• 07/22/2021

The last twenty: Tappa in Abruzzo–Molise

I più piccoli insieme ai più poveri per costruire il presente

di Villaggio della Pace

22 luglio 2021

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A cura del Villaggio della Pace, ITRIA (itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Diocesi di Sulmona, Diocesi di Campobasso- Bojano e Diocesi di Trivento, Università degli Studi dell’Aquila, CEI (Ufficio nazionale turismo, sport e tempo libero) Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e la cultura e Parco Culturale De Finibus Terrae, Whad (World Halal Development), Italia Batti muslim friendly.
In collaborazione con i Comuni di Agnone, Castel del Giudice e Colle d’Anchise.
DATE: 17 settembre – 20 settembre 2021. 21 settembre Marcia della Pace The Last Twenty nasce dall’esigenza di dare voce a Paesi, comunità e minoranze oppresse, spesso relegate al ruolo di realtà invisibili agli occhi dei ‘Grandi’ della terra, per iniziare un percorso di conoscenza, incontro e dialogo affinché si possano migliorare pratiche e politiche internazionali insieme. I Paesi che prendendo parte al Last Twenty sono: Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Ciad, Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Libano, Liberia, Malawi, Mali, RD Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sudan e Yemen. I giovani italiani, rappresentanti politici e religiosi e la società civile insieme a Capi di Stato, ambasciatori, comunità delle Diaspore africane e associazioni internazionali insieme rispondono al G20 in programma il 30 e 31 ottobre 2021 a Roma. Reggio Calabria, Roma, L’Aquila, Sulmona, Agnone, Castel del Giudice, Piana dei Mulini (Colle d’Anchise), Castelpetroso, Milano e Leuca saranno la cornice di questo incontro internazionale di dialogo, ascolto, confronto e proposte. L’esperienza pandemica può essere l’occasione per far nascere una coesione globale nella costruzione di una società inclusiva, attenta, solidale e comunitaria. Il Villaggio della Pace porta avanti tavole rotonde in cui i giovani ‘Consiglieri’ sono assoluti protagonisti con le loro domande, curiosità, propositi e proposte mentre i Cittadini mettono a disposizione l’esperienza e la professionalità in conversazioni informali su temi importanti e fondamentali, dalla Carta Universale dei Diritti Umani alle tematiche che riguardano le sfide globali e locali.
Ad animare le giornate ci saranno proiezioni e spettacoli, tra cui nel pomeriggio del 17 settembre tre Cori di progetti con le ASL: il Coro Note Magiche diretto da Emanuela Giudice (ASL RM 2), la C.O.S.M.I.C. Sband & Friends diretto da Sebastiano Forti (ASL RM 6) di Roma e il coro di Padre Alex Zanotelli di Napoli.
Sempre il 17 settembre “Tre fedi un solo Dio”: un concerto dedicato alle tre grandi religioni monoteiste (evento inaugurale) con le voci di Patrizia Bovi, Françoise Atlan e Fadia Tomb El-Hage. Canti sufi, maroniti, della tradizione ebraica e cristiana accompagnate dal liuto di Peppe Frana e da salterio e percussioni di Gabriele Miracle.
Il 18 settembre ad accompagnare la serata la musica della Jovica Jovic balkan orkestar.
Il 19 settembre spettacolo di contaminazioni musicali tra i maestri della zampogna e musicisti africani dei Last Twenty.
A chiudere il 20 settembre l’Amazing Grace Gospel Choir di Timothy Martin con la British Paraorchestra.
E poi cinema, laboratori, sport e incontri con le comunità rappresentanti del L20. A chiusura di questa tappa del L20, il 21 settembre è in programma la Marcia della Pace a Castelpetroso in occasione della Giornata Internazionale della Pace. L’Aquila, Sulmona, Agnone, Castel Del Giudice, Piana dei Mulini (Colle d’Anchise) si animeranno per ragionare e confrontarsi in otto tavoli con quanti già hanno confermato la presenza oltre a sette Capi di Stato.
