Perché non dovremmo dire NO!

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Come non indignarsi: 21 pale eoliche nelle regioni del Nord, meno delle 31 di San Martino in Pensilis e delle 380 del Molise

di APS La Terra

23 Febbraio 2023

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Come non indignarsi: 21 pale eoliche nelle regioni del Nord, meno delle 31 di San Martino in Pensilis e delle 380 del Molise. Dove la produzione di energia eolica è 15 volte quella dell’Abruzzo, 35 volte quella della Toscana e 100 volte quella dell’Emilia Romagna e Piemonte.

Molto interessante quanto letto su WatzApp, gruppo “Salviamo Bosco Pontoni”.
Andiamo per ordine:
1. L’articolo è firmato dal bravo sindaco di San Martino in Pensilis, Giovanni Di Matteo, che - grazie ai suoi predecessori - di pale e pali eolici sa molto, visto che con esse deve convivere sopportando addirittura un “Parco” e, non dormendo, per quelle (fuori regola) che, se cadono, invadono la strada provinciale 136. Riflessioni da tener bene in mente, quando dice:
a) Come possiamo non indignarci di fronte al continuo e incessante attacco che la nostra terra subisce da parte delle industrie delle rinnovabili? (Guardando il filmato successivo – nostro invito - quello che ci porta nella terra di Cuoco e dei Pepe, Castelmauro, dove il sindaco, con un gruppo di cittadini e i propagandisti dell’Enel, non è indignato ma presente, con la fascia tricolore, alla installazione di nuovi generatori);
b) Come possiamo…..di fronte a investimenti ad altissima redditività con ritorni … per pochi o pochissimi (che- lo diciamo noi- creano società con quattro euro di capital)… e…. completa e definitiva devastazione del nostro territorio, accelerando quel processo di abbandono…. (che - siamo sempre noi a dirlo – coincide con l’invasione delle pale e dei pali eolici, visto che i profitti sono di altri e vanno altrove, che non è né il Molise e, neanche, il Sud); c) La nostra produzione di energia è 15 volte quella dell’Abruzzo o 35 volte quella della Toscana o 100 volte quella di Emilia Romagna e Piemonte. Addirittura…(il resto delle regioni del centro nord) …tutte insieme , ospitano 21 pale eoliche meno che a San Martino, dove sono 31! In Molise 380. (la storia si ripete - siamo sempre noi a dirlo - visto che questa volta i piemontesi di ieri si sono trasformati in pali eolici e pannelli solari a terra di oggi. Quelli che invaderanno, non solo il Molise ma il Sud, a partire dalla Puglia, generosissima in tal senso.
d) Perché non dovremmo dire NO!...Una vera – prosegue Il sindaco Di Matteo – follia. Chiude invitando i sindaci ricordando il significato del territorio, bene comune, e, chiudendo, scrive “Gli amministratori devono risponderne”.
2. Il post successivo, quello delle dichiarazioni sotto il titolo “Eolico, Bernabei: In Molise esempio virtuoso collaborazione”. Il riferimento è il sindaco che, come sopra scriveva il suo collega Di Matteo “dovrebbe comprendere” e, anche, l’Assessore regionale Pallante (vale la pena ascoltarlo con molta attenzione per dare forza al No del sindaco Di Matteo, il mio e di quanti amano e vogliono un Molise in grado di esprimere le sue ricchezze e non perderle). Un filmato tutto da vedere per capire i “molisanipallanti”, gli indiani di oggi, che regalano il territorio; i tifosi dell’Enel e delle energie rinnovabili. I tifosi, in pratica, dei motori e promotori che stanno spopolando la “Regione dei paesi” – come ha detto un noto esperto - il nostro amato Molise.
3. A seguire due post, puntuali come sempre, di Loredana Pietroniro:
a) Il primo che riporta un “confronto dei dati pubblicati da Tema: poco o niente per l’Agricoltura; un po’ di più per il “domestico” e i “Servizi”, tanto, invece, per l’industria nella provincia di Campobasso, dove l’agricoltura è più sviluppata. Nella provincia di Isernia: niente per l’agricoltura, un po’ di più per il domestico e i servizi, tanto per l’industria (50 volte in più dell’agricoltura). Come dire che il Molise è una regione industriale e non più quella che ha il più alto tasso di ruralità e biodiversità in Italia!;
b) il secondo post, che riporta un dato pubblicato dall’Ansa, quello della produzione di energia elettrica (2.902 GWh) più del doppio di quella consumata (1.361 GWh). Come dire, anche qui, che, in confronto ad altre regioni, siamo poco bravi a promuovere le nostre eccellenze agroalimentari, ma bravissimi a esportare energia che, non solo i venti e il sole riescono a produrre, ma il territorio nel suo complesso, e tutto a spese del suolo e della sua fertilità, del mare e del suo habitat; dei paesaggi e della biodiversità. In pratica del domani del Molise. A tale proposito, Loredana, dati alla mano, questa volta dell’ISPRA, riporta gli ettari di suolo consumato (17.550 ettari) per impianti fotovoltaici a terra (il 35%in Puglia) come a dimostrare che la Xilella è la grande invenzione del dio denaro.
Un quadro chiaro per chi vuole capire il disegno complessivo del neoliberismo delle banche e delle multinazionali, quello che depreda e distrugge solo per alimentare il consumismo e, sempre più, furto di suolo agricolo del nostro Mezzogiorno. Tutto per aumentare la produzione di energia, da destinare al Nord e, un po’, anche al Centro Italia, e, così, dare forza e credibilità a un’altra delle follie del momento, l’Autonomia differenziata. È solo uno degli obiettivi, dopo l’approvazione della perforazione dell’Adriatico (poi parlano di salvare il clima!) del governo MeloniEni, in questi giorni tutto preso a inviare altre armi all’Ucraina, paese, a me caro, e renderlo vittima sacrificale degli imperi a confronto. E, così, mentre lavorano per compattare l’Europa, dividono in due, e, se non basta, anche in tre il Paese, la nostra bella Italia. Un quadro che dovrebbe far riflettere la cultura e la politica, i due mondi, da tempo assenti, fondamentali per ridisegnare e realizzare il domani. Si tratta di ripartire, mettendo insieme quello che resta di questi due mondi, per disegnare, con l’altro altrettanto fondamentale, il sociale, un nuovo modo di vivere la vita, facendo propria la sobrietà e i valori che essa è in grado di esprimere. 

di Pasquale Di Lena (da Primo Piano Molise del 23.02.23)

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