Il Ditoriale Satiricon: La Regione Molise rinuncia alla BIT di Milano

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Salvi per fortuna caciocavalli, soppressate e tartufi

di Redazione (da futuromolise.net)

17 febbraio 2016

Il Molise non partecipa alla BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo). Una scelta oculata, in quanto sorge spontanea una domanda: con quale tour operator sarebbe dovuta andare a promuovere un pacchetto turistico molisano?
A questo quesito nessuno può rispondere, in quanto, oltre a pochi, onesti, agnelli sacrificali di un incoming inesistente e poco organizzato, non vi è una filiera turistica tanto da poter garantire una visibilità e un ritorno in termini turistici ai molisani.
Che il Molise regione non sia presente alla Bit di Milano, non meraviglia, stupisce invece, come nel corso degli ultimi 20 anni alla Bit meneghina la Regione Molise è sempre stata presente, ma non con pacchetti turistici, sempre inesistenti, ma con caciocavalli e soppressate, vini e tartufi –  direbbe il buon Antonio Di Pietro –  “ma che c’azzecca!”
Infatti, le presenze negli anni a questo importante appuntamento sono state solo di stand anacronistici e inopportuni. E’ come se in pieno agosto in una sfilata di alta moda giungessero gli zampognari da Scapoli a suonare “Tu scendi dalle stelle”.
E il bello che in questi lunghi anni, mentre altre regioni facevano affari, promuovendo i loro pacchetti con imprenditori super organizzati, non vi è stato mai un ritorno per i molisani in questo contesto.
Visto che le uniche cose buone che abbiamo sono il tartufo, il vino, caciocavalli e cioccolata allora dopo un dispendio notevole di energie, si è aggiustato un po’ il tiro e sulla spinta di imprenditori impegnati in questi settori, si è iniziato a frequentare fiere di settore specifiche, per tali prodotti lasciando la BIT.
Qual è la verità? Un concetto elementare: “la regione non può fare turismo, se non esiste una pressione di imprenditori, uniti, lungimiranti e organizzati per promuovere un pacchetto che possa definirsi tale, in un target indicizzato.”
La Regione sulla spinta di filiera, agisce garantendo infrastrutture, presenze a fiere organizzate, stimoli ad eventi che possano rafforzare la visitazione, ma quando si parla di turismo, non è l’ente regione che può fare turismo, è la gente.
Anche la presenza di una delega al Turismo regionale affidata a Domenico Di Nunzio che sta al Turismo come Rocco Siffredi starebbe nelle vesti di un Cardinale, anche qui, il noto Molisano, rimarcherebbe: “ma che c’azzecca Di Nunzio?”
E’ in questo momento il personaggio più consono, in quanto non essendoci il Turismo anche una monaca di clausura, che non ha contatti con il mondo da 40 anni potrebbe benissimo ricoprire questo mandato, tanto a chi interessa?
Parliamoci chiaro, questo Turismo, “ve lo dico da amico” alla “Razzi”, il Molise non lo vuole, non lo hanno mai voluto i molisani, che preferiscono da sempre il posto fisso, correre dietro al politico di turno è più facile che far lavorare la mente, fare sacrifici per organizzarsi e d’altronde, quanti genitori nel corso degli ultimi 40 anni hanno consigliato ai propri figli: “papà studia che poi farai l’operatore turistico, rimarrai nella tua terra e progredirai?” Senza tema di smentita: nessuno. Tutti i genitori hanno consigliato sempre ai loro pargoli: studia papà che ti trovo un posto fisso!
La notizia che il Molise non è presente alla Bit, non suscita quel clamore che si pensa possa suscitare, magari il contrario, qualora vi fosse stata di nuovo una presenza regionale senza scopo alcuno. Allora era palese una spendita di energie economiche verso il nulla, a ritorno da numeri relativi.
Anche in questo senso, rammaricandoci che purtroppo il Molise turistico non esiste, ma parlarne è bello, è qualcosa di buono, che attizza la mente. Nei programmi elettorali, quante volte avete ascoltato: “ci impegneremo nel sviluppare il Turismo, unica panacea risolutiva per i mali del Molise”. Frasi astratte, demagogiche, la negazione del pragmatismo.
Chi magari enuncia questi editti dal palco elettorale, non è andato mai all’estero, parla a stento “l’itagliano” quella lingua berbera, un misto tra l’Italiano e idiomi eterogenei di alcuni paesi molisani, con dizione alla “Abatantuono” in Attila il Flagello di Dio, sicuro di suscitare attenzioni e riverenti applausi al termine dello sproloquio.
Un vuoto cosmico, un buco nero quello sul turismo nel corso degli ultimi 40 anni in questa regione.
Ricordo a memoria il turismo integrato, mare/monti lanciato in illo tempore dal presidente della Provincia di Campobasso Antonio Chieffo,  tutti convinti, dopo l’illustrazione di questo piano a Campitello Matese, che il presidente si riferisse ad una nuova usanza, quella di festeggiare al ristorante, sia con piatti a base di pesce che di carne, imposta per legge, e da allora molti matrimoni si festeggiano con questo tipo di portata, ma Chieffo forse intendeva altro e nessuno lo capì allora, come avrebbero difficoltà a comprenderlo oggi, visto che il turismo è rimasto all’anno zero, una scienza esatta che solo in pochi studiano.
A tutto comunque vi è una soluzione, se iniziassimo a dire ai nostri figli nelle scuole:” figlio mio studia Scienze Turistiche, così potrai restare nella tua terra e non sarai costretto a fare come il tuo bisnonno e tuo nonno ad emigrare, valorizzerai la tua regione e potrai vivere in un Molise a misura d’uomo, da uomo ricco e libero”. Si lo sò, vi vedo con il sorriso sulle labbra… almeno fatemi sognare!

di Redazione (da futuromolise.net)