• 06/21/2016

El caminante de Molise

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…Condividiamo con voi questo articolo pubblicato sul giornale “EL CIUDADANO”. Una bellissima intervista realizzata a Giovanni Germano durante la sua visita a Rosario, per la II Edizione del Cammina, Molise! in Argentina. Grazie Giovanni per tutto ciò che ci hai trasmesso. Un forte abbraccio a tutti coloro che fanno del Cammina, Molise! una manifestazione unica al mondo. (Julieta Trivisonno – fb)

A Giovanni Germano piace camminare. “E’ bello camminare!”, Esclama. Chiunque lo incontra e non lo conosce può intuire questa sua passione per il camminare già per il suo aspetto fisico, nel quale prevalgono due caratteristiche tipiche di chi investe energie per camminare: è magro e tonico.

Inoltre ha  unito questa passione con un fatto importante nella sua vita: il distacco, avvenuto molti anni fa, da Duronia – un piccolo paese della regione Molise che a metà del ventesimo secolo aveva 2500 abitanti e oggi difficilmente ne raggiunge 400 – per andare a studiare e quindi avviare lo studio di architettura  a Roma. In seguito Giovanni ha trovato la chiave per trasformare il personale in un fatto sociale ed il risultato di questa avventura è Cammina, Molise!, un evento che si ripete  ogni anno, nel mese di agosto, e consiste in un cammino di quattro giorni lungo le strade, sentieri, boschi, montagne, laghi, fiumi, città e paesi in provincia di Campobasso e Isernia. Le persone partecipano all’evento non solo per il gusto di camminare, ma anche e soprattutto  per promuovere una regione del centro-sud tra le meno conosciute della penisola, e tra le più colpite dall’emigrazione dal tempo delle grandi guerre. Durante il cammino, i marciatori godono, conoscono e colgono fino in fondo tutto quello che si ci si può aspettare da un viaggio del genere.

Alla fine di ogni giorno nei paesi la gente aspetta i marciatori in piazza per una grande festa popolare, con canti, danze e musica  popolari e la tipica cucina tradizionale del posto. 

“Il Molise è una piccola regione di soli 300.000 abitanti. È così piccola che è come un quartiere di Roma. Si compone di molte piccoli paesi, che a causa dell’emigrazione si sono spopolati e la gente, nei decenni passati, è andata dappertutto nel mondo, molti di loro sono qui in Argentina” illustra Giovanni, mentre cammina sull’asfalto di viale Orono una Domenica mattina di fine aprile, con il cappello tipico e bastone da marciatore, accompagnato da una delegazione di molisani, venuta apposta dal paese di Ripalimosani per partecipare al cammina, Molise! a Rosario. La versione Argentina ha avuto il suo primo capitolo l’anno scorso a Mar del Plata, riorganizzata a Rosario nel 2016 per mano della Associazione Famiglia di Rosario Molisana con il sostegno del consolato italiano.

Secondo Giovanni, la ragione per cui tanti Molisani sono in Argentina è la stessa di quella di milioni di europei “C’era bisogno di trovare lavoro, l’agricoltura è stata completamente abbandonata in Italia, di conseguenza le persone attraverso l’emigrazione sono andate alla ricerca di lavoro”.

Da allora molti dei 136 paesi della regione vedono la loro popolazione scappare senza sosta: “I borghi sono stati abbandonati ed adesso, dopo molti anni, stanno quasi morendo;il Cammina, Molise! è nato per cercare di farli rivivere. Per quattro giorni, ormai da 22 anni, noi organizziamo questo evento, che porta molte persone provenienti da tutta Italia e dall’estero a camminare per le terre molisane, e questo significa una rinascita di questi piccoli centri “.

Il Molise ha importanti comunità all’estero. Oltre che in  Argentina, i molisani si sono stabiliti in Canada, Australia, Stati Uniti, Belgio, Germania. Quando gli si chiede se ha personalmente parenti emigrati dal paese, Giovanni Germano reagisce con simpatia, come avergli chiesto una cosa ovvia “Tutti! Tutti! Nel caso di mia moglie, tutte le sorelle ed i fratelli del padre sono a Mar del Plata, i miei zii e cugini da parte di mia madre sono negli Stati Uniti; tutte le famiglie sono state toccate dall’emigrazione, è stata una tragedia, ma è comunque stata una fortuna trovare un lavoro, però in quel tempo vedere persone che ogni giorno lasciava il paese per sempre era un dramma”.

Maria Lanese, una signora di origini molisane, che è cresciuta a Rosario, canta in castigliano ed anche nel dialetto dei suoi avi, è una grande artista sotto questo aspetto. “I Molisani continuarono ad arrivare in Argentina fino alla fine degli anni ’60”, nonostante il boom economico che aveva interessato tutte le altre regioni italiane. 

Il Molise è sempre stata una terra, per tradizione, di contadini e pastori. Giovanni dice che c’è allo stato attuale poca agricoltura e poco pascolo, però esistono artigiani caseari  che producono formaggi che sono famosi in tutta Italia;  poi c’è  la ricerca del  tartufo, prodotto molto pregiato. Le campane di Agnone, la produzione dell’olio e di vino sono tutti prodotti legati alla regione, tutti di qualità, ma di proporzioni tali da non essere sufficienti a soddisfare le esigenze di lavoro.

“Da allora – dice Giovanni -fino ad oggi l’unica fonte di sostegno per le famiglie è stato il pubblico impiego negli uffici  comunali,  provinciali, regionali, nelle scuole o nelle banche, però adesso c’è la crisi, da alcuni anni sono diminuiti drasticamente i fondi per il pubblico e quindi è andato in crisi anche questo tipo di lavoro. Il problema è diventato serio. La nostra Associazione, La Terra, promuove la proposta di un turismo mitigato, che può essere generato dalle terre molisane attrezzate per il cammino; a questo si potranno aggiungere altri lavori legati all’artigianato, alla riqualificazione edilizia, all’agricoltura biologica, tutte piccole cose che possono attrarre i giovani “.