Durante le 4 giornate sarà possibile visitare l’allestimento itinerante “La parola dipinta per la pace “dell’artista Shamira Minozzi, un mosaico meraviglioso dove i dipinti raffigurano i simboli, le caratteristiche e gli aspetti storici e culturali di tutte e tre le religioni e sono concepiti per stare vicini, in perfetta armonia tra loro, senza barriere e senza che uno prevarichi l’altro. Ognuno esprime pienamente la propria identità, natura e bellezza. 17 settembre L’Aquila – Università Istruzione, mobilità e salute. Il principio di prossimità come possibile alternativa Questa tavola rotonda tratta la connessione tra il diritto all’istruzione, il diritto alla salute e l’accesso alle infrastrutture. Occorre ovviare alle difficoltà che molti giovani vivono quotidianamente in più parti del mondo, dove intraprendono odissee per andare a scuola e dove la qualità della vita non può migliorare in assenza di presidi sanitari locali decentralizzati e di ultima generazione. Un dialogo su come agire per agevolare l’accesso alla conoscenza, alla sanità, ai servizi di trasporto e costruire ponti di sviluppo culturale in grado di eliminare le barriere geografiche. Cultura, eccellenza della cura comune dei beni Fraternità e amicizia sociale: diritto alla bellezza e al turismo “Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici”. Articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa tavola rotonda pone in relazione la condizione sociale e ambientale odierna mettendo in risalto la fratellanza e lo sviluppo culturale. La cura della persona e la tutela delle realtà sociali, l’importanza di una identità collettiva nel rispetto della natura, delle opere, delle tradizioni come stimoli per costruire una società inclusiva e solidale. Ore 18.30 – La parola dipinta per la pace L’artista Shamira Minozzi racconta il suo lavoro artistico sul dialogo interreligioso e presenta alcune sue opere ponte tra popoli e religioni. 18 settembre Sulmona – Cattedrale e Teatro Comunicazione e Design: inclusione sociale L’accessibilità come principio universale Questa tavola rotonda tratta della stretta connessione tra tecnologia e innovazione sociale. – L’utilità globale della divulgazione scientifica e il suo ruolo nella costruzione di città accessibili e funzionali. – L’importanza delle parole e della comunicazione come veicolo di cultura e di inclusione. – Il potere della musica, dello sport e dell’arte come strumento per divulgare insegnamenti. Economia circolare e sviluppo sociale.
 Promozione di dialoghi sulla Pace e sui diritti umani ai giovani. Questa tavola rotonda tratta la stretta connessione tra economia e sviluppo sociale, analizzando come l’inclusione contribuisce al miglioramento dello sviluppo umano e lavorativo. Dialogo e confronto sono sinonimi di accoglienza e portano all’accrescimento della società stessa.
19 settembre AGNONE (mattina) Politica, l’arte di governare: educazione istituzionale. Sviluppo di un’educazione civica-economica comune internazionale. Questa tavola rotonda affronta lo studio dei ruoli delle istituzioni per comprenderne azioni e decisioni. – Incentivare un rapporto educativo che abbia risvolti sia relazionali che organizzativo-istituzionali; – Pensare a una riorganizzazione del contesto educativo in modo tale da favorire l’autonomia dei singoli e incoraggiare il confronto con la collettività; – Abbracciare la dichiarazione universale dei diritti umani, diventarne ambasciatori e attori principali nella divulgazione e nella messa in atto.
CASTEL DEL GIUDICE (pomeriggio) Corridoio verde: sviluppo economico. Affermazione della dignità di principi comuni nell’ambito del lavoro. Questa tavola rotonda osserva il legame tra lo sviluppo economico e il rispetto dei diritti e della dignità del lavoratore. Al centro del dibattito la necessità di regole comuni internazionali per assicurare pari dignità nell’ambito del lavoro e contrastare lo sfruttamento ed il lavoro non contrattualizzato. Ore 18.30 – Gli ultimi 20: poveri e anche invisibili? Come i giornali italiani raccontano la vita dei “The Last 20“: dal silenzio alla spettacolarizzazione. Un’analisi qualitativa condotta da un gruppo di ricerca composto da docenti e studenti del Dispoc (Dipartimento di Sc. Sociali, Politiche e Cognitive) dell’Ateneo senese, coordinata da Maurizio Boldrini e Tarcisio Lancioni.
