• 05/03/2023

I moli-sani hanno già perso

Lettera aperta a quanti vogliono conoscere come sono andati i fatti

di Antonio Di Lalla (da lafonte.tv)

3 Maggio 2023

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“Povera patria!
Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà,
no cambierà, forse cambierà”.

In queste ultime settimane, caratterizzate da attese e speranze, ritardi e delusioni per come partiti, movimenti e associazioni di area sedicente progressista procedevano nell’individuare o boicottare il possibile candidato presidente della giunta regionale, mi teneva compagnia la canzone “Povera patria” di Franco Battiato. E con lui mi ripetevo “no cambierà, forse cambierà”. Invano, perché non è cambiato nulla, hanno prevalso le vecchie logiche. Non siamo riusciti ad incidere.

Ricapitolando:

a) il programma, elaborato in anni di confronto e studio del territorio, per un possibile sviluppo compatibile del Molise, era pronto e condiviso con tutti quelli che sedevano al tavolo. Su quel programma si voleva chiedere la fiducia dei molisani. Il programma dovrebbe essere la cosa più importante ma purtroppo sappiamo l’andazzo. Si scrive, quando non si scarica direttamente da internet, per essere depositato agli atti, raramente è attuato anche solo in parte, per cui nessuno dà peso a ciò che dovrebbe essere il collante di una esperienza amministrativa. A riprova chiediamoci: chi conosce il programma dell’amministrazione uscente, chi può contestare loro quanto avrebbero dovuto fare e non hanno fatto? Chi può entrare nel merito del loro operato e, soprattutto, chi ha avuto la malaugurata idea di votarli cinque anni fa lo ha fatto per il programma o perché faceva parte del pacchetto di voti a uso dei candidati? O semplicemente come reazione alla pessima gestione dei cinque anni precedenti? Non dimentichiamo che il quinquennio gestito dal presidente Di Laura Frattura era stato così dannoso per la nostra terra che diversi compagni di merenda, per la vergogna, si erano andati a nascondere nelle liste avversarie per non essere riconosciuti. E infatti furono rieletti dall’altra parte. Come si sa, quando una nave sta per affondare i topi e le loro madri sono i primi a scappare. La gestione dell’ultimo quinquennio nelle mani di Donato Toma è stata talmente inqualificabile che i consiglieri, a corto di idee, giocavano a rivestire ruoli diversi per cui un giorno brigavano per essere assessori e un altro per non esserlo più, riuscendo a rimanere seri! Un nome per tutti: tale Filomena Calenda provocò un grande terremoto nell’assise regionale minacciando che, se non si fossero serviti di lei come assessore a una qualunque cosa, perché doveva rivoluzionare il Molise se non il globo terraqueo, sarebbero andati, seduta stante, a casa. Per salvaguardare le poltrone fu accontentata e fatta assessore. Nessuno si è accorto del nuovo ruolo, forse nemmeno lei, tanto che qualche giorno fa si è dimessa senza rimpianti né suoi né dei suoi. Lo stesso vale naturalmente per gli altri. Non avendo finito di fare danni, in diversi stanno costruendo le zattere per passare all’altra riva, se sarà più conveniente.

b) Per il candidato presidente avevamo puntato tutto sul giornalista Domenico Iannacone non come deus ex machina, calato dal cielo, o uomo della provvidenza che avrebbe risolto, con la bacchetta magica, gli atavici problemi del Molise. Rispondeva come il più idoneo a una necessaria discontinuità con il passato, in quanto è un professionista serio, impegnato politicamente dalla parte dei più deboli, sempre pronto a dar loro voce e non è aduso a frequentare le sacrestie dei partiti, è abituato ad ascoltare le persone e impegnato per il loro riscatto, è capace di camminare con il popolo senza perdere di vista il bene comune. Le sue qualità sono risultate un ostacolo per i 5 stelle, il PD e i suoi satelliti e così, in un pingpong interminabile tra le segreterie dei partiti di Campobasso e di Roma, sono riusciti a far saltare la sua candidatura in favore del sindaco in carica di Campobasso, Roberto Gravina, che lascerà con un anno di anticipo la poltrona di sindaco e che avvierà così il suo terzo mandato (due cose, queste, antitetiche al movimento 5stelle, almeno fino ad oggi, ma al peggio ci si abitua presto!). Il tutto è accaduto sotto l’accorta regia del redivivo Roberto Ruta che vuole ipotecare la poltrona del sindaco di Campobasso in favore di una sua pupilla. “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina” avrebbe chiosato Andreotti.

c) Per la composizione delle liste avevamo preteso pulizia, professionalità e niente transfughi, visti i facili salti delle quaglie da uno schieramento all’altro per indossare la livrea più consona al momento. E anche questo dava fastidio perché, abituati ad ogni sorta di inciucio, ciò che conta per loro è vincere a qualsiasi costo, non governare seriamente una regione già con un piede nel baratro, e non da adesso. Vedremo che accozzaglia presenteranno e in quali acque torbide pescheranno.

Siamo stati sconfitti su tutti i fronti, ne abbiamo preso atto e ci siamo ritirati in buon ordine. Certo non smetteremo di denunciare le malefatte, come abbiamo fatto in questi venti anni, e pungoleremo chiunque i molisani sceglieranno a governare perché ciò che ci sta unicamente a cuore è il bene comune.  La sconfitta non ferma la nostra lotta per costruire un Molise migliore.

di Antonio Di Lalla (da lafonte.tv)

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