“Mulise, puozz’esse accise”
“Amo questa terra, ma sono profondamente deluso dalle genti, dalla politica che si è avvicendata negli anni”
di Pierluigi Giorgio – fb
21 settembre 2017
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“Mulise, puozz’e esse accise!” Molise che tu possa essere ucciso, possa andare in malora!… cantava anni fa Fred Bongusto in una dedica stridente alla sua terra, colma di affetto ma anche di delusione, rammarico, amarezza…
“Mulise, puozz’e esse accise!” ribadisco io: una terra che continuo ad amare -nonostante tutto- sempre ampiamente citata in documentari, articoli, ideazione e organizzazione di eventi, valorizzazioni: tutto in promozione e proiezione verso l’esterno; oltre il Molise! Una terra dove ho deciso di tornare qualche anno fa mettendo anche a disposizione la mia professionalità a favore degli Enti preposti alla cultura e al turismo: mai interpellato!… Si, amo questa terra, ma sono profondamente deluso in genere, dalle genti, dalla politica che si è avvicendata negli anni. Ora più che mai… I subdoli! Coloro che non ci mettono la faccia pronti a tirarla fuori quando intuiscono un tornaconto personale… Certo, non mancano gli apprezzamenti per ciò che ho fatto e continuo a fare ma poi s’arrestano là, senza concretizzazione: una concretizzazione che negli anni è andata avanti grazie alla mia nota determinazione. O alla realizzazione di progetti validi dei pochi che si rimboccano le maniche… Una forza che affonda radici nell’amore, l’entusiasmo, la passione e la certezza di agire per il bene… Ciò che si scontra con l’ignoranza, il lassismo, la stasi, l’invidia senza senso di chi non è in grado di fare e non vuol far fare; di chi agisce alle spalle o deve gratificare altri per scambio di “cortesie”, di chi vorrebbe avere le tue idee e capacità e “fa in corpo” perché non riesce e magari denigra, ironizza, sputa nel piatto dove mangia, ruba o tenta di sottrarre il progetto, banalizzandolo, soffocandolo nei ristretti confini regionali… Qui c’è gente che prima ti accoglie in pompa magna, fa scorrere i tappeti rossi sotto i piedi, t’invita al desco in casa, ti dà da mangiare; poi, non sazia incomincia ad assaggiare te, t’ingurgita e infine…ti vomita! Non l’ho mai permesso.
Altra leggenda metropolitana: c’è poi chi crede che io sia tornato nel Molise per “rinverdire” la notorietà (sic!) o per arricchirmi sfruttando le situazioni per cui mi attivo (arisic!): nel passato, spesso per svariati paesi e territori, ora fondamentalmente per Jelsi, il paese ove ho scelto di vivere. Solo un esempio: un sindaco del tempo che fu, ebbe addirittura a dire che in realtà non amavo Sant’Anna (co-patrona di Jelsi) ma -al pari dei commercianti delle bancarelle ambulanti giunte per la festa- sfruttavo la situazione per vendere il prodotto. Badate bene: al di là delle mie convinzioni spiritual-religiose, al di là che Jelsi ha ricevuto una lettera di ringraziamento dal Dalai Lama (che ha avuto il Premio La Traglia), ho fatto venire qui Tara Gandhi dall’India, Monsignor Louis Sako dall’Iraq, Birgil Kills Straight leader Sioux dal Sud Dakota (e via di questo passo) e non noccioline, palloncini o torroncini da ambulante; bene, questo signor sindaco per tutto il tempo del suo incarico ha ricevuto solo e sempre lustro dalle mie attività pro-paese, le ha usate a suo favore “facendosi bello” in interviste e svariate occasioni e sempre con misurata “stitichezza”, si è fatto scivolare qualche debole parola di apprezzamento personale solo quando pubblicamente e alla mia presenza, non poteva farne a meno… Inoltre, lungo tutto l’arco del suo mandato, non gli ho mai richiesto un solo euro di copertura per le manifestazioni. Era questa la voce “imparziale” del paese, da tempo messa a tacere nonostante tentativi di rinascita?… Questo l’apprezzamento?… Questo è il Molise “piccolo”, provinciale, con cui mi scontro e che spesso vuol restare piccolo, che alcuni/molti, vogliono che resti piccolo mentre ingrossano i loro interessi personali… Questo Molise delle discariche, dei veleni sotterranei, dei vantati “Parchi eolici”, dei tratturi sviliti e depauperati, delle sperpero in centinaia di sagre e di non adeguatamente sostenute e pubblicizzate valide tradizioni … Questo Molise scelto da alcuni (Moulin, ad esempio) e snobbato dai conterranei; questo Molise che come una vacca da latte è stato spremuto sino al parossismo dai pochi furbi che ora -mai satolli- vogliono servirsi anche delle magri carni. Questo Molise del “Lassa stà u’ munn cumme z’ trova” e che ancora vien presentato con ampia e compiacente retorica, quale terra con il minore tasso di criminalità! “Ma mi faccia il piacere!” avrebbe detto qualcuno. Come se -tra l’altro- la criminalità albergasse solo in strada e non tra seggi più elevati….
“Mulise, puozz’e esse accise!”… Il mio per questa terra è un sentimento frequentemente incompreso, frainteso, spesso deluso come fosse una bella donna -o il rapporto con la medesima- di cui conosci la nuca sino a che non rivela il vero volto. Una donna bipolare che oggi dice che sei speciale e domani ti sputtana come se niente fosse! Pronta a rinnegare, a giustificare i propri comportamenti per reazione a ciò che suppone dei tuoi atti, a seminare chiacchiere e maldicenze. Che fa coppia e si accoppia -al pari delle meretrici che si ammantano di lirismo e d’anima quale fumo negli occhi- con chi schifava (almeno a parole) solo poco tempo fa: false poetesse, “guerriere” fasulle, false gelide, distaccate e altere, banderuole pronte in un attimo -senza briciolo di dignità personale- a rimescolarsi nella melma e nel luridume. Millantatrici, sbrafone senza costrutto. Donne atte a blandire con ami accattivanti e soliti per poi crogiolarsi con beoti creduloni o copulare con lerci della peggior specie, ma senz’ombra di dubbio alla loro stessa stregua; ad annebbiarsi in pantagrueliche, smodate bevute con vini di sottomarca, a svendersi in modo immondo come merce in scadenza sui banchi di uno squallido mercato delle pulci frequentato da ancor più squallidi avventori e avventrici. Che schifo! Mamma che schifo!…
Ah Mulise Mulise, puozz’esse accise!
di Pierluigi Giorgio – fb