20 settembre PIANA DEI MULINI Corridoi umanitari: rigenerazione urbana. Cambiamento del sistema ambientale e urbano. Questa tavola rotonda tratta l’innovazione urbanistica in chiave sociale, come mezzo di socializzazione tra gli abitanti dei quartieri e connessione ed inclusione di tutte le esigenze cittadine. Saranno discusse nuove forme di abitazione e rivalutazione di spazi urbani. Economia ecologica e giustizia sociale. La cooperazione è il motore dell’evoluzione. Questa tavola rotonda tratta la connessione tra il sistema economico e il sistema sanitario globale. Al centro del dibattito la Terra e il rispetto delle biodiversità. Dialogo e confronto per garantire la salute e il futuro, sviluppando un senso di comunità equo e solidale. Ore 18.30 – Sport paralimpico e storie di atleti dei Paesi dei Last20 21 Settembre Castelpetroso Marcia della Pace Percorso in corso di definizione. Eventi Laboratorio esperienziale di giochi antichi e tradizionali di Abruzzo, Molise e Paesi africani dei Last20. – Laboratorio di costruzione capanne universali della Pace. – Laboratorio di progettazione partecipata per realizzazione di un ponte costruito utilizzando messaggi sulla pace in lingue diverse ed utilizzando la simbologia di fedi e culture differenti. – Maratona sportiva con atleti olimpici e paralimpici di diverse fedi religiose. Le cucine del Libro Tutte le religioni, e anche molte filosofie, prevedono prescrizioni alimentari.
L’evento vuole idealmente riunire le regole alimentari delle tre religioni monoteiste, quelle cioè che si riconoscono nel Libro rivelato, la Bibbia, (Islam, Ebraismo e Cristianesimo) proponendo una cucina della pace e del rispetto. I cuochi, formati sulle diverse regole religiose, sostituiscono gli ingredienti proibiti o impuri cercando di mantenere il gusto e la sensorialità della cucina italiana. Ugualmente, possono spingersi in elaborazioni “fusion” con un accorto inserimento, in ricette tradizionali che non presentano già in origine controindicazioni per la loro certificazione, d’ingredienti “dedicati” come esempio di multiculturalismo. Anna Maria Aisha Tiozzo, Presidente di WHAD (world halal development) come fosse un talk show, spiegherà al pubblico le differenze delle tre regole ed esaltandone le somiglianze, perché le tre religioni su un punto di certo convergono: il mangiare è conviviale. Festival internazionale del dialogo interreligioso Il Festival prevede un percorso a tappe che si snoda all’interno di un Borgo/centro storico. Abbiamo selezionato alcuni romanzi su dialogo interreligioso e multiculturalismo (ad esempio Islam in Love di Rania Ibrahim, Capire il Corano di Farid Adly, Il Re il saggio ed il buffone di Shafique Keshavyee, Il tempo della solitudine di Masal Pas Bagdadi, etc) per trasformare i testi in spettacoli teatrali, minifilm, ambientazioni immersive, etc. così da permettere ai visitatori/turisti/cittadini di entrare, attraverso varie chiavi narrative, all’interno delle pagine dei libri ed avvicinarsi a temi complessi. In ognuno dei 3 giorni tali format si ripeteranno più volte ad orari prestabiliti. Inoltre, dipinti, fotografie, video, installazioni ed altre opere d’arte verranno esposti fra i vicoli, negli androni dei palazzi nobiliari, negli spazi monumentali e sui muri di edifici ecclesiastici sconsacrati. Altre opere saranno invece introdotte nei luoghi in abbandono lungo le strade del centro storico, botteghe chiuse, officine in disuso, magazzini dimenticati. Inoltre, ogni sera ci sarà uno spettacolo multisensoriale ed accessibile. Uno spettacolo multisensoriale, multietnico ed innovativo relativo alle culture dei 20 Paesi partecipanti al Last Twenty; un’atmosfera che ci ricongiunge alla nostra spiritualità ed al nostro io attraverso la bellezza della musica, la vivacità del teatro e la dimensione del cibo inteso come un armonioso coinvolgimento dei sensi. Nella prima parte dell’evento, sonorità inesplorate, toccheranno le corde emotive del pubblico attraverso vibrazioni, stimoli tattili, olfattivi, visivi e gustativi. Il buio, poi, accoglierà tutti, compresi gli artisti, per portare il teatro in una nuova dimensione, dove la vista abbandona la scena e lascia spazio agli altri sensi. Le parole si faranno più intense, i rumori più vividi, gli odori più forti ed in questa atmosfera ovattata ci ritroveremo immersi nel fluire della rappresentazione.
