"Le vie della lana"

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La Dogana di Foggia e gli antichi atlanti dei tratturi nel documentario sulla transumanza

di foggiatoday.it

13 giugno 2024

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Il documentario, in fase di realizzazione, è destinato al mercato televisivo nazionale e internazionale, a firma di Kairostudio, e del regista Daniele Di Domenico: un viaggio di oltre 240 chilometri, da Foggia a L’Aquila, lungo il tratturo magno ed altri regi tratturi

“Ogni volta, sfogliare, pagina dopo pagina questi volumi, suscita anche a me emozione, perché ci si trova davanti a veri e propri capolavori, dal valore storico e artistico: una descrizione dettagliata dei tratturi, le vecchie autostrade che permettevano ai pastori abruzzesi e molisani di scendere in Puglia per poter pascolare le proprie greggi. Realizzati con disegni a mano, su pergamena e usando colori per segnalare fiumi, boschi, castelli. In definitiva un vero tesoro di informazioni su un paesaggio rappresentato graficamente dal 1447 al 1806 ed anche oltre”.

A ricordarlo è Massimo Mastroiorio, direttore dell’Archivio di Stato di Foggia, mostrando gli Atlanti conservati nel fondo Dogana delle Pecore, ivi gelosamente custoditi, e che rappresentano le terre doganali e il loro uso nella regolamentazione della transumanza verso la Puglia, mirabile esempio di prima cartografia ad uso fiscale nel Mezzogiorno oltre che un fondamentale strumento di conoscenza dell’uso del territorio e di come questo veniva percepito.

L'Archivio di Stato è solo una delle prime tappe de 'La Via della Lana', documentario destinato al mercato televisivo nazionale e internazionale, in fase di realizzazione, a firma di Kairostudio, e del regista Daniele Di Domenico: un viaggio di oltre 240 chilometri, da Foggia a L’Aquila, lungo il tratturo magno ed altri regi tratturi, le vie d’erba che i pastori hanno utilizzato per secoli, assieme a milioni di pecore, dai pascoli estivi sugli altopiani dell’Appennino in Molise e in Abruzzo, a quelli invernali sul Tavoliere delle Puglie, per raccontare finalmente in modo unitario e completo, la civiltà della transumanza che l’Unesco ha dichiarato dal 2019 Patrimonio immateriale culturale dell’umanità.

Tappe obbligate a Foggia sono state poi l'Epitaffio di via Alessandro Manzoni, realizzato nel 1651, sul punto di arrivo dei tratturi L'Aquila-Foggia e Celano-Foggia, e che serviva ai pastori come punto di riferimento per individuare la via del ritorno. E lungo i primissimi passi del tratturo, direzione San Severo, lo splendido complesso monumentale della chiesa delle Croci. E ancora una visita allo straordinario archivio fotografico di Edmondo Di Loreto, appartenente ad una famiglia di grandi armentari originari di Villetta Barrea in Abruzzo. 

Ma fulcro del racconto non poteva che essere a Foggia la Regia Dogana della Mena delle Pecore, nel palazzo del XV secolo ora sede della Provincia, centro del potere e dell’economia dell’intero Mezzogiorno, da quando a metà del 400’ Alfonso D’Aragona riorganizzò e normò in modo rigoroso la transumanza delle pecore dalle montagne del Molise e dell’Abruzzo fino ai verdi pascoli del Tavoliere, attraverso le vie d’erba dette tratturi, e con l’obbligo per i pastori di pagare una quota in cambio dell'assegnazione di uno dei lotti del Tavoliere, dove milioni di pecore pascolavano fino a primavera inoltrata, e poi subito dopo la tosatura, ritornavano nelle località di provenienza, non prima però che i pastori vendessero i loro prodotti, a cominciare dalla preziosa lana, in una grande fiera annuale, che si svolgeva davanti a porta Arpana e che richiamava mercanti da tutta Europa.

Spiega a tal proposito Roberta De Iulio, architetta foggiana esperta di tratturi e dottore di ricerca in Storia e Archeologia globale dei paesaggi: "i tratturi possono oggi assumere una nuova declinazione, come segno del paesaggio che presenta una pluralità di valori, da quello culturale a quello ecologico e di connessione tra la città e la campagna. Per quanto buona parte dei tratturi oggi non siano più riconoscibili, rappresentano una infrastruttura materiale ancora reale nella sua consistenza demaniale, soprattutto lungo le aree interne, che attende di essere resa nuovamente leggibile per esprimere a pieno il suo potenziale culturale e turistico".

