• 04/26/2017

Canapa e bambù per le auto di domani

Il progetto “verde” di Antonella, molisana di Portocannone, convince la Fiat

di Alessandro Corroppoli (da primonumero.it)

14 giugno 2017

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E se le macchine del futuro utilizzassero materiale biodegradabile come canapa e bambù, ad esempio, per i loro rivestimenti interni? Solo follia o straordinaria utopia? Secondo Antonella Celeste Occhionero, giovane studentessa di Portocannone iscritta al terzo anno di Economia Aziendale dell’Università del Molise, l’utilizzo di canapa e bambù non è un’idea folle né utopica ma pienamente fattibile e realizzabile, con importanti risvolti sia in termini ambientali che economici. «La canapa è resistente, facile da coltivare e non richiede l’uso di diserbanti. Il suo tessuto – racconta Antonella – filtra circa il 95 per cento dei raggi ultra violetti. A contatto con la pelle crea un micro massaggio che favorisce la circolazione sanguigna, ha potere di assorbimento e disperde con facilità l’umidità corporea». 

Mentre il bambù «è una sorta di acciaio naturale che cresce rapidamente, assorbe alti livelli di ossido di carbonio e limita l’effetto serra». Materia poco coltivate in Italia che però, visto il clima mite della nostro Paese si potrebbe «incentivare economicamente gli agricoltori italiani a coltivare tali colture così da creare una sorta di filiera agricola-meccanica». 

Antonella non solo ha partecipato, ma ha anche vinto la seconda edizione de “I AM FCA – Innovation Award Millennials promosso da FCA”, il contest nato su iniziativa di Fiat Chrysler Automobiles rivolto a studenti triennali e magistrali di Economia. Obiettivo del contest era quello di ottenere precise indicazioni su come i Millennials – così sono chiamati i giovani nati a cavallo tra la fine dello scorso secolo e l’inizio di questo – immaginano le vetture di domani. «Ho ricevuto la notizia qualche giorno addietro: sono tanto felice quanto sorpresa perchè del tutto inaspettato vista la grande partecipazione al contest».

L’edizione 2017 si è contraddistinta per l’elevato numero di partecipanti che ha coinvolto sei degli atenei dell’Italia centro-meridionale: l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, l’Università degli Studi del Molise, l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara, l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e l’Università degli Studi della Basilicata. A fronte del coinvolgimento di quasi 5mila studenti in 80 aule,sono stati ben 1.326 i giovani che hanno presentato un progetto, in pratica più di uno ogni quattro partecipanti. 

Per aderire al contest era necessario rispondere con un massimo di 4mila caratteri ad alcune domande: “Come immagini le auto tra 15 anni?”, “Che cosa faresti con la tua auto se potessi?”, “Che cosa ti aspetti i produttori di auto dovrebbero fare per migliorare la tua vita?” e “Musica, social network e digital life: come le auto possono migliorare la tua esperienza con essi?”. Antonella ha vinto il contest per quanto riguarda l’Università del Molise ed è una delle sei vincitrici alle quali sarà data la possibilità di poter lavorare in un impianto FCA del Centro-Sud Italia. Mentre ai secondi classificati verrà consegnato un riconoscimento per il lavoro svolto.

Tutte le idee progettuali, sintetizzate nelle quattro risposte dei partecipanti, sono state analizzate e giudicate dall’Innovation Board valutatore, composto da quattro persone. In rappresentanza di Fiat Chrysler Automobiles: Daniele Chiari, Giorgio Cornacchia e Silvia Vernetti, rispettivamente responsabili per l’area EMEA di FCA di Product Planning & Institutional Relations, Engineering e del Centro Ricerche CRF, dell’ente Business Development. In rappresentanza degli atenei, il professor Mario Sorrentino, ordinario di Business planning e creazione d’impresa all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Direttore di Start up Lab.

«La partecipazione al contest era volontaria ed io – racconta Antonella – un pò per la passione che ho per le macchine, un pò per divertimento personale ho deciso di parteciparvi». All’inizio, dunque, solo un gioco e una curiosità in più da colmare.

Ma poi, «la scadenza per la consegna dei questionari era prevista per il 18 dicembre, io ho inviato tutto il 2. Non mi aspettavo più nulla ed invece a distanza di qualche settimana vengo contatta dagli organizzati i quali mi chiedono di sintetizzare le mie risposte, le miei idee progettuali in un video di pochi minuti». Ed è ora che il gioco iniziale diventa una sfida da vincere per la ragazza di Portocannone. «A questo punto, sorpresa dalla chiamata e dalla richiesta, ho cercato di creare un video all’altezza della situazione». Video, che sarà reso pubblico dopo la cerimonia di premiazione, risultato vincente. 

Il progetto “verde” di Antonella si basa su due principi fondamentali: il rispetto dell’ambiente e la sicurezza stradale. Se nel primo caso, l’idea di utilizzare materie prime quali canapa e bambù per poi creare un circolo virtuoso tra agricoltori e produttori di autovetture è molto innovativo quanto suggestivo; per migliorare la sicurezza stradale, la laureanda di Portocannone sfrutterebbe e svilupperebbe al meglio la tecnologia già in possesso a bordo dell’autovettura. «In caso di sonnolenza o malori vorrei avere la possibilità di sfruttare un computer di bordo che mi faccia arrivare a destinazione preimpostate nel minor tempo possibile attraverso l’ausilio, ad esempio, di Google Maps, così da poter raggiungere l’ospedale tempestivamente». O magari «sviluppare dei sensori da poter collegare al computer di bordo che possa fare l’alcol test e, nel caso di positività, far partire il pilota automatico». Così facendo, arrivando a questo livello di tecnologia «la sicurezza, così garantita, diventerebbe sicuramente uno dei fattori di vantaggio competitivo per il mercato automobilistico».

«Attendo con un sentimento misto di ansia e gioia il giorno della premiazione – conclude Antonella -, sono felice e non vedo l’ora di affrontare la nuova esperienza formativa, e lavorativa, che la vittoria al contest mi permetterà di fare». 

di Alessandro Corroppoli (da primonumero.it)

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