Chi confluisce nel mondo dell’accessibilità universale impara subito come il confine che si assegna comunemente ai diversi sensi può sfumare in arte, contaminazione culturale e sfociare nella condivisione ed accettazione della comune diversità. Un viaggio tra i sensi accompagnato da tradizioni, costumi ed usi di popolazioni che emergono soavi attraverso il cibo e ci ricongiungono alla dimensione religiosa, alle radici storiche ed al multiculturalismo. Il cibo ed il suo simbolismo. La rievocazione del lavoro dell’uomo, il potere della natura legato alla dimensione religiosa. Lo spettacolo adotta quindi la prospettiva interculturale, la promozione del dialogo e del confronto tra culture assumendo la varietà del cibo come identità stessa di integrazione, oltre che come occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze. Sotto una simbolica Tenda di Abramo che nella tradizione ebraica è una tenda aperta sui quattro lati per favorire l’accoglienza dell’ospite, le persone assisteranno ad uno show cooking interreligioso.
Tre chef internazionali cucineranno piatti della tradizione musulmana, cristiana ed ebraica che saranno gustati dai partecipanti attraverso una cena al buio lasciando che i sensi, spesso abbandonati, ritrovino, snaturati dai pregiudizi visivi e dalle preclusioni mentali, il piacere puro. Sezione cinema “Viandante, non esiste il cammino. Il cammino si fa camminando” Antonio Machado Nel pieno della pandemia vogliamo dedicare la manifestazione a viaggio e pellegrinaggio, con la speranza che presto questo male sia sconfitto e si possa tornare a viaggiare, vedere il mondo, incontrare la fede e le diversità. Il festival vuole rimettersi in moto, fedele alla sua anima nomade, e riflettere con il pubblico ed i tanti ospiti internazionali sulla potenza del cammino di fede, vissuto proprio come scoperta ed incontro non solo di altre fedi ma di una spiritualità più profonda e autentica. 

Questo è il significato della nostra ricerca: un itinerario volto a esplorare e creare sé stessi, non il veloce approdo a risposte preconfezionate. Proponiamo la consueta esplorazione delle differenze dopo oltre un anno di chiusura e di apatia. Rimettiamoci in cammino con lo zaino gonfio di speranza e pronti per un confronto doveroso con le altre realtà che compongono il mosaico della società odierna, ferita da un’emergenza sanitaria senza precedenti ma in cui solidarietà ed eroismo sono stati all’ordine del giorno per sconfiggere il virus dell’egoismo. Il Festival è un viaggio nelle differenze: di culti, credenze, visioni del mondo, ma anche di stili e linguaggi, per un mutuo arricchimento nel confronto e nella conoscenza reciproci. Accanto alla rassegna cinematografica focalizzata sulle opere artistiche (film cortometraggi, documentari, spettacoli teatrali, etc.) provenienti anche dai 20 Paesi del Last Twenty, propone anche spazi di discussione e di scambio, con un laboratorio di convivenza tra cineasti e operatori culturali di diverse fedi e nazionalità. L’evento rappresenta anche un momento di approfondimento e confronto sui temi del pluralismo religioso, dell’incontro tra persone di fedi e culture diverse, della convivenza sulla base di rispetto e conoscenza reciproci, e di come il cinema possa raccontarli.
