La medicina sul territorio ai tempi del covid

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A cura di: La fonte, Diocesi Termoli-Larino, Chiese Battiste di Campobasso e Ripabottoni e varie associazioni molisane

di lafonte.tv

28 ottobre 2020

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Vogliamo perseguire un progetto sociale, ambientale e sanitario per tutelare la salute dei molisani e quella del loro territorio.

Da tempo ci battiamo per un obiettivo chiaro: dare piena attuazione all’art. 32 della Costituzione e alla legge 833/78. La tutela della salute del cittadino deve essere la priorità delle nostre istituzioni e della nostra società.

La Repubblica deve utilizzare tutti gli strumenti e le strategie necessarie per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. È chiaro, infatti, che la salute non solo è un bene prezioso per i cittadini, ma anche un investimento virtuoso che evita allo Stato e alle nostre comunità di pagare grandi costi sociali e finanziari. 

Da decenni la prevenzione è stata cancellata, così come tutte le attività di medicina sul territorio. Si è realizzato un sistema sanitario ospedalocentrico, spesso gestito e subordinato agli interessi della sanità privata. Si è così affermata una logica perversa in virtù della quale la malattia è divenuta, a volte, una cospicua fonte di reddito. 

Il covid 19 ha fatto esplodere gli aspetti paradossali di questa situazione e mentre affrontiamo l’emergenza, siamo obbligati a ripensare l’intero servizio sanitario nazionale. Le scelte per affrontare il dramma dei nostri giorni e la strategia per il futuro del servizio sanitario sono una sola questione. Insieme alla maggioranza dei sindaci molisani e con il consenso della maggioranza del consiglio regionale abbiamo sostenuto l’Ospedale Covid a Larino e un progetto di emergenza per affrontare la pandemia nel territorio. Proposte che il governo regionale non ha inteso ascoltare e oggi il Molise, come l’intero Paese, si trova entro una drammatica emergenza. Poche assunzioni per il tracciamento, poche per la medicina territoriale,poche per la gestione delle terapie intensive, enormi problemi per i tamponi, in ritardo la ristrutturazione degli ospedali e dei pronti soccorso. Nella sostanza un disastro che oggi viene pagato a caro prezzo. Bisogna e rapidamente rivoluzionare questa situazione. La risposta all’ emergenza Covid deve essere parte di una strategia generale per affrontare e risolvere i grandi problemi del Servizio Sanitario in Molise come in Italia. Serve una sanità che abbia al centro la salute prima della malattia, che dia nuova linfa alla medicina territoriale e riorganizzi il sistema ospedaliero.

In tale prospettiva è ragionevole prevedere un investimento aggiuntivo per la sanità italiana pari al 2% del PIL nazionale da destinare per i due terzi ai territori e per un terzo alla rete ospedaliera.

PROPOSTE E OBIETTIVI

– La Digitalizzazione del sistema sanitario del Molise è il primo passo, una scelta necessaria per conoscere lo stato di salute della comunità molisana e per rendere efficiente l’intera organizzazione della Sanità, dalla medicina territoriale alla rete ospedaliera.

– I Distretti Della Salute sono gli architravi della struttura sanitaria regionale. L’ASREM del Molise può essere divisa in tre Distretti Della Salute che devono avere una funzione di governo, ovvero di programmazione, coordinamento e controllo delle attività sanitarie attraverso la lettura e l’interpretazione dei bisogni sociali, ambientali e sanitari del territorio. In queste attività fondamentale è il ruolo e la partecipazione dei sindaci. Il corretto funzionamento dei Distretti della Salute consentirà di contenere lo sviluppo delle malattie, ridurre la pressione sugli ospedali e le liste di attesa, ma anche di evitare costose prestazioni ospedaliere inappropriate.

In ogni distretto della salute va potenziato l’organico dei medici di base e rivisto il loro ruolo, perché il medico di base è la sentinella che vigila sulla salute dei cittadini in un territorio. Ogni paziente che si rivolge al suo medico deve essere preso in carico in modo da superare la deleteria frammentazione dell’assistenza. Il paziente deve essere accompagnato in modo unitario dalla malattia alla guarigione.

– Le Case della Salute – una ogni 15/20.000 abitanti – devono essere rifondate. Esse devono fornire assistenza specialistica, diagnostica e servizi di telemedicina, e al pari tempo diventare il vero cuore pulsante della medicina territoriale e delle attività di prevenzione che hanno al centro le condizioni sociali dei cittadini e la qualità ambientale del territorio.

La Casa della Salute è il luogo elettivo nel quale si realizza l’incontro tra comunità e sistema sanitario, luogo di formazione, informazione ed educazione alla salute. La Casa della Salute rappresenta quel complesso di servizi che facilita l’accesso alle prestazioni e ai percorsi assistenziali dei malati di un territorio sub-distrettuale. Al tempo stesso favorisce pratiche di prevenzione primaria e secondaria, ma anche interventi riabilitativi. In tal modo viene garantito il passaggio dalla mera erogazione di prestazioni sanitarie alla “promozione della salute” con il conseguente spostamento del baricentro dell’intervento dall’ospedale al territorio e con la corresponsabilizzazione dei cittadini organizzati. La Casa della salute può divenire il pilastro di un sistema sociale e sanitario che s’impegna per prevenire la malattia, prende in cura il cittadino malato e lo accompagna in tutto il percorso sanitario.

I Dipartimenti. Il dipartimento di prevenzione e il dipartimento di salute mentale, istituiti per legge e con importanti funzioni di sanità pubblica, debbono essere potenziati. Essi devono essere parte dell’attività di conoscenza, di controllo, di programmazione e di governo del territorio ed integrarsi con il lavoro dei Distretti della Salute.

In questo contesto hanno una specifica funzione le attività di prevenzione e di contrasto alle dipendenze patologiche (Ser.D.) e i servizi di sostegno alle famiglie e alla maternità per una procreazione responsabile attraverso una rinnovata rete di consultori.

– Gli Ospedali di Comunità, le RSA, i Centri di Riabilitazione, i Centri Diurni e Servizi Residenziali per la salute mentale rappresentano un anello fondamentale fra l’ospedale e la medicina nel territorio. Così come le farmacie di comunità possono, per parte loro, partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata, a supporto del medico di medicina generale, ed effettuare analisi di prima istanza.

– La rete degli ospedali pubblici molisani – composta dal “Cardarelli” di Campobasso, dal “San Timoteo” di Termoli, dal “Veneziale” di Isernia, dall’Ospedale di Area Disagiata di Agnone – deve essere riorganizzata, riqualificata e integrata con il nuovo servizio sanitario che ha nella medicina territoriale il suo vero fulcro.

– Il Centro di Eccellenza di Riabilitazione (CER) è la destinazione principale del “Vietri” di Larino.

– Il Gemelli Molise di Campobasso, la Neuromed di Pozzilli e le altre strutture convenzionate devono essere ricondotte alla logica della nuova organizzazione della sanità molisana. Le loro funzioni, le loro competenze e le loro capacità devono essere discusse e selezionate sulla base delle esigenze della salute dei cittadini molisani e tenendo ben ferma la centralità organizzativa e finanziaria del servizio pubblico sanitario.

– La nuova sanità regionale dovrà essere accompagnata da una capillare attività di educazione alla prevenzione e al corretto utilizzo dei servizi coordinata dalle Case della salute.  

 A cura di: La fonte, Diocesi Termoli-Larino, Chiese Battiste di Campobasso e Ripabottoni e varie associazioni molisane.

di lafonte.tv

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