Eolico sul Matese
Scoppia la protesta. Coro di no di Comuni e associazioni
di Michele Palmieri (da Il Mattino 20.02.25)
20 Febbraio 2025
Il tema eolico torna prepotentemente d’attualità nel dibattito politico e sociale del Sannio e in particolare dell’area telesina. Al coro di no, rispetto all’ennesimo progetto da insediare lungo le pendici del massiccio meridionale del Matese c’è da registrare anche il no secco dei Comuni di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e San Lupo.
A dare loro manforte anche uno stuolo di associazioni e cittadini: Italia Nostra Matese – Alto Tammaro, WWF Sannio, LIPU Benevento, Istituto Storico Sannio – Telesino, La Cittadella, Pro Olio San Lupo, Associazione culturale Togo Bozzi. Alcune di loro anche presentato delle osservazioni sia tecniche che giuridiche, su un territorio che si appresta ad essere inserito all’interno del Parco Nazionale del Matese e dunque in un’area di tutela che possa mettere un freno anche rispetto alle speculazioni del territorio che negli anni ha subito veri e propri assalti. Tra coloro che hanno presentato osservazioni contro la realizzazione del progetto eolico in contrada Serre a San Lorenzo Maggiore, c’è l’Associazione culturale «Togo Bozzi» che da anni si batte per la tutela ambientale del territorio.
Il sodalizio sannita, si appella al principio tecnico-normativo del DNSH (Do No Significat Harm), in base al quale «le infrastrutturazioni e gli interventi previsti nei programmi energetici nazionali non devono arrecare danni significativi all’ambiente ed, in particolare, al patrimonio naturalistico di pregio». Principi, questi, che mirano a ridefinire le programmazioni energetiche nazionali, in linea con l’esigenza prioritaria di salvaguardare gli ecosistemi così come sancito anche dal Consiglio Europeo che recentemente approvato il regolamento diretto a ripristinare gli habitat, «riportando almeno il 20% dei territori allo stato originario nell’arco di un decennio».
Insomma, per le associazioni «non può essere più tollerato un metodo speculativo in ordine all’utilizzazione del patrimonio collettivo». Tra i punti elencati nelle osservazioni c’è quello legato al Parco Nazionale del Matese e alla sua perimetrazione che «deve essere assolutamente salvaguardata». Ed è proprio ciò che secondo l’associazione va in contrasto con le autorizzazioni rilasciate negli scorsi anni dalla Regione Campania a favore di impianti industriali eolici ricadenti in territori di area SIC. «Ha destato stupore – scrive l’associazione Togo Bozzi – sia la presentazione del progetto, sia il parere espresso dal gruppo dirigente del Parco regionale di Piedimonte Matese, diretto a far intendere che i pali eolici possono essere installati addirittura nell’area destinata a far parte dell’istituito Parco Nazionale del Matese. Un’area territoriale che va rigorosamente rispettata per legge, siccome il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha riconosciuto e fatto propria la perimetrazione accertata dai tecnici qualificati dell’ISPRA». Per l’associazione poi, l’area di contrada Serre a San Lorenzo Maggiore «non è idoneo perché ricade in un’area territoriale di pregio agricolo (DOC falanghina, ndr) e adiacente alle Aree SIC e Rete Natura 2000». Inoltre, la realizzazione dell’impianto «danneggerebbe gravemente il contiguo abitato, nonché il tessuto urbano intercomunale di Guardia Sanframondi».
Tra gli altri punti ci sono poi la «vulnerabilità idrogeologica», la presenza di terreni gravati da «usi civici» e le «caratteristiche archeologiche presenti nell’altopiano del Matese meridionale». Negli scorsi mesi a San Lorenzo Maggiore fu effettuato anche un incontro con un plebiscito popolare che in soldoni si opponeva, così come l’Ente diretto dal sindaco Carlo Giuseppe Iannotti, all’insediamento.
«Come Comune ci siamo opposti e lo ha fatto anche popolazione – dice la fascia tricolore – anche perché il territorio è già saturo e riteniamo che questo scempio non debba continuare». Posizione questa avallata anche dal sindaco di Guardia Sanframondi, Raffaele Di Lonardo che dice: «Guardia ha dichiarato più volte la sua volontà politica e popolare di non concedere le proprie aree montane all’installazione di questi mostri che mettono a rischio tutta la bellezza ambientale e paesaggista del territorio».
di Michele Palmieri (da Il Mattino 20.02.25)
20 Febbraio 2025