Gli ospiti, in dialogo tra loro e con il pubblico dei partecipanti, porteranno la propria riflessione, ciascuno dalla propria prospettiva, sulle caratteristiche di una società multiculturale come quella in cui viviamo, sui processi di integrazione e sui possibili punti di frizione tra persone che condividono gli stessi spazi pubblici appartenendo a religioni diverse, sulla definizione del concetto stesso di cittadinanza, considerandone la naturale evoluzione. Riteniamo il cinema una delle grandi espressioni artistiche contemporanee e la tipologia del festival vuole in qualche modo accompagnare questo incontro tra voci diverse, attraverso la presenza congiunta di culture, etnie ed espressioni religiose differenti: tutto questo, però, cercando in sede di selezione dei film di non lasciarsi tentare da un aggettivo, ‘religioso’, che finirebbe per cristallizzare l’intero discorso. Non vogliamo produzioni apologetiche.
L’espressione spirituale si ottiene dalla qualità artistica dell’opera, basti pensare a cineasti come Pasolini e Bresson, capaci in maniera laica di raggiungere attraverso i propri film una carica trascendente Il cinema può raggiungere ambiti poi che altre espressioni artistiche non raggiungono, grazie ad una specificità di comunicazione che, in un quadro come detto non apologetico e attraverso il coinvolgimento di diverse espressioni religiose, ci permette una forma di dialogo verso il quale forse ancora non siamo del tutto abituati. Artisti Emanuela Giudice – Coro Note Magiche Cantante lirica, docente di tecnica vocale e canto, maestro del coro, specializzata nel metodo dell’Euritmica inventato dal pedagogo e musicista Jaques Dalcroze per l’insegnamento della musica ai bambini in età scolare, presidente Associazione Culturale Le Artivendole,. Ha all’attivo, come cantante lirica, collaborazioni con alcuni dei maggiori teatri e festival italiani tra cui il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Comunale di Bologna, l’Emilia-Romagna Festival, il FestivalOpera di Firenze, Festival ‘Lirica in Piazza’ affiancando alcuni grandi artisti del panorama lirico italiano ed internazionale tra cui Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Dimitra Theodossiu, Josè Cura, Oksana Dyka, sotto la direzione di importanti Direttori d’orchestra quali Julian Kovatchev, Massimiliano Caldi, e registi quali Federico Tiezzi. All’estero si è esibita in Francia, Tunisia, Sud America. Svolge intensa attività concertistica. Contemporanemente continua a coltivare il suo primo amore: la musica pop/rock collaborando con la band Opera funk, con il musicista Vukasin Rodic e con il Duo Dulcimer Ensemble. Insegna tecnica vocale e canto moderno e lirico in alcune scuole del territorio romano, tra cui il RefuJam Project, l’Accademia Romana di musica, Consonanze musica e Artidee. Sebastiano Forti – C.O.S.M.I.C. Sband Artista eclettico, suona tutta la gamma dei sassofoni, il clarinetto, recita e canta.
