FRED “TORNA” FRA I VICOLI DELLA SUA CAMPOBASSO
Con l’inaugurazione della statua al cantautore, un altro passo di un Molise che si muove
di Pierluigi Giorgio
10 novembre 2020
8 ottobre 2019 – 8 ottobre 2020: il Comune di Campobasso è stato di parola! Dopo aver ponderato, ascoltato voci varie che arrivavano da gente di cultura e popolo, fra proposte costruttive e disfattiste, cittadini bendisposti e critiche che si basavano solo su puerili ripicche o mugugni masticati come ripetitivi, atavici mantra, l’Amministrazione comunale ha mantenuto fede all’intento di dedicare qualcosa -dopo le luminarie natalizie che riportano i titoli delle più note canzoni- ad Alfredo Buongusto, in arte Fred, cantautore di fama internazionale e l’amore incondizionato per Campobasso, luogo di nascita e il suo Molise, dedicandogli una statua in bronzo, alla presenza della figlia Blyth Barrymore Bongusto e della nipote, creata dal Maestro Alessandro Caetani (Politici della Regione latitanti!!) e realizzata dalla Storica Pontificia Fonderia di Agnone dei fratelli Marinelli. Un manufatto semplice, come la cerimonia che l’ha contraddistinta in osservanza dei dettami del regolamento Covid, a portata della gente da lui amata fra i gradini del borgo storico che s’inerpicano verso i monti e il Castello Monforte, a due passi dalla casa dove nacque tra Via Marconi e Via Benevento: il cantante che imbraccia la chitarra e offre il canto al popolo in uno slargo che -nel progetto del sindaco e dell’Amministrazione- porterà fra qualche anno il suo nome. Un atto dovuto che finalmente sfata il “Nemo propheta in patria!”. Va anche detto che già da alcuni anni, i fratelli Carozza, Antonello e Tiziano, rappresentano con grande riscontro “Buon Compleanno Fred” al Teatro Savoia. Fred purtroppo respirò nel tempo qui in Molise, quell’aria di lassismo preconcetto, invidia, snobismo, e supponenza provinciale che hanno diradato sempre più, le sue sortite tra noi e lo portarono a scrivere, tra nostalgia e amarezza “ Mulise, puozz’ esse’ accis… Pur desiderando sempre di tornare, per un caffè tra le vie del centro e due chiacchiere con gli amici cari, veri, che non ha mai perduto; amore mai vanificato, sino a pochi giorni dalla scomparsa di un anno fa. Credo che mai alcuno che si sia per una volta spostato per anni fuori regione, non ami la propria terra di un affetto viscerale, spontaneo (la voce del cuore si riconosce per chi sa sentire!) come loro; sentimento spesso equivocato dalla sciocca prevenzione dei conterranei. Artisti con l’impulso di raccontarla, di farla conoscere agli altri che non sono di qui, che porta a dire: “Esiste il Molise ed ora io ve lo canto, ve lo narro!”. Chissà, forse una delle ragioni della sconfitta ultima dei Sanniti contro i Romani, fu proprio la mancanza di contatto immediato, la condivisione d’idee o il disaccordo fra “tribù e tribù” e quando corsero ai ripari era ormai drammaticamente troppo tardi: qualcosa di questa eredità genetica è indubbiamente rimasta nelle pingui corporature nostrane!… Naturalmente lo affermo senza alcun accertato fondamento storico ma in qualità di umile “capomastro della narrazione”, come ebbe a dire, sfottendo a suo tempo, un tizio un po’ frustrato e che non fu degno di risposta!
Un plauso dunque all’Amministrazione comunale: un gesto dovuto che fa onore ed esce dai soliti schemi e rituali noti de: “Lassa st’ u’ munn cumme ze trova!” Un gesto significativo, come quello, quest’estate, di San Giovanni in Galdo che ha smosso gente di fuori a visitare e conoscere restando stupefatti, il Molise. Un altro passo di un Molise che si muove… Pronti dunque a nuove, concrete iniziative!
Credo che anche Casacalenda, paese d’origine di Giose Rimanelli, grande scrittore transnazionale, debba prendere esempio dal Capoluogo con un gesto che onori la memoria e il suo affetto, mostrato in una miriade di testi, canzoni, poesie per questa terra. Ora, a mio avviso, bisogna fare qualcosa in più per Fred, come ho suggerito al sindaco Roberto Gravina (un’idea che fra i primi ebbe Franco Valente): una struttura artistica “viva”, polifunzionale a suo nome, musicale in primis, maggiormente in linea con la vita, l’opera, l’impegno del nostro illustre concittadino. Dal canto mio, posso dedicargli con modestia, solo una poesia che a lui s’ispira traendo spunto dalle parole “galeotte” di una canzone fra le tante (in parte qui virgolettate) che, con il magico alone romantico delle frasi e la sua calda, voce confidenziale, hanno influenzato moltitudini di coppie nel dare vita al loro rapporto d’amore…
IO, TE… E FRED: Non ho vocaboli per te/io così avvezzo alle parole/-non son quelle poesia!-/quando è qui che siamo noi,/ e “il nostro disco che suona”/come direbbe Fred, il dolce molisano,/che ci offrì le sue canzoni/e ci fece innamorare/ prendendoci per mano:/“… Rimaniamo vicini cosi’/fino all’alba e ti dimostro/ che questo non e’/ un capriccio d’agosto…/C’incontreremo ancora io e te/su quella spiaggia vuota/abitata dalla luna…”
Ricordi il suo canto?…/Si, io e te, siamo noi quel cantico/ogni volta che t’ incontro/mentre affondi nel mio abbraccio/e mi guardi nel profondo/quando dici: “Ancora…ancora”/nella danza dell’amore./“Balliamo?… E’ da tanto tempo che non lo facciamo…/Ma come ho fatto a stare la’ con te/in tutto quel silenzio … e’ da allora che ci penso…/C’incontreremo ancora amore mio/ma dove dico io: immagina che scena/noi due con quella luna…”/I versi…/E correr noi nei campi ridendo a squarciagola,/sdraiarsi sopra l’erba con gli occhi dentro il cielo./Sedersi lì nel bar, narrarsi della vita,/donarci il nostro bacio/“nu’ vas doce doce…”/“Questo nostro grande amore…/C’incontreremo ancora amore mio/e quanto e’ vero iddio/se chiude gli occhi il mare/ti rubero’ l’amore…”
di Pierluigi Giorgio