I libri, l’ispirazione e la guerra della memoriaI libri, l’ispirazione e la guerra della memoria
“Figli del Toro”, come “Viteliu” e gli altri che vedranno la luce, nasce dalla necessità di ricordare la vita e la storia di un intero Popolo
di Nicola Mastronardi – fb
16 novembre 2020
Le opere, i libri e soprattutto i romanzi, nascono in tanti modi. C’è chi dice di aver trovato manoscritti, chi si serve di libri antichi e chi si perde in una selva oscura. Artifici inventati per iniziare la narrazione, presentarla ai lettori, darle quasi una giustificazione di esistenza. In realtà le opere di tutti gli autori, in tutti i tempi, devono tutto ad una mai ben codificata “ispirazione”. Appunto, cos’è l’ispirazione. Tutto ha inizio con una goccia di pensiero. Una “idea” che si accende e illumina la coscienza, letteralmente. Intorno a questa goccia primigenia – quale seme indispensabile – si generano le altre; arrivano, una dopo l’altra, lampo dopo lampo, molecola dopo molecola, a volte a gruppi e divengono un rigagnolo, poi un fiume che, se seguito dal beneficiario – il potenziale autore – inevitabilmente trova il suo compimento nel mare più o meno grande dell’opera d’arte. La goccia, il seme, il lampo. Quando e come avvengono? Chi li genera? Si possono “cercare”, provocare, invocare?
Per la mia modesta esperienza quella goccia di pensiero è un dono che ha a che fare con il trascendentale. Se essa non c’è, vanamente un autore, che sia uno scrittore o un musicista, può scrivere qualcosa di vero e di grande. La tecnica potrà portarlo a scrivere lo stesso, ma qualunque opera che sia priva di quella Immissione di Spirito che Omero e Virgilio chiedevano alle muse sarà un puro esercizio accademico e mai un’opera d’arte; men che mai un capolavoro. Perché sarà privo di “anima” – particella della energia immortale dell’Amore che tutto muove – e dunque non arriverà a toccare e muovere quelle dei lettori come degli ascoltatori.
Le mie storie traggono origine da una folata di vento che muove le cime degli alberi durante una passeggiata solitaria a cavallo in Alto Sannio; le prime “gocce” possono arrivare da un brivido ricevuto attraverso la mia mano che tocca una pietra rotolata dall’alto: oppure dalle visioni: scene che si presentano, nitide, alla mente ad occhi aperti, illuminazioni che arrivano in un particolare stato della coscienza o di vibrazione dell’animo. Poi, puntualmente, arrivano persone – testimoni o messaggeri li chiamo io – che si avvicinano per diversi scopi. Spingermi a trasformare le gocce in oceano, incoraggiarmi con il loro entusiasmo o anche per raccontarmi ciò che loro “vedono” e sentono. Ecco, le altre gocce, i gruppi di molecole, arrivano addirittura ad altre anime che sentono il bisogno di raccontarmele.
Sorgente “prima” di tutto questo – per quanto mi riguarda – sono gli spiriti di coloro che da oltre duemila anni chiedono di essere ricordati, finalmente. I miei libri nascono dalla loro palpabile presenza qui, nei luoghi in cui anche io sono nato. La loro “energia” è ancora attaccata alla Terra che i loro Padri scelsero, che ha allevato la loro gente per generazioni e per la libertà della quale “loro” hanno combattuto, testardi e instancabili, fino alla morte. Figli del Toro, come Viteliu e gli altri che vedranno la luce, nasce dalla necessità di ricordare la vita e la storia di un intero Popolo e gli alti ideali di libertà e giustizia di cui fu portatore, insieme al contributo che questa gente diede alla grande storia d’Italia e di Roma. Per non render vano l’olocausto e l’orribile sacrificio celebrato sull’altare della crudeltà di che ne volle l’oblìo.
No, Lucio Cornelio Silla non vincerà la guerra della damnatio memoriae alla quale condannò la mia gente. Non più. La guerra per la giusta memoria è appena cominciata.
di Nicola Mastronardi – fb