Comincia il suo percorso di studi col padre, musicista e musicologo, e si perfeziona allo IALS seguendo corsi di sassofono, voce, armonia, arrangiamento e big band. Consegue il Diploma di I livello in Canto jazz presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma. La sua formazione comprende corsi di danza, mimo e attore comico. Da oltre venticinque anni si esibisce su palchi italiani e esteri realizzando più di duemila concerti in festival, rassegne e premi, collezionando apparizioni televisive, radiofoniche e teatrali. Ha pubblicato quattordici album in cui è anche compositore e arrangiatore, e almeno altri venti dischi come collaboratore, direttore artistico, solista, cantante e turnista ed è attualmente in attività con una decina di band e gruppi musicali. Recensisce da vent’anni libri per bambini per la casa editrice Salani. Tiene regolarmente conferenze e corsi di sassofono, clarinetto, solfeggio, coro gospel e musica d’insieme. Dal 2014 è docente di canto, solfeggio e lettura dello spartito presso l’Accademia Internazionale di Teatro, dal 2000 insegna in diverse scuole comunali e della provincia di Roma e tiene corsi presso la Asl di Frascati. Dirige inoltre corsi innovativi come ear training, musica in culla e musica in fasce. “Tre fedi un solo Dio”: un concerto dedicato alle tre grandi religioni monoteiste Tre voci femminili – Patrizia Bovi, Françoise Atlan e Fadia Tomb El-Hage – eseguono canti sufi, maroniti, della tradizione ebraica e cristiana accompagnate dal liuto di Peppe Frana e da salterio e percussioni di Gabriele Miracle.
Un concerto che affratella le tre religioni del Libro grazie a melodie musulmane, cristiane ed ebraiche che inneggiano allo stesso Dio. Lo fanno in modi differenti, con lingue diverse e magari incomprensibili, ma tutte guardano alla stessa luce. Ogni tradizione musicale si nutre dell’altra. Tutte sono radicate nelle terre attorno al Mediterraneo: il mare è stato il loro liquido amniotico. Il programma comprende brani della tradizione sufi, come l’invito alla preghiera Ayyuhal Nas, o Tala’a a’alaynal badru, e canti maroniti, come Kyrie eleison, Ya Khaliqual akwani e Abo-d-Qûshto in arabo, siriano e aramaico. I canti della tradizione ebraica vengono dal Cantico dei Cantici oppure sono tratti da repertori come il giudaico provenzale Adonai be kol shofar, o i brani Ay madre e Cum mucha lecenzia che vengono dalle regioni balcaniche e dal Marocco, dove gli ebrei avevano trovato rifugio dopo la diaspora del 1492. I canti cristiani sono preghiere e inni alla Vergine Maria della mistica Ildegarda di Bingen o “conducti” e mottetti tratti dal Codice Las Huelgas del XIII secolo, un manoscritto in uso al monastero femminile di Santa Maria di Las Huelgas a Burgos; oltre ad alcuni brani di tradizione orale come lo Stabat Mater di Calenzana (Corsica) e il canto di passione delle donne di Ischitella (Puglia), E lu giovedì sante. La gran parte delle musiche, se si tolgono le parole, a orecchie occidentali suonano simili. In effetti sono tutte apparentate. E anche metafore e simboli usati nei testi si assomigliano. Ritorna spesso l’idea del giardino di delizie, e si usa l’immagine del giglio candido e della rosa per significare purezza virginale. Dunque, a conoscere bene questi repertori, si capisce quanto siano reciprocamente connessi. A dividere, insomma, non è la religione, ma l’incultura. Jovica Jovic balkan orkestar. Una piccola orchestra balcanica,multiforme e in continua evoluzione,che raccoglie in sè musicisti di diverse origini e bagagli culturali di lontane provenienze. Fonte d’ispirazione primaria è la musica Rom, espressione artistica di un popolo che sa riunire in una voce sola i diversi caratteri dell’Europa balcanica. Il gruppo nasce dall’incontro con Jovica Jovic Balval, fisarmonicista serbo di lunga esperienza e di profonde tradizioni e un gruppo di musicisti interessati alla musica gipsy,ai quali il maestro ha voluto insegnare il proprio stile e repertorio. Il loro repertorio è divertente e raffinato allo stesso tempo, ritmi incalzanti, intervalli orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere evocativo. La Jovica Jovic Balkan Orkestar fa ballare tutti e riesce a creare un’atmosfera magica e trascinante. Amazing Grace Gospel Choir Amazing Grace è il titolo di uno dei più antichi e popolari canti gospel della tradizione musicale afro-americana, un inno bellissimo alla grazia concessa da Dio agli uomini liberi. 

