Papà, un ragazzo di 20 anni
Papà, un ragazzo di 20 anni
di Mimmo Fasano
28 Gennaio 2025
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, oltre 700.000 soldati italiani rifiutarono di combattere per i tedeschi e furono internati nei campi nazisti.
Papà era uno di loro, un ragazzo di vent’anni (20 anni, cazzo!) che dal suo piccolissimo paese era stato catapultato in Albania e da lì in Germania. Tornò a casa nel ’45, profondamente segnato ma vivo, a differenza di tanti suoi compagni.
Parlava poco e malvolentieri di quel periodo, gli rimase una fame atavica e un rispetto per tutto quello che era masticabile.
Gli rimase anche un disprezzo assoluto (da Treccani: “sentimento di chi ritiene una persona o una cosa indegna della propria stima”) per fascisti e nazisti, uguali per lui, che gli avevano rubato due anni di vita segnandone il resto.
Da papà ho ereditato lo stesso disprezzo sia verso quelli della sua epoca sia verso quelli, sempre più numerosi, dei giorni nostri che, anche se con nomi diversi, conservano nel profondo la stessa ideologia fondata sul totalitarismo e sull’odio per il diverso.
Musk, portateli tutti su Marte!
di Mimmo Fasano
28 Gennaio 2025