La balla dell’Autonomia

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I consiglieri regionali del ce style="font-size: 12.16px;">di Domenico D'Adamo (da lafonte.tv)

18 giugno 2024

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Torniamo a parlare di Autonomia Differenziata ma pare che il tema non interessi a nessuno: ai cittadini che non riescono più a star dietro alle balle dei politici e ai politici che hanno svuotato il deposito delle balle. Purtroppo il DdL è già stato approvato in Senato e ora è passato alla Camera dei deputati per l’approvazione “possibilmente” prima delle elezioni europee: un’altra marchetta per prendere i voti della maggioranza degli elettori del Nord e anche di qualche coglione del Sud. I consiglieri regionali, convocati in seduta monotematica per esprimere un giudizio consapevole sul provvedimento legislativo che spezzetta il paese, esclusi i rappresentanti dell’opposizione, si sono dichiarati inconsapevoli rispetto al tema e così, dopo aver bocciato una mozione della minoranza che invitava gli incolpevoli a ridare senso alla loro presenza in quell’assise, hanno approvato, a maggioranza, un ordine del giorno che suggerisce l’istituzione di una commissione consiliare intesa a sostenere l’azione propositiva del presidente Roberti, in tutte le fasi attuative del legge sull’Autonomia in discussione alla Camera.
I consiglieri del centrodestra, tranne l’ex presidente Iorio, non si sono espressi sul merito del provvedimento legislativo, che danno già per approvato, ma hanno invitato, la istituenda Commissione a sostenere l’ azione del Governatore. Iorio invece, oltre ad esprimere un giudizio negativo sugli effetti del provvedimento che si sta per approvare, ha indicato una strada diversa; non quella di agire positivamente per l’attuazione della stessa riforma, ma quella di chiedere ascolto al promotore della legge, affinché si preveda uno status speciale per le piccole regioni all’interno della futura norma sull’ Autonomia, una sorta di Regione a Statuto Speciale, perché, secondo l’ex presidente, il Molise non riesce a far fronte alle proprie necessità né oggi con la regionalizzazione e ancora meno domani con l’Autonomia di Calderoli. Peccato che dopo la presa di posizione, interessante ma velleitaria dell’assessore Iorio, voti contrari all’istituzione della Commissione farsa, oltre a quelli della minoranza, non se ne sono visti.
E veniamo al merito della vicenda. Dopo l’approvazione in Senato della citata legge, un senatore molisano, l’avv. Della Porta, esponente di spicco del partito della Meloni che conosciamo per la sua serietà e competenza, relatore in Senato del provvedimento di cui parliamo, ha partecipato a numerosi incontri in tutto il Molise per fare chiarezza sulla riforma leghista sull’ Autonomia Differenziata, sia quella simmetrica che asimmetrica, a volte con spiegazioni tecnico-giuridiche altre con argomentazioni politiche; l’intento di persuaderci sulla bontà della stessa e sul rischio di mancare questa occasione storica è apparso sincero in ciò che ha raccontato sull’allineamento, attraverso i LEP, (livelli essenziali delle prestazioni) alle altre regioni che stanno meglio di noi nella Sanità, nella Scuola, nei Trasporti, nella Viabilità, nei servizi sociali, tutte materie nelle quali siamo un disastro, per colpa del destino, lo diciamo noi. E allora ci siamo chiesti: come mai queste cose non sono emerse in Consiglio Regionale quando è stata sollevata la necessità di istituire una commissione consiliare che fungesse da badante del Governatore per affrontare il tema dell’Autonomia Differenziata? Avrebbero potuto invitare il senatore di FdI per farsela spiegare, la riforma Calderoli; è facile intuire che non sarebbe stata la stessa cosa parlarne all’on. Lotito e neanche all’on. Cesa, in quanto entrambi forestieri e forse per questo non attendibili, ma il sen. Della Porta proprio, no! Non fidarsi neanche di lui è stato insensato, o forse no? Un patriota fedele ai valori della Destra (Dio, Patria e Famiglia) che sposa un progetto federalista, elaborato da un leghista per spezzettare il Paese e nello stesso tempo lavora con entusiasmo alla madre di tutte le riforme (il premierato) è a dir poco confuso. E allora per risolvere l’arcano, abbiamo consultato, sul tema della riforma, sia la memoria prodotta dalla Banca d’Italia alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, sia il rapporto GIMBE 2024, che in sostanza concorda con Bankialia e di cui vi proponiamo alcuni brani senza correzioni né commenti.
Banca d’Italia: “In un contesto caratterizzato da elevata incertezza economica e geopolitica, da condizioni finanziarie diventate meno favorevoli ai Paesi ad alto debito pubblico (Italia ndr) e da ampi ritardi accumulati da alcune regioni del Paese (Molise ndr), le implicazioni dell’attuazione dell’autonomia differenziata non possono che essere valutate con la massima prudenza ed attenzione considerando in modo esauriente rischi e opportunità. Sembra opportuno procedere con la necessaria gradualità sia sul lato delle funzioni da decentrare sia sul lato della definizione dei LEP, in modo da pervenire a un assetto di finanza decentrata ordinato e coerente”.
Fondazione GIMBE: “In sintesi, secondo il testo del DdL approdato alla Camera dei Deputati: le Regioni possono chiedere qualsiasi forma di autonomia su 23 materie, senza fornire motivazioni; il Parlamento viene di fatti esautorato sia dalla valutazione e approvazione delle maggiori autonomie richieste, sia nella fase iniziale anche dalla definizione dei LEP; l’assegnazione di maggiori autonomie precede la definizione e il finanziamento dei LEP; per la materia ‘tutela della salute’, visto che esistono già i LEA, non è necessario definire, finanziare e raggiungere i LEP; non sono previsti maggiori oneri per la finanza pubblica per il raggiungimento dei LEP e per il recupero dei divari tra le varie del Paese”.
I consiglieri regionali di maggioranza, invece di perdere tempo a moltiplicare il numero delle commissioni consiliari, farebbero bene a leggerli questi documenti. Al giovane senatore vorremmo consigliare invece di non esporsi eccessivamente nel sostegno alle porcate di un Ministro di cui ancora ricordiamo la legge che prese il nome di Porcellum, anche perché potrebbe essere ricordato dai suoi corregionali solo per aver contribuito allo sfascio di quella che lui chiama Nazione e noi invece ci ostiniamo a chiamare Paese. 

di Domenico D'Adamo (da lafonte.tv)

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