Fate presto!
Venite subito nel Molise. Possibilmente prima che i Molisani lo distruggano….
di Franco Valente – fb
20 luglio 2020
Appello inascoltato del 16 gennaio 2020. Prima del Coronavirus
La TRICORA è una piccola chiesa a tre absidi due delle quali sono contrapposte.
Di queste architetture dell’alto medioevo in Europa e nel Bacino Mediterraneo credo che non ce ne siano più di 5.
Due stanno nel territorio di S. Vincenzo al Volturno.
La prima è la celebre chiesa di S. Maria in Insula che contiene la Cripta di Epifanio.
La seconda, da me scoperta nel 1984, si trova nel territorio di Monteroduni, sul confine con la Campania, accanto ai ruderi di Ponte Latrone sul Volturno.
È una chiesa databile tra l’VIII e il IX secolo.
Anche se piccolissima è di importanza straordinaria per la storia dell’architettura.
Sono tornato dopo qualche anno sul sito e la delusione è stata grande.
Sembra di trovarsi in un campo di concentramento limitato da reticolati, fili spinati, palificate, baracche in un ambiente massacrato dalle ruspe per una terrificante opera di bonifica del fiume Volturno fatta con i soldi della Regione Molise.
La prima reazione è stata quella di fare un nuovo esposto alla Magistratura, ma poi ho riflettuto sulla inutilità di chiedere l’intervento di un qualsiasi magistrato su una questione che può interessare al massimo l’addetto al protocollo del Palazzo di Giustizia per il tempo perduto a registrare una nuova ed inutile denuncia.
La seconda reazione è stata quella di segnalare alla pubblica opinione (come sto facendo) lo stato dei luoghi nella piena consapevolezza che dei disastri ambientali l’ultimo ad avere interesse è il Ministro per i Beni Culturali.
Soprattutto perché il fiume Volturno e Ponte Latrone sono luoghi di particolare interesse archeologico.
Anche se in cuor mio sono terrorizzato all’idea che possano interessarsi del Ponte e della Tricora gli stessi archeologi che hanno massacrato S. Vincenzo al Volturno, Pietrabbondante, Larino e via dicendo.
Di Ponte Latrone e dei misteri che lo contornano nel passato si sono interessati Ciarlanti, Cotugno, Lucenteforte, Masciotta, Perrella, Trutta, Mattei e, recentemente dopo la mia riscoperta, Hodges, Caiazza, Viti.
Tutti hanno ribadito la sua importanza nel quadro della viabilità antica della dorsale appenninica.
Tutti, escluso il Ministero per i Beni Culturali che, per confermare la sua inutilità nella tutela del patrimonio archeologico e paesaggistico, ne ignora l’esistenza e, probabilmente, se lo conoscesse, ne auspicherebbe il crollo definitivo.
Ora, a parte le recinzioni e l’abbandono generale, la parte più drammatica non è rappresentata dalla sporcizia che galleggia, ma dall’erosione dei piedi dei due piloni che dopo duemila anni minacciano di crollare definitivamente.
Le immagini che potete vedere non hanno bisogno di commenti.
(Nella foto: la piccola chiesa de La TRICORA).
di Franco Valente – fb