Un’Europa solidale

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Lettera aperta a quanti vogliono tornare a scommettere sulla politica

di Antonio Di Lalla (da lafonte.tv)

15 maggio 2024

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I partiti di governo e di opposizione, con tutte le frattaglie opportunistiche, ce la stanno mettendo tutta e ci stanno riuscendo alla grande, animati forse da un recondito obiettivo comune, per far sì che i cittadini desistano dal voto, si disinteressino del bene comune fino a sentire addirittura repulsione al solo sentire la parola ‘politica’. L’ incredibile, purtroppo, è che più ci disinteressiamo più le cose vanno male perché i signori del palazzo curano i loro interessi e questi non coincidono mai, o quasi, con i nostri. Alla vigilia del voto europeo dobbiamo ribadire che sono in gioco la nostra vita e il nostro futuro e dunque scelte, programmi, coerenza progettuale ci riguardano da vicino. Un anno fa abbiamo votato per il rinnovo del consiglio regionale: provate a chiedere ad un tesserato, sia di destra che mancino, quale fosse il progetto del loro schieramento, anzi chiedetelo direttamente ai consiglieri regionali o provate ad indagare su quale programma abbiano votato la fiducia al Presidente della giunta regionale in consiglio e scoprirete che il niente sarebbe stato già qualcosa. E infatti abbiamo meno di niente. A Termoli per le prossime comunali la destra si è accordata sul nome del candidato e procede compatta anche senza un programma, a sinistra invece c’era un programma ma, tra cacicchi e chi non voleva neppure il re per compare, si procederà divisi e funzionali alla destra che vincerà senza neppure doversi impegnare.

Stiamo portando avanti la lotta contro l’autonomia differenziata perché l’applicazione di questa legge finirà per distruggere ulteriormente il meridione. È stata voluta fortemente dalla Lega che, nelle intenzioni espresse anche ultimamente dal fondatore Bossi, deve tornare a lottare per l’autonomia del Nord. Votare allora prossimamente al parlamento europeo per il nostrano e opportunista leghista molisano dell’ultima ora, Aldo Patriciello, non è avallare la politica leghista e dunque farci del male da soli? E il non andare proprio a votare diventerà un fare dispetto a qualcuno o unicamente a noi stessi? Siamo fortemente preoccupati per le assurde guerre in corso che ci toccano da vicino sia in Ucraina, che poteva essere evitata se solo avessimo avuto un parlamento europeo degno di questo nome e non succube di Stati Uniti e Inghilterra, e la folle vendetta del governo di Israele che, con il pretesto di Hamas, sta massacrando decine di migliaia di palestinesi nel silenzio acquiescente dell’Europa. Continuare a votare partiti che legittimano e finanziano la guerra, che vogliono il riarmo, ci rende complici. Investire il denaro pubblico nel potenziare la difesa a scapito di sanità, istruzione, servizi sociali è una chiara scelta politica della destra.Non possiamo continuare a lamentarci e poi votare i partiti che sono causa dei nostri mali o rimanere alla finestra a guardare perché altri decidano al posto nostro. Il ‘no’ alla guerra deve diventare ‘sì’ a coloro che vi si oppongono con chiarezza e determinazione. Il ‘no’ agli ulteriori tagli alla spesa pubblica se non diventa ‘sì’ a coloro che hanno un progetto solidaristico della società resterà solo una protesta che non approderà al cambiamento di governo. Da nonviolenti riteniamo che due sono le armi in nostro possesso: lo sciopero e il voto. È il momento di usarle entrambe per cambiare la società prima che sia troppo tardi.

Non è vero che tutti i partiti sono uguali e l’uno vale l’altro. Lo stiamo costatando in Italia. La destra sta privatizzando la sanità e chi non ha denaro è destinato a soccombere. Ha ridotto il sostegno ai poveri che sono costretti sempre più ad elemosinare per sopravvivere. Ritarda in tutti i modi l’integrazione degli immigrati, che sono fondamentali per la nostra economia, aizzando la guerra tra poveri a tal punto che questi anziché prendersela con la cattiva politica del governo se la prendono con gli ultimi arrivati. Tassa i poveri, spremendoli come limoni, anziché i ricchi e le banche, creando così un dislivello sociale mai raggiunto prima. Solo per fare qualche esempio.

È vero purtroppo che da sempre la sinistra ha problemi con la questione morale – è del 1981 la denuncia di Enrico Berlinguer che provocò un terremoto nella politica italiana ma che rimase sostanzialmente ignorata – tanto che ancora oggi la segretaria del PD, Elly Schlein, è costretta a chiedere invano che siano eliminati cacicchi e capibastone dal suo partito. Per non andare lontano e parlare dei Franceschini e signora o dei coniugi Fratoianni, basta vedere come è ridotto il PD molisano egemonizzato da Vittorino Facciolla e Roberto Ruta! Ma almeno in teoria un riferimento ai princìpi della rivoluzione francese – libertà, uguaglianza e fraternità – è possibile rivendicarlo.

Una rivoluzione culturale e sociale è ancora possibile se torniamo a scommettere su persone oneste, competenti e preparate all’interno di formazioni che hanno come obiettivo il bene comune e non il privilegio di pochi ricchi a scapito di una massa da soggiogare e opprimere. In questa lotta la fede nel Dio “che rovescia i potenti dai troni, che rimanda i ricchi a mani vuote”, che scommette sul Crocifisso e i crocifissi della storia, può diventare una forza propulsiva per contribuire a costruire una società a misura delle persone. Cristiani e diversamente credenti abbiamo un obiettivo comune da realizzare: rendere questa nostra terra abitabile da tutti, in modo decoroso.

di Antonio Di Lalla (da lafonte.tv)

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