• 11/04/2020

Dal sisma al covid

Con l’aiuto di esperti abbiamo elaborato un progetto di medicina sul territorio con proposte chiare e obiettivi precisi per tutelare la salute dei molisani 
(Lettera aperta ai sindaci)

di Antonio Di Lalla (Direttore de La Fonte)

4 novembre 2020

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TERREMOTO 2002

È davvero triste, dopo 18 anni, dover parlare ancora di quel terremoto che il 31 ottobre 2002 lacerò in modo indelebile le nostre comunità ma lo dobbiamo ai soggetti più deboli, a quelli che vivono ancora l’attesa esasperante della ricostruzione. Non è un rituale, per noi è un obbligo continuare ad alimentare la speranza indignata perché ci sia giustizia per tutti.

Ci furono errori da parte dello stato centrale che ancora oggi si ostina a non voler fare una legge chiara e precisa da applicare in modo scientifico ovunque si determinino calamità. Siccome non ci si può appellare alla certezza del diritto, le sciagure continuano a richiamare sciacalli pronti a versare lacrime di coccodrillo pur di farsi implorare poi come santi protettori. E per questo andazzo non stanno messi meglio quanti dopo di noi, come L’Aquila e il Centro Italia, hanno subìto negli anni gli scossoni della natura. Pedane per passerelle di politici senza scrupolo che in occasione degli anniversari osano lanciare strali contro la mancata ricostruzione. Sembrano così convincenti che sono i terremotati a doverli consolare finché non rientrano nelle macchine di servizio pronti ad andare a recitare sul palco successivo.

A livello locale i sindaci furono colti impreparati a far fronte all’emergenza e così il commissario poté fare per anni il bello e il cattivo tempo. A San Giuliano di Puglia il commissario Bertolaso, acclamato come eroe e dichiarato cittadino onorario, senza badare a spese, avviò il perverso ingranaggio che nel terremoto dell’Aquila si espresse al meglio e molti finirono nelle patrie galere. Comunque la cartolina della avvenuta ricostruzione fu messa in circolazione e amen. Gli altri paesi, invece, furono affidati al presidente della giunta regionale che a sua volta si creava dei sub, di tale livello da non distinguersi dal terremoto stesso.  Essi fecero sì che si procedesse a livello clientelare senza mai tracciare un piano di rinascita collettiva. Sconforto si aggiunse a desolazione e le comunità si ritrovarono in stato di abbandono ma anche con tante opere inutili realizzate. Hanno avuto il superfluo ma non l’essenziale. Possibile, per esempio, che non si sia stati capaci di un progetto per la valorizzazione del villaggio provvisorio di San Giuliano ridotto ormai a un cumulo di macerie?

COVID 19

Poiché dall’alto non è calato niente di buono nel passato, oggi a guardare i figuri che sgovernano la regione, per non farci prendere dallo sconforto, ci rivolgiamo a voi sindaci, ultimo baluardo prima della catastrofe. Se, colti impreparati come dopo il sisma, agirete individualmente otterrete sì qualcosa, magari a scapito degli altri, per il principio adottato dal potere ottuso che fa del dìvide et ìmpera la ragione della sua esistenza, ma servirà a poco. Oggi chiediamo, imploriamo la vostra coalizzazione. Ci avete provato con la richiesta dell’ospedale di Larino come centro covid ma forse il peso della coalizione era ancora fragile e lo sgovernatore regionale ebbe buon gioco. La giustezza di quella vostra richiesta comunque è sotto gli occhi di tutti. L’ospedale di Campobasso su cui, contro ogni logica, ha scommesso il presidente della giunta regionale, tale Donato Toma, mostra tutta la fragilità nel dover far fronte a questa seconda emergenza covid.

Con l’aiuto di esperti abbiamo elaborato un progetto di medicina sul territorio con proposte chiare e obiettivi precisi per tutelare la salute dei molisani e quella del territorio. Lo abbiamo offerto alla riflessione di diversi di voi, abbiamo accolto le vostre osservazioni, ora è il tempo che il manifesto (è nelle pagine 6-7 del n.ro di Novembre de La Fonte) vi coalizzi e diventi campo di battaglia a oltranza per impedire che un nuovo scippo faccia sì che un contentino venga disseminato sul territorio mentre il grosso del denaro finisca nelle abili mani di predatori senza scrupoli che ingrassano succhiando il sangue di cittadini inermi.

Cari sindaci, il futuro della nostra regione è nelle vostre mani. Se vi fate risucchiare dalla logica clientelare, se una concessione basterà per dividervi, se non saprete resistere alle sirene che vi promettono qualcosa a patto che rimaniate a casa, sarà l’inizio della fine. Le vostre apparenti conquiste individuali a vantaggio della comunità che amministrate ma a scapito della collettività non segneranno la vostra bravura ma il fallimento di un progetto con il conseguente crollo della casa comune.

Noi speriamo e auspichiamo che gli amministratori regionali si ravvedano e si lavori insieme per il bene comune senza arrivare allo scontro ma, qualora non dovesse essere così, è tempo di lotta a oltranza. Noi siamo pronti a sostenervi, voi giocatevi il mandato ricevuto dai cittadini per il bene del Molise. Sarebbe davvero triste e catastrofico dover lottare anche contro di voi per difendere la vostra salute e la nostra. 

di Antonio Di Lalla (Direttore de La Fonte)

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