Esperienze di lettura e scrittura
Scrivere per me è un modo efficace di confrontarmi con gli altri in maniera critica ma aperta
di Umberto Berardo
6 luglio 2020
La persona che per primo mi ha introdotto alla lettura è stato mio nonno Nicolino che nelle lunghe serate invernali ci leggeva fiabe davanti al focolare scoppiettante.
Conservo ancora gelosamente quel volume ingiallito che accarezzo tra le mani come un gioiello.
In casa non ho respirato la consuetudine alla lettura perché la mia famiglia era povera e non ha mai avuto una sia pur piccola biblioteca.
È la scuola che mi ha fatto amare la lettura e sono ancora grato soprattutto a Domenicangelo Di Girolamo, mio docente di lingua e letteratura italiana, che mi regalava libri.
I generi letterari che ho prediletto nella vita sono stati diversi.
Fiabe, fumetti, mitologia e poesia mi hanno preso negli anni della scuola primaria e secondaria di primo grado in cui il Pinocchio di Collodi e La Fattoria degli animali di George Orwell sono stati i libri che forse ho amato di più per il senso di ricerca della libertà e dell’uguaglianza che si respira in ogni pagina.
Durante gli anni della scuola secondaria di secondo grado i generi prediletti sono stati narrativa, poesia e teatro e qui per ciascuno di essi citerei soprattutto Fontamara di Silone, gli Idilli di Leopardi e le opere di Pirandello e Dario Fo.
La saggistica ha finito per prevalere durante il corso di filosofia e pedagogia all’università e negli anni successivi.
Ho molto amato le opere della mitologia, dell’epica e del teatro greco non solo per il fascino immaginifico e l’eccezionale inventiva e creatività degli autori, ma soprattutto per una capacità di scrittura in grado di prendere e affascinare il lettore.
Sul piano della poesia, della narrativa e del teatro i grandi classici italiani e stranieri sono stati capaci di allargare la mia voglia di lettura con opere che hanno costituito il fondamento della mia sensibilità letteraria.
Non mi piace fare citazioni particolari di autori, ma non nasconderò che ho amato soprattutto poeti e scrittori capaci di pormi in riflessione rispetto ad esperienze significative di vita e che mi hanno permesso di confrontare il mio pensiero, le mie convinzioni e la mia interpretazione dell’esistenza con altri principi, valori diversi e stili di vita particolari e significativi.
Per tale ragione mi hanno preso interamente soprattutto le letture intense delle opere di Manzoni (I promessi sposi), Verga (I malavoglia), Victor Hugo (I miserabili), Pirandello (Il fu Mattia Pascal), Ignazio Silone (Fontamara), Moravia (La ciociara), Pasolini (Una vita violenta), Umberto Eco (Il nome della rosa), Fëdor Dostoevskij ( Delitto e Castigo, L’Idiota, I demoni, I fratelli Karamazov), Lev Tolstoj (Guerra e pace ed Anna Karenina), di James Joyce (Ulisse), di Franz Kafka (La metamorfosi, Il Processo), Albert Camus (Lo straniero, La peste, La caduta), di J.P. Sartre (La nausea), Vargas Losa (Storia di Maita), Gabriel Garcia Marquez ( Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera).
Tra i grandi poeti che hanno segnato le mie letture vorrei ricordare soprattutto G. Leopardi, Charles Baudelaire, Giuseppe Ungaretti, Pablo Neruda, Nazim Hikmet solo per fare qualche nome in un panorama davvero ricchissimo.
Gli anni dell’università e quelli della maturità non mi hanno allontanato dalla narrativa, ma, oltre alle opere di filosofia, mi hanno fatto prediligere, come dicevo, la saggistica e in questo genere il confronto delle idee e la maturazione di un orizzonte culturale davvero articolato è stato possibile soprattutto grazie a Karl Marx (Il capitale), Antonio Gramsci (I quaderni del carcere), Erik Fromm (Avere o essere), Erbert Marcuse (Eros e civiltà e L’uomo a una dimensione), Hannah Arendt ( La banalità del male), Toni Negri e Michael Hard (Impero e Moltitudine), Martin Luther King (La forza di amare), Zygmunt Bauman (L’etica in un mondo di consumatori), Noam Chomsky (Sistemi di potere), Naomi Klein ( Shock Economy), Hans Kung (Ciò che credo), Umberto Galimberti (L’ospite inquietante), Vito Mancuso (L’anima e il suo destino oppure La via della bellezza) anche qui solo per fare qualche nome.
