• 10/03/2022

Una targa sul castello di Cerro

Il ricordo che meriterebbe Maurits Cornelis Escher per il suo passaggio nella Valle del Volturno

di Franco Valente – fb

2 ottobre 2022

Palmira Carracillo ha dato notizia di aver completato il suo saggio sul passaggio di Maurits Cornelis Escher nella Valle del Volturno.
Il lavoro di Palmira Carracillo riempie di orgoglio chi ama questo territorio perché consente di dare nuovo vigore a tutte quelle iniziative che comunque aiutino a valorizzare il nostro patrimonio antico.

Tra i compiti dell’Istituto Italiano dei Castelli vi anche quello di segnalare nei modi più semplici l’importanza dei luoghi anche con l’apposizione di targhe che ricordino particolari avvenimenti. Se ne parlerà nel prossimo direttivo della sezione molisana che sicuramente, secondo il solito, sosterrà l’iniziativa.

Spero che la ricerca di Palmira Carracillo possa essere presto a disposizione di un vasto pubblico. Potrebbe essere anche l’occasione per dare nuovo impulso alle iniziative dell’Amministrazione di Cerro a Volturno presieduta dal sindaco Remo Di Ianni, per dare un ruolo significativo a un castello che è il perno del sistema militare antico del Volturno.
Come spesso è stato ribadito anche dall’assessore regionale Vincenzo Cotugno.
Qualcosa si deve fare e le condizioni vi sono. È solo un problema di programmazione.

Le targhe sui monumenti servono anche a ricordare l’importanza della loro esistenza in vita.
Così Palmira Carracillo sintetizza:
“MAURITS CORNELIS ESCHER E IL CASTELLO DI CERRO.
Se oggi è possibile ammirare una straordinaria opera d’arte, nella National Gallery of Canada di Ottawa, che ritrae il castello di Cerro al Volturno, con il paese sottostante abbarbicato alla roccia in una dimensione fiabesca, è perchè il grande artista olandese M.C. Escher vide in esso qualcosa che corrispondeva al suo forte richiamo per i paesaggi che evocavano stupore. Escher è l’artista grafico più importante del ‘900, noto per le sue straordinarie opere d’arte costruite sull’illusione e sul ragionamento matematico, ma pochi sanno che alla base del suo ingegno c’è anche un pezzo di Molise.Nel maggio del 1929, l’artista decise di visitare anche i paesi della Valle del Volturno, dove rimase per qualche giorno, il tempo di incontrare persone del luogo e raccogliere emozioni e materiali per le sue opere. In verità la memoria di questa storia, che fa parte delle tante storie dei suoi viaggi, raccolte in un diario personale, era conservata fino a ieri solo nella famosa xilografia del castello di Cerro. Oggi però, grazie ad una ricerca, è possibile ritrovarla in foto e disegni che mostrano l’excursus di questo artista nella nostra terra.Legare anche la nostra Regione alle opere e alle fotografie di Escher, con riferimenti e targhe, significherebbe non solo dare una localizzazione geografica all’opera stessa, spesso confusa con un paesaggio abruzzese, ma andrebbe ad arricchire il valore storico, culturale e paesaggistico di un territorio che è esistito nello sguardo di questo grande artista.”

di Franco Valente – fb

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