• 01/14/2020

La storia di Amadou

Meglio irregolare che perfettamente inserito: Amadou, costretto alla fuga dal Molise e a rendersi invisibile per decisione di un giudice

di A. C. La Terra

14 gennaio 2020

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Aveva un lavoro, un futuro ormai delineato in Molise, una vita da ricostruire. E invece è dovuto fuggire via, costretto a rendersi invisibile dopo l’ennesima discutibile decisione di un giudice. Decisioni che, a quanto pare, da tempo, sono sempre più frequenti nei palazzi della giustizia molisana. E che per certi versi restano incomprensibili. La storia è quella di Amadou. E a raccontarla con il suo triste epilogo è la cooperativa Hayet della quale il giovane è stato uno dei soci originari.

“C’è dall’inizio e da sempre è stato un pilastro per le attività agricole della Fattoria Griot – spiegano -. La terra era la sua reggia, gli animali della fattoria i suoi protetti. Per seguire il sogno della cooperativa, nata con lui e grazie a lui, aveva anche coraggiosamente deciso di lasciare il sistema di accoglienza. Voleva cavarsela da solo ed investire nel suo futuro a Bojano. Poi un giudice del tribunale di Campobasso ha deciso che questo ragazzo venuto in Italia da un piccolo villaggio e diventato protagonista di una nascente impresa ‘molisafricana’ non avesse titolo a restare in questo paese, che tutto questo valore aggiunto da lui creato non era sufficiente a giustificare un regolare permesso di soggiorno. Altri tribunali avrebbero decretato diversamente, con più lungimiranza e rispetto per la persona umana. Invece, qui a Campobasso…meglio irregolare che perfettamente inserito”.

Amadou è andato via, fuggito non si sa bene nemmeno con quale direzione. “Con un lavoro tra le mani e un possibile futuro da costruire insieme agli altri soci italiani, è costretto a fare il ramingo in Italia o in Europa. Protagonista di un piccolo rilancio economico nell’area matesina, di un esempio virtuoso di inclusione e opportunità economica per sé e per altri, ora dovrà rendersi invisibile e vivere di espedienti. Cos’è la giustizia, quando gioca con la vita delle persone senza neanche guardarle in faccia? Dov’è la giustizia, quando la fredda legge diventa monumento di una cecità assoluta?”

La cooperativa lo ha voluto salutare pubblicamente ricordandolo così: “Ci resterà sempre nel cuore il suo sorriso. E i suoi sforzi per imparare l’italiano, l’imbarazzo del non esser mai andato a scuola, lo stupore di fronte ad ogni minima cosa di quello che per lui è un nuovo mondo. Mentre per noi, oggi, questo nuovo mondo così civile è in realtà e delle opportunità possibili”.

di A. C. La Terra

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