Giovanni sostiene che in quei luoghi dove abitano pochissime persone, quando improvvisamente arriva una folla di 300 escursionisti  si genera  “un evento bellissimo”. L’architetto, che oltre al suo studio di Roma ne ha un altro nel suo piccolo paese d’origine, vede in questo evento un modo per generare turismo, anche perché dopo il “Cammina, Molise!”quelli che partecipano spesso tornano da soli nei posti visitati con la manifestazione.

Tutto il lavoro fatto sul territorio dall’A. C. La Terra da tanti anni, incomincia ad avere i suoi frutti, con il riconoscimento ed il sostegno delle istituzioni pubbliche e degli imprenditori. “Si potrebbe ricreare lavoro e quindi ripopolare i piccoli paesi” questa è la speranza.

C’è una realtà. Quello che promuove l’A.C. La Terra è molto diverso da quello che il  mercato turistico italiano vende in ogni angolo del pianeta, per lo più legato a monumenti storici e dalle vestigia della civiltà romana.

“Noi proponiamo un turismo storico, archeologico o ambientale nel nostro piccolo;  noi abbiamo tutto, anche nel nostro Molise, perché ogni paese ha la sua chiesa madre, il suo sito archeologico. Nella pittura o l’architettura, l’Italia è ricca anche nei luoghi più piccoli. “

Partecipare al “Cammina, Molise!” è condividere in maniera conviviale la musica, la danza, il mangiare ed il camminare lentamente, in modo che le persone si sentano bene. Giovanni Germano, il precursore, l’emigrato che ha dovuto lasciare da ragazzo la sua terra, ha sentito la distanza non tanto in chilometri, ma in termini di sensazioni, ed è quindi voluto sempre tornare, ha cercatodi far rivivere il terreno arido delle proprie terre preparandole per le nuove generazioni: “In 22 anni già abbiamo attraversato tutti i paesi molisani, io sono uno dei pochi fortunati che hanno attraversato i 136 borghi del Molise a piedi, li ho conosciuti camminando”.

(Traduzione par Isabel Flores)

(Articolo in lingua originale)

El caminante de Molise

 A Giovanni Germano le gusta caminar. ¡Es hermoso caminar!, exclama. Quienquiera que se lo cruce y no lo conozca puede deducir esa vocación peatonal a partir de su contextura física, en la que sobresalen dos características típicas de quienes gustan invertir energías en andar a pie por la vida: es flaco y fibroso.

Además, unió esta pasión con un acontecimiento central en su vida: el desarraigo que arrastra desde que muchos años atrás dejó Duronia – un pueblo de la Región de Molise que a mediados del siglo XX tenía 2.500 habitantes y hoy a duras penas cuenta 400– para estudiar y montar su estudio de arquitectura en Roma. Entonces, Giovanni encontró la llave para transformar lo personal en un hecho social, y el resultado de esa aventura es Cammina, Molise!, un acontecimiento que reedita cada agosto y que consiste en cuatro días de recorrida a pie por caminos, senderos, bosques, montañas, lagos, ríos, pueblos y ciudades de Campobasso e Isernia, las dos provincias que componen la región. Y no lo hacen sólo por el gusto de caminar, sino como una forma de promover esa región del centro-sur de la península itálica, una de las más pobres y que más gente expulsó desde la época de las grandes guerras y más allá de la finalización de éstas. Durante el trayecto, los peregrinos disfrutan, conocen y le sacan el jugo a todo lo que uno puede esperar de una travesía así.

Al final de cada jornada, en las aldeas los esperan con comidas típicas y música para alimentarse y bailar en la plaza o en la calle.

“Molise es una pequeña región de sólo 300 mil habitantes. Es tan pequeña que es como un barrio de Roma. Está compuesta por muchos pequeños pueblos, de los cuales por vía de la emigración se ha ido muchísima gente en los decenios pasados y muchos, muchos de ellos están aquí en Argentina”, ilustra Giovanni, mientras camina sobre el asfalto de bulevar Oroño un domingo a la mañana de fines de abril, con sombrero y el típico bastón de caminante, acompañado por una delegación de tanos que, entre otras cosas, viajó para participar del Cammina en Rosario. La versión argentina tuvo su primer capítulo el año pasado en Mar del Plata, recreada en 2016 de la mano de la Asociación Familia Molisana de Rosario con apoyo del Consulado italiano.

Según Giovanni, la razón de que haya tantos molisanos fuera de su tierra es la misma que la de millones de europeos: “Había necesidad de encontrar trabajo, la agricultura fue abandonada totalmente en Italia, por lo tanto, la gente con necesidad de trabajar encontró esa forma de resolverlo a través de la emigración”.

Desde entonces buena parte de los 136 pueblos de la región ven su población desangrarse sin pausa: “Fueron abandonados, después de muchos años están casi muriendo, por lo tanto el Cammina, Molise! ha nacido para tratar de revivirlos. Durante cuatro días, desde hace 22 años, nos dedicamos a esto, llevando muchísima gente a caminar que vienen de todas partes de Italia y del exterior y esto significa una reanimación, una revitalización de estos pequeños pueblos”.

Importantes comunidades de molisanos en el exterior, además de Argentina, se radicaron en Canadá, Australia, Estados Unidos, Bélgica, Alemania. Cuando se le pregunta si personalmente tiene familiares que emigraron del país, Giovanni Germano reacciona con simpatía, como quien ha preguntado la mayor de las obviedades: “Todos! Todos! En el caso de mