• 01/15/2019

Il turismo di ritorno vale 650 milioni

di Marzio Bartoloni (da ilsole24ore.com)

15 gennaio 2019

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Sono stati decine di milioni gli italiani che sono emigrati con la speranza di un futuro migliore tra la fine dell’800 e la fine del secolo scorso. Un numero molto alto che, se ben sfruttato con il cosiddetto “turismo di ritorno” o “delle origini”, potrebbe fruttare all’Italia un vero tesoretto di turisti: 80 milioni il bacino potenziale di connazionali interessati a tornare alle proprie radici, spesso mete fuori dai circuiti più battuti, per un mercato da 650 milioni. Un primo passo in questa direzione lo ha mosso il Governo che con il ministro Gian Marco Centinaio volato in Argentina per un accordo ad hoc con il suo collega argentino.

Il ministro italiano del Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, ed il suo omologo argentino, il sottosegretario Gustavo Santos, hanno infatti appena siglato ieri un accordo di cooperazione bilaterale sul “turismo di ritorno”. Il protocollo di intesa, siglato al margine dell’inaugurazione ufficiale del padiglione italiano alla Fiera internazionale del turismo (Fit) in corso di svolgimento a Buenos Aires, punta a favorire l’interscambio turistico tra le famiglie dei migranti che mantengono una relazione culturale e parentale nell’altro paese e prevede il coinvolgimento anche delle rispettive compagnie di bandiera, Alitalia ed Aerolineas Argentinas. «Da parte nostra cercheremo di far sì che gli argentini di origine italiana vengano in Italia a conoscere le loro tradizioni, la loro storia, da dove sono partiti», ha aggiunto Centinaio, che ha chiarito che l’iniziativa si inserisce all’interno del più ampio obiettivo di “destagionalizzare il turismo”. 

Secondo uno studio dell’Enit, il bacino potenziale teorico è pari a circa 80 milioni di persone. Il giro d’affari attualmente relativo a questo segmento turistico dal solo continente americano si aggira intorno ai 650 milioni di euro, per un totale di 670 mila arrivi all’anno in Italia. I principali mercati di questa tipologia di turismo sono costituiti da Brasile, dove risiedono 25 milioni di persone di origine italiana, Argentina (20 milioni) e Usa (17 milioni), seguiti da Francia, Svizzera, Germania e Australia. Nel biennio 2007/2008, causa la crisi globale, si è assistito ad un ulteriore flusso migratorio dall’Italia verso Germania, Gran Bretagna e Belgio e nello stesso tempo diretto verso gli Stati Uniti, Canada e Australia. In particolare, le spese a motivo di visite alla famiglia d’origine da parte dei discendenti italiani di seconda e terza generazione sono così suddivise per Paese: Usa 434 milioni (9,7% sul totale di flussi economici generati dal turismo in entrata dagli Stati Uniti), Canada 86 milioni (6,9% sul totale spesa in entrata del turismo canadese), Brasile 49 milioni (6,8% totale turismo brasiliano in ingresso), Argentina 75 milioni (16,4% totale spesa). 

Non è inoltre da dimenticare che il turismo di ritorno provoca spesso investimenti nei paesi di origine e potrebbe diventare un modo per ripopolare borghi con numeri ormai residuali di abitanti. Il viaggiatore alla ricerca delle proprie radici è infatti soprattutto alla ricerca di itinerari costruiti sulla storia dei luoghi e delle persone, ma anche altri elementi distintivi della destinazione: natura, cultura ed enogastronomia. Predilige i piccoli borghi e in generale luoghi lontani dal turismo di massa. «Il fatto che l’emigrazione verso l’Argentina si sia originata soprattutto da zone rurali, di provincia, permetterà di portare il turismo internazionale in aree del nostro paese generalmente escluse dai circuiti principali dei tour operator», ha sottolineato il ministro Centinaio.

di Marzio Bartoloni (da ilsole24ore.com)

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