• 03/04/2020

L’affresco isernino a Napoli

Il transito nei Campi Elisi in un affresco proveniente da Isernia: sarebbe bello farlo tornare nel museo archeologico di S. Maria delle Monache

da Franco Valente – fb

4 marzo 2020

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L’esame di un affresco isernino può essere il pretesto per capire il motivo per cui il palazzo del Presidente della Repubblica francese o un famoso teatro romano siano intitolati all’Eliseo.

A Isernia (non so dire quando ma probabilmente in epoca borbonica) fu scoperta una tomba dalla quale fu staccato un frammento di affresco che fu portato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove ancora è conservato.

E’ la rappresentazione di Ermes (Mercurio per i romani) che accompagna l’anima di una donna che sta per essere affidata a Caronte perché la trasporti con la sua barca nei Campi Elisi.

La donna ha il capo coperto da un velo che scende fino ai piedi.

Ermes è nudo, salvo un corto mantello che pende dalla spalla sinistra, ed ha il capo coperto dal cappello alato mentre regge con la destra il caduceo.

Sulla sinistra, di fronte, vi è Caronte che, coperto da una tunica corta e senza maniche, sta per ricevere da Ermes l’obolo che autorizzi la donna a traghettare nei Campi Elisi.

Nella tradizione mitologica greca e romana i Campi Elisi erano i luoghi deputati ad ospitare uomini e donne che in vita erano stati amati dagli dei.

Omero descrive questo luogo quando racconta del transito di Menelao amato dagli dei perché genero di Zeus e sposo di Elena dopo che era stato reso immortale.

Virgilio nell’Eneide fa incontrare Enea con la Sibilla cumana perché possa incontrare il padre Anchise dopo la sua morte.

Nei Campi Elisi scorreva il fiume Lete la cui acqua, bevuta dai defunti, faceva dimenticare tutti i ricordi della vita terrena in maniera che le anime potessero reincarnarsi.

Nella tradizione greca, poi mutuata da quella romana, Ermes è il dio che accompagna le anime e le consegna a Caronte. Perciò nella letteratura viene definito “psicopompo” ovvero colui che accompagna le anime dei morti.

Omero lo descrive come colui che poteva entrare negli Inferi. Perciò accompagna Persefone e la riporta da sua madre Demetra. E’ il dio che porta nell’oltre tomba i Proci uccisi da Ulisse.

In pratica Ermes diventa non solo il messaggero degli dei (perciò ha il cappello alato e quel testimone che prende il nome di caduceo), ma è anche il protettore degli scambi veloci e per questo il protettore dei ladri e dei mercanti.

Sarebbe auspicabile che l’affresco isernino venisse riportato nel Museo di S. Maria delle Monache di Isernia, che è il suo naturale luogo di destinazione.

da Franco Valente – fb

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