Altro protagonista della prima tappa de "Le vie della lana" è infine Cristoforo Carrino, che ancora oggi pratica la transumanza a piedi con circa 600 pecore tra i monti della Daunia e l’antica masseria Pavoni, risalente al XVII secolo, nelle campagne di Lucera. Un'attività ereditata, assieme ai fratelli Domenico e Gianfranco, dal padre Felice Carrino, pastore transumante, come i nonni e bisnonni. La troupe di "Le Vie della lana" ha seguito passo passo il ritorno degli armenti in montagna lungo il tratturo Foggia-Camporeale, dalla masseria Pavoni, a Santa Luciella, nel territorio di Orsara di Puglia.al confine con la Campania, attraverso Castelluccio Valmaggiore e Troìa e altri paesi.

“Questo è il mestiere che ha sempre fatto la mia famiglia - spiega Cristoforo Carrino -, e io non riesco a immaginare per me un’altra professione, un altro destino. Ma vorrei sottolineare che non è solo una questione affettiva, e la voglia di non far morire una tradizione, ha un senso economico e imprenditoriale ancora oggi, come è stato per secoli, l’utilizzare i pascoli montani in estate e venire qui in Puglia dall'autunno a fine primavera, senza dover chiudere gli animali in una stalla, e abbattendo così i costi di gestione”.

E aggiunge, "questa attività tradizionale ha anche una valenza ambientale, perché si mantengono integri i preziosi pascoli montani, e ci impone inoltre di preservare la pecore di razza Gentile di Puglia, resistente a parassiti, e che si adatta bene a pascoli montani e di pianura, e che garantisce, grazie all'ottimale modalità di allevamento prodotti di straordinaria qualità, anche per il benessere garantito agli animali”.

Prossime tappe pugliesi de "Le Vie della lana" saranno, lungo il tratturo magno e dintorni, San Paolo di Civitate e Serracapriola, porte d’ingresso ai pascoli del Tavoliere, e sul Gargano, a Monte Sant’Angelo, per testimoniare la devozione ancora viva per San Michele Arcangelo, protettore delle sorgenti, delle greggi e dei pastori.

Il cammino, a piedi e in camper, del documentario, proseguirà quindi in Molise e in Abruzzo, per concludersi a L’Aquila e sugli altopiani del Gran Sasso. Alla ricerca di quello che è ancora vivo e presente della civiltà millenaria della pastorizia, delle tracce di una storia comune, sedimentata nelle tradizioni, nelle economie locali, nei dialetti, nella devozione religiosa, nella gastronomia e nella musica, con l'obiettivo di conoscere ad un ampio pubblico un percorso che mantiene una grande valenza culturale, e ha un enorme potenziale di valorizzazione turistica.

La forma narrativa de “Le vie della Lana”, è già stata sperimentata per la prima volta da Kairostudio nel 2022, per la realizzazione de “I Giganti del Mare”, film documentario che racconta l’affascinante storia dei trabocchi, un viaggio di 130 miglia nautiche in barca a vela, lungo le coste di Abruzzo, Molise e Puglia. Andato poi in onda su Raitre, all’interno del programma Geo, totalizzando una media di ascolti superiore al 10% di share, pari a 1 milione di telespettatori, e attualmente distribuito su piattaforma Samsung TV, nei territori UK, US, Irlanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Portogallo.

Kairostudio s.r.l. è una società di produzione cinematografica e televisiva impegnata a promuovere i temi della sostenibilità. Dal 2007 collabora con istituzioni, università, centri di ricerca e aziende in Italia e all’estero. Ha partecipato a diversi programmi, nazionali ed europei, per il governo e lo sviluppo del territorio (PSR, Life Plus, Interreg, Agrip). Ha collaborato, tra gli altri, con Rai per programmi storici come Geo e SuperQuark e con Rai Kids per lo sviluppo di contenuti per bambini, destinati ai canali Rai Yoyo e Rai Gulp.

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