Tutte queste fasi della mia esperienza di lettore mi hanno condotto poi alla scrittura alla quale sono approdato negli anni della maturità.
Ho pubblicato diversi volumi di narrativa e di saggistica e ho cooperato con alcuni amici all’organizzazione e alla pubblicazione di biografie e saggi.
Collaboro anche con diversi organi d’informazione cartacei e on line.
Come ha ben individuato più di un recensore dei miei volumi, scrivere per me è un modo efficace di confrontarmi con gli altri in maniera critica ma aperta, di testimoniare il mio modo di pensare e di essere nel mondo, con tanti dubbi, molte convinzioni mai mitizzate e il tentativo, con i proventi dei miei libri, di essere vicino a chi ha bisogno.
Se posso con molta circospezione dare un suggerimento è anzitutto di entrare in relazione con i libri perché in essi non c’é il pensiero veloce, superficiale e talora tossico del Web né l’altro talvolta vuoto, polemico, sguaiato, scurrile dei social, ma quello lento, riflessivo, costruito con padronanza linguistica, capacità di ricerca, ricchezza lessicale, spirito critico e volontà di percorrere gli orizzonti del bene.
Leggere è davvero essenziale perché ci fa entrare nel sapere, ci aiuta a vivere con razionalità, matura il pensiero e ci libera dall’oppressione di quanti vorrebbero imporre verità assolute dimenticando che la vita è un cammino di ricerca libero e capace di renderci aperti a sempre nuove esperienze.
Suggerire dei volumi può rischiare di farmi essere presuntuoso e non è neppure facile.
Credo che, al di là del fatto che si sia credenti o meno, un libro da leggere assolutamente sia la Bibbia perché è allo stesso tempo un’opera di poesia, di narrativa, di storia, di saggistica e di grande impulso meditativo.
D’altronde per comprendere la cultura nella quale ci siamo formati non possiamo prescindere da una tale opera.
Dovendo poi fare delle scelte, per la poesia suggerirei Nazim Hikmet e in particolar modo la raccolta “Poesie” per Newton Compton Editori 2005, per la saggistica la lettura dell’opera “La forza di amare” di Martin Luther King della SEI del 1965 ed oggi ripubblicata dalle Edizioni Terra Santa nel volume più ampio dal titolo Il dono d’amore. Sermoni da “La forza di amare” ed altri discorsi e L’obbedienza non è più una virtù di don Lorenzo Milani della Libreria editrice Fiorentina.
Un volume davvero bello e pieno di profonda umanità che raccomando è “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani.
Per la narrativa nel panorama italiano e internazionale c’è una ricchezza produttiva stupenda e dunque occorre solo passare in libreria per trovare testi vicini ai propri interessi.
L’amore per la ricerca e la produzione culturale mi ha impegnato insieme all’amico Leo Leone per ventisei anni come coordinatore della Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “P. Borsellino” diretta da don Alberto Conti
Ho curato con questi due amici la pubblicazione del volume “Paolo Borsellino: organizzare la speranza” Ed. Gruppo Abele e dei “Quaderni della solidarietà”
Sempre con Alberto Conti ho curato il volume “Leo Leone: il pensiero e la vita”
Sono coautore del volume “Don Alfredo Ricciuto: un arciprete tra chiesa e società” per i tipi di Gemmagraf.
Mi permetto infine di far menzione sia pure schematicamente della mia esperienza di scrittore.
Ho iniziato con l’antologia di racconti “Storie di vita” per pubblicare poi “Il teatro e la vita”, due commedie in dialetto, il romanzo “Il senso dei giorni”, in cui attraverso le vicende umane di una donna di nome Teresa porto il lettore a riflettere sui tanti eventi italiani dall’avvento del fascismo fino agli anni settanta del secolo scorso, per giungere ai due saggi “Se si sveglia l’utopia” e “Profilo di Nicola Scarano nel cinquantenario della nascita” mentre è appena uscito il mio nuovo romanzo “ Frammenti di espressioni esistenziali ” che presto sarà in libreria e mi auguro di poter presentare ai lettori.
di Umberto Berardo