20 anni per “la fonte”
L’APS La Terra, facendo gli auguri al mensile molisano, pubblica l’editoriale del suo Direttore
di Antonio Di Lalla
04 ottobre 2024
Venti anni, 219 quaderni, oltre 6.000 pagine. Un lavoro titanico, puntuale, entusiasmante, per noi che siamo solo artigiani della penna e viviamo alla giornata, senza certezze per il domani.
Grazie a voi lettori che ci supportate e sopportate, che ci incoraggiate e contestate, quando non condividete le nostre posizioni. Noi proseguiamo imperterriti cercando di leggere l’oggi con spirito critico, guidati da un unico presupposto che può essere riassunto con uno slogan attribuito ad Aristotele: “amicus Plato, sed magis amica veritas”, (amico di Platone, ma ancora di più della verità). La verità, dunque, anzitutto, a qualsiasi prezzo, per cui ci sentiamo cani da guardia della democrazia, giammai cani da riporto! Per tutti la stella polare è la Costituzione, per i cristiani anche il Vangelo, letto senza dogmatismi precostituiti.
Ogni numero è una sfida che si realizza grazie alle tante preziosissime persone che gratuitamente mettono a disposizione tempo, passione e sapere e competenze. Senza il loro fondamentale contributo sarebbe una fonte senza acqua!
Un grazie particolare a quelle persone che ci hanno accompagnati fino all’ultimo giorno della loro esistenza e che sentiamo ancora presenti: Piergiorgio Acquistapace, Leo Leone, Giulia D’ Ambrosio, Mario Travaglini, Annamaria Mastropietro, Marianna Salemme…
Grazie anche a chi si è fatto nostro compagno di viaggio solo per un tratto di strada.
In tutti questi anni abbiamo cercato di mantenere fede a quanto enunciavamo fin dal primo editoriale che riproponiamo.
La fonte amica
Bella o brutta, nuova o vecchia, artistica o comune, una fonte si caratterizza, innanzitutto, per l’acqua che vi scaturisce. Chi vi si reca ad attingere, sa già se la trova potabile, molle o calcarea, naturale o minerale, e va proprio lì e non ad un’altra perché risponde alle sue attese.
Allo stesso modo in un giornale, al di là della veste tipografica, che può essere accattivante o meno, fatto da professionisti o artigiani della penna, come nel caso nostro, ciò che conta primariamente sono le idee veicolate, il modo di porsi di fronte alla realtà. Consapevoli comunque che anche l’aspetto è importante, faremo del nostro meglio per renderlo fascinoso.
Ci siamo messi insieme, provenienti da più paesi, accomunati dal desiderio di leggere e dar risonanza agli avvenimenti dei nostri centri che, seppure piccoli, possono avere, anzi hanno, qualcosa da dire, desiderosi di interpretare la realtà e, perché no, anche di contribuire ad orientarla.
Abbiamo fatto una precisa scelta di campo: siamo di parte, ma non faziosi; sovversivi e paradossalmente costruttori di pace; giammai neutrali, perché immancabilmente significherebbe fare il gioco del più forte; polemici, anche rissosi, per la dialettica insita nelle cose e nello stesso tempo obiettivi, il più possibile. Forse faremo solo un buco nell’acqua. Ma non possiamo rimanercene a guardare oltre.
Poiché la verità è sinfonica e non può essere appannaggio esclusivo di alcuni, escludiamo ogni forma di dogmatismo e di fondamentalismo, ma, anzi, siamo pronti a confrontarci, riconoscere, apprezzare la verità colta da altri prima di noi, meglio di noi, a differenza di noi. Non lavoriamo sott’ acqua.
La fontana del villaggio era il luogo di ritrovo, di incontro, di comunicazione. Si attingevano e si trasmettevano notizie. Si faceva, in altre parole, cultura, nel senso vero e profondo e perciò sempre temuta dal potere dominante. Ogni comunità ne necessitava, pena la sua sopravvivenza, non solo fisica. La nostra ambizione è di fare di questi fogli un mezzo di dialogo innanzi tutto fra noi, ma anche con quelli che, essendo fuori per motivi di studio o di lavoro, sempre più problematico in una regione dove il terremoto non è l’unico flagello, vogliono rendersi partecipi della nostra vita.
È alla fonte che cuori aperti all’amore si recavano, si cercavano, si davano appuntamento perché le loro passioni potessero prendere consistenza. Questa fonte tenta di esprimere l’amore che ci lega alla nostra terra, le utopie che coltiviamo, le attese che nutrono i nostri sogni. Vorremmo che diventasse luogo di incontro e di confronto. Qualora fossimo costretti ad andar controcorrente, non sarà per disfattismo. Anzi. È l’acqua cheta che rovina i ponti.
La fonte è anche una persona degna di fede che trasmette notizie veritiere. Ci si può scommettere perché non inganna. E dunque il periodico che vi ritrovate tra le mani vuole essere la fonte amica da cui sgorga tutto questo ed altro ancora. Non senza la vostra partecipazione.
di Antonio Di Lalla
lì 04 ottobre 2024