Da questa suggestione che racconta della radice spirituale della musica gospel, parte Amazing Grace Gospel Choir, una iniziativa culturale, in collaborazione con l’American University of Rome, per la conoscenza, la promozione e la diffusione della tradizione del gospel a Roma e in Italia. Amazing Grace vuole essere un punto di riferimento per lo studio della cultura, dello stile e del repertorio gospel e il primo passo per la costituzione a Roma di un coro Gospel professionale, permanente, aconfessionale e apolitico. ll coro è formato da circa 40 elementi provenienti da diversi Paesi del Mondo, ed è affiancato da vari musicisti. Porta in scena un repertorio di Gospel moderno, non rinunciando a reinterpretare classici della tradizione Afro-Americana. Timoty Martin. Direzione Artistica La direzione artistica e didattica di Amazing Grace Gospel Choir è a cura di Timothy Martin, tenore e performer afro-americano noto sulla scena nazionale ed internazionale, con una pluriennale esperienza nell’insegnamento del canto e da sempre attento alla diffusione e valorizzazione della tradizione gospel in Italia e all’estero. Attualmente è docente di storia della musica presso l’American University of Rome e docente di canto presso la Scuola di Musica Popolare di Testaccio a Roma. Inoltre, è impegnato in vari film, musical e rappresentazioni teatrali a Roma e in tournee.
Grazie alla cura e alla dedizione del maestro Martin, l’Amazing Grace Gospel Choir è una realtà in continua evoluzione, cresce e si arricchisce, approfondendo tutti gli aspetti della performance, con l’obiettivo di regalare al pubblico uno spettacolo sempre più ricco, coinvolgente ed emozionante. British Paraorchestra La British Paraorchestra, con sede a Bristol, è un’orchestra integrata di musicisti professionisti disabili e non disabili – la prima orchestra di questo genere in assoluto nel Regno Unito. Reinventare l’orchestra per il XXI secolo La paraorchestra è l’unico ensemble virtuoso mondiale di musicisti professionisti disabili e non disabili.
La loro missione è ridefinire ciò che può essere un’orchestra. Lo considerano un corpo straordinario e perfettamente sincronizzato di strumenti che si basano sulla tradizione dei secoli, ma che è arricchito e ampliato dai talenti, dagli strumenti e dallo zeitgeist del XXI secolo. La partecipazione di musicisti disabili e non disabili che suonano vecchio e nuovo repertorio, che comprendono strumenti digitali o assistenziali, insieme a quelli tradizionali, è un cambiamento nel mondo della musica orchestrale. Questa nuova «razza» di orchestra appartiene al festival rock tanto quanto in una sala concerti, raggiungendo la gamma più ampia di pubblico. Il direttore artistico, Charles Hazlewood, è sempre stato attratto dallo sviluppo di un lavoro che possa raggiungere la più ampia gamma di pubblico.
Questo approccio collaborativo unico alla produzione di musica ad alto ottano è impegnativo nella percezione mondiale dello status dei musicisti disabili nelle prestazioni classiche e della musica classica stessa. Charles Hazlewood. Direzione artistica Hazlewood è un musicista pluripremiato e rivoluzionario. Ha condotto alcuni dei più grandi repertori classici con alcune delle migliori orchestre del mondo ed è una presenza significativa della televisione e radio britannica. È il fondatore della Paraorchestra, i suoi show sono acclamati dalla critica e dal pubblico che lo hanno portato a calcare i palchi dei teatri di tutto il mondo; le sue innovazioni hanno creato nuove emozioni per il pubblico e per la musica d’orchestra e rivisitato anche il concetto di “orchestra” stesso. Hazlewood è un visionario con la missione di portare la gioia sempre moderna della musica orchestrale al pubblico del XXI secolo e di cambiare vita e comunità in meglio.

di Villaggio della Pace

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