La magia del tratturo

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Cinque “ragazze” venete in cammino

di Antonella Iammarino 

07 luglio 2016

“Cinque ragazze di Venezia e dintorni percorreranno a piedi il tratturo da Castel di Sangro a Lucera. Sono partite ieri, ti interessa?”. Come dire di no ad Antonello Buondonno dell’associazione Attraversoilmolise? Le sta seguendo telefonicamente insieme al suo socio Francesco Cimino, entrambi appassionati di trekking e ideatori di Tratturo coast2coast. Mi informo. Contatto Roberta, la capogruppo: verso l’ora di pranzo arriveranno pastore tra i campia Ripalimosani, nei pressi della collina delle Quercigliole. La giornata è torrida, lì c’è un bel boschetto: potranno prendere un po’ di fresco e mettere qualcosa sotto i denti. Ci vado.

Nonostante mappe dell’800 e grandi difficoltà nel reperire l’antico percorso prima dell’una conosco le cinque “ragazze”. Roberta, Giuliana, Fabiana, Marina e Donatella hanno tra i 50 e i 60 anni e sono unite da professione e passione. Insegnanti, residenti tutte nella provincia di Venezia, si occupano dei loro ragazzi, delle loro famiglie e di un’associazione dedita all’informazione e alla prevenzione sull’uso degli strumenti informatici: Le Calamite.

L’avventura, mi spiegano, nasce quasi per caso; il Regio Tratturo Castel di Sangro – Lucera (RT6) lo hanno selezionato tra i tanti perché più corto…meglio non esagerare. Sono stanche e cariche di sudore, ma soddisfatte. Partite da Castropignano di mattina, sono scese sul Biferno e risalite sul costone che porta a Campobasso. E l’esperienza si sta rivelando elettrizzante, sul piano umano soprattutto.

 Mi raccontano di difficoltà dovute a tracciati poco chiari, di un momento in cui avevano perso la via poi ritrovata e di lunghi attimi di stanchezza in cui la meta sembrava non arrivare mai. Una metafora della vita che non risparmia grandi soddisfazioni e punte di commozione per i gesti di grande accoglienza propri, aggiungo io, della gente molisana.

tratturo“Siamo partite in piena autonomia – mi racconta Roberta – Ma grazie ad Antonello e Francesco, incontro fortuito, ci sentiamo al sicuro: una telefonata al mattino per i suggerimenti, una alla sera per vedere se è tutto ok, i referenti di zona che ci attendono per indicarci dove dormire e mangiare, le persone che incontriamo casualmente per altri motivi, come te…”.

Parliamo della bellezza dei nostri micropaesi, della difficoltà di sopravvivenza per Comuni così piccoli e distanti tra loro. Ma soprattutto delle immense distese di terreno passate sotto il loro sguardo e sotto le loro suole… “Ma quante ne avete! – mi sento dire – Questi paesaggi sono meravigliosi, ricordano quelli della Toscana, sono grandi risorse!”. Tasto dolente. Sono davvero delle grandi risorse? E se sì, perché non sono sfruttate? La natura del suolo? La scarsa attitudine del nostro popolo a fare impresa? La gestione delle risorse e degli incentivi pubblici? La crisi? Si apre un capitolo annoso e complesso…non c’è il tempo per parlarne. Tratturo-Lucera-Castel_di_SangroCampodipietra, destinazione del giorno, aspetta. E il tratturo non segue il percorso della strada: altre cinque ore di cammino le attendono al traguardo, insieme ad Elio, medico condotto referente di zona che le condurrà al b&b di San Giovanni in Galdo dove finalmente potranno fare una bella doccia, riposarsi, lavare e strizzare i vestiti. Dopo cena il riposo necessario per ripartire verso le tappe successive: Pietracatella, San Marco Lacatola, Motta Montecorvino e, alla fine, Lucera.

di Antonella Iammarino (da colibrimagazine.it)