Castelli isolati a guardia di chissacché
Oggi è difficilmente comprensibile la ragione della collocazione di un maniero lontano da un centro urbano
da Flai.it
13 Dicembre 2024
Oggi è difficilmente comprensibile la ragione della collocazione di un maniero lontano da un centro urbano. È la stessa perplessità che suscitano le cinte ciclopiche sannite costruite sulle cime delle alture. La storia si ripete, contrariamente a quanto di solito si ritiene. I castelli che stanno da soli sono un ornamento del paesaggio
Le chiese e i castelli sono le sole testimonianze dell’alto medioevo, delle case dell’epoca non è sopravvissuta alcuna traccia. In comune questi due tipi di opera hanno in comune, repetita iuvant, alcune volte l’ubicazione che è la cima del colle su cui sorge l’abitato. Stanno alla medesima quota ma non è detto che formino un unico blocco. Ci sono casi in cui esse sono separate da una stretta via, ad esempio a Ripalimosani e a Torella, casi in cui si fronteggiano poste ai due lati di uno slargo, vedi Cantalupo, S. Giuliano di Puglia, Cercepiccola, casi, poi, in cui stanno attaccate, quali esemplificazioni si offrono Vastogirardi e Casacalenda, casi dove tali strutture sono collegate fra loro tramite gallerie aeree tra i quali vi sono Vinchiaturo e Bonefro, casi, infine, che le vede unite insieme da uno spazio vuoto come succede a Sepino e a Spinete il quale, comunque, non lo si può definire corte comune, termine nuovamente ripetuto, perché dagli edifici sacri non vi si può accedere.
La coppia chiesa-castello, con la chiesa che è inevitabilmente la chiesa parrocchiale, può essere convertita nel binomio potere civile-potere religioso e anche la collocazione al vertice del nucleo urbano rimanda al dominio di questi due poteri sull’insediamento abitativo. Non è, ad ogni modo, una regola generale l’accoppiata chiesa-castello e se lo è vi è l’immancabile smentita, l’eccezione che conferma la regola, data tra gli altri da Longano, Roccamandolfi, Ferrazzano nei quali l’architettura sacra sta distante da quella militare; quest’ultimo comune, parola ripetuta più volte, rappresenta l’eccezione anche ad un’ulteriore regola che nell’immaginario collettivo si ritiene fissa, la regola che il maniero stia al colmo dell’altura perché qui è la chiesa oltre ad essere distanziata dal castello, a stare nel punto più alto, non è neanche questa una regola rigorosa.
Il castello, comunque, non è detto che debba trovarsi nel centro urbano e tanto meno, di certo, che debba essere in rapporto con un edificio di culto, che abbia il rango di Parrocchia o meno, perché vi sono diverse rocche isolate, aventi limitate relazioni spaziali con il borgo. Ne abbiamo citate sopra due, cui aggiungiamo ora Campobasso e Civita Superiore, famosissime, ma anche, meno famose, Castropignano, Colledanchise, Montaquila frazione Roccaravindola Alta, Sesto Campano frazione Roccapipirozzi, Venafro, castelli seppure magari non troppo lontani dall’agglomerato insediativo che costituiscono delle entità distinte dallo stesso.
Ovviamente, se si trovano assai distanziati dal centro urbano essi non riescono a partecipare dovutamente e direttamente alla difesa della popolazione di quel borgo. I castelli isolati, va precisato prima di riprendere il discorso appena interrotto, sono una quota minoritaria del nostro patrimonio castellano e, però, significativa. Essi, stiamo riprendendo il discorso, hanno funzioni belliche di più ampia portata, non limitata alla salvaguardia della popolazione del posto come quelli urbani: il castello di Roccamandolfi fu l’ultima ridotta dell’ultimo conte di Molise mentre Civita Superiore era il quartier generale della medesima contea.
I castelli tanto più sono isolati tanto più si sono ridotti allo stato di rudere; una volta venuto meno il loro compito di presidio difensivo di scala territoriale che è la loro specificità essi vennero abbandonati al contrario di quelli affiancati agli annucleamenti abitativi che sono i castelli, in contrapposizione ai precedenti, eretti per la protezione a scala locale. Quelli, cioè questi, ricadenti in area urbanizzata vennero trasformati in comode residenze per i titolari del feudo perdendo il loro carattere guerresco in periodo, ormai pacificato, postmedievale. L’elenco sarebbe lunghissimo, da Macchiagodena a Macchia d’Isernia, da Oratino a S. Elena Sannita, da S. Giuliano del Sannio, dove è diventato la sede municipale, a S. Martino in Pensilis e via dicendo.
Colpisce che per questi castelli che abbiamo definito isolati non si intende di dover utilizzare, sfruttandone le murazioni ciclopiche, le fortificazioni sannite ubicate in siti particolarmente idonei in termini difensivistici scelti dai nostri antichi progenitori grandi esperti nell’arte della guerra essendo stati capaci per secoli di tenere sotto scacco la potenza romana. I celebri castelli di Civita Superiore e di Campobasso noti quali poli di governo di ampi domini, i possedimenti, rispettivamente della famiglia De Molisio e della casata dei Monforte vengono a perdere la loro ragion d’essere allorché si ha lo smembramento di queste unità territoriali non più soggette ad un’unica autorità. Il primo dei due viene abbandonato, la stessa sorte delle cinte megalitiche sannitine.
Il castello di Venafro che non possiamo iscrivere nella categoria dei castelli isolati perché prossimo alla città ha, però, un ruolo dominante a livello sovracomunale proprio come i castelli isolati avendo la speciale mission di punto di riferimento e di scolta nel passaggio obbligato di merci e persone dall’Abruzzo alla Campania poiché posto sulla millenaria via degli Abruzzi e a differenza dei castelli isolati conserverà a lungo la sua importanza strategica. In conclusione un piccolo accenno al castello di Vastogirardi il quale fa storia a sé a proposito dei legami con l’aggregato residenziale perché ingloba svariate case, per la precisione dodici alloggi tra cui quello del feudatario, e la chiesa di S. Nicola che ha lo status di Parrocchia, venendo a costituire un borgo fortificato all’interno del borgo, rappresentando un’eccezione a qualsiasi regola.
(Foto: F. Morgillo-Il castello di Macchiagodena)
13 Dicembre 2024