuramente della raccolta fondi e dei compagni che si muovono nell'hinterland milanese, realizzando cose che noi qui ancora ci sogniamo di realizzare. Ma tu eri uno di noi, sporco come noi di questo Molise, oratinese sempre, pur a mille chilometri di distanza. Arrivavi e subito attivaci il gesto di chiamarmi o di farmi la sorpresa e sorprendermi. 
Eri il mio amico prezioso, quello delle telefonate fiume, dei libri, di Gino Strada, dei Pappagalli Verdi, degli amici da condividere, da farli subitissimo amici in comune. 
Eri unico nelle storie e nelle ironie. Unico nei suggerimenti di cosa mangiare "perché anche tu hai una punta di diabete, che devi tenere sotto controllo". 
Eri il compagno delle battaglie, degli incontri programmati nei luoghi delle proteste. 
Eri lì a Milano quando venivo per le Mostre al Palazzo Ducale, a Brera, al Foro Bonaparte e al solito mio saluto alla magnifica Pietà Rondanini al Castello Sforzesco. 
Ed eri qui nei giri senza tempo, magari con Renato, lassù a Frosolone, alle pale gigantesche, alle storie con i Carabinieri che ci fermano in curva, alle chiacchiere che non finiscono mai. 
Ed ora, però, sei andato via del tutto, sparito dal gesto della vita e sei andato davvero altrove, forse in un luogo migliore, come quello che tante volte abbiamo sognato. Così voglio pensarti avvolto da un raggio di sole, nel sorriso dei giorni migliori e quel pugno alzato, testimone del tuo impegno di sempre e dell'amore sconfinato per la lotta a far bene. 
Un abbraccio che è il saluto di sempre. Ciao amico mio. Sii sereno, adesso. Ti voglio bene.

di Giuseppe Pittà - fb

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