Se non fosse ancora chiaro…
I migranti sono il mio pane e la vostra paura il mio companatico
di Antonio Santoriello – fb
24 Ottobre 2024
Molti credono che Salvini sia uno sprovveduto, per non usare altri termini, e, in qualche modo, ci fa piacere e ci rende più tranquilli rappresentarlo in tale veste.
Al contrario la strategia politica usata da Salvini, con tutte le sue cadute e i suoi scivoloni, persegue gli ideali e i fini che furono propri della Lega Nord, ma nel farlo utilizza altri mezzi.
Certo la Lega sovranista e nazionalista plasmata dal nuovo segretario sembra lontanissima dall’impostazione data da Bossi e ancora più lontana dalle tesi secessionistiche e federaliste di Gianfranco Miglio, il teorico della formazione politica che auspicava la divisione dell’Italia in tre macro aree: la Padania (Nord), l’Etruria (Centro) e il Mediterraneo (Sud) con quest’ultima proiettata più verso l’Africa che verso l’Europa e dove si sarebbero dovute “costituzionalizzare” le Mafie (Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra) in quanto espressioni di un potere diffuso.
La Lega di Salvini, nel suo nazionalismo di facciata, resta, al pari di quella che l’ha preceduta, eversiva, puntando in questa fase di avvicinamento dell’intento iniziale alla frammentazione della repubblica democratica e all’indebolimento dei suoi dettati costituzionali, utilizzando temi che colpiscono la pancia dell’elettorato passivo: l’immigrazione e l’ordine pubblico. In questa crociata “pro domo suo” sovverte sistematicamente le regole democratiche fondate sullo stato di diritto o modificandole o accusando coloro che ad esse si attengono di essere, per dirla in modo semplicistico, di “sinistra”. Nel fare ciò, per opportunità ha ampliato i suoi confini organizzativi imbarcando nelle regioni meridionali, che certamente non ne costituiscono la struttura portante e la leadership restando questa saldamente fissata tra Lombardia e Veneto, una serie di personaggi, ambigui o pronti al trasformismo più spinto pur di conservare posizioni di potere, e di pseudo movimenti autonomisti appartenenti più all’area del folklore che della politica. Fermo restando che tale zavorra sarà scaricata per strada appena si verificheranno le condizioni favorevoli ed auspicate.
Questo mutamento di prospettiva ha avuto il primo risultato di calendarizzare quella forma di secessione morbida costituita dall’autonomia differenziata e nella corsa a rimpiattino con l’altra forza di destra italiana, in uno scappellamento continuo di chi sia più di destra, a barattarla con il Premierato. Da queste due riforme dovrebbe venire fuori quella sorta di federalismo all’italiana, la quadra dell’unità nella pluralità, che purtroppo passando da Gioberti, attraverso Cattaneo e arrivando fino a Miglio, non è andata mai oltre le riflessioni teoriche e mai ci andrà.
Ed ecco che più che di questi temi, cogenti per il mantenimento di un sistema fondato su una Costituzione democratica che moltissime nazioni ci invidiano, le armi della distrazione di massa leghiste e destrorse puntano sulla demonizzazione dei migranti, degli ambientalisti, delle minoranze e sulle “vannacciate” buone un tanto al chilo (ma tanto lo scaricheranno prima o poi).
Quindi ritornando a Salvini, e alla percezione che si ha o si vuole avere di lui, la domanda del ci è o ci fa, sembra avere un’unica risposta!
di Antonio Santoriello – fb
25 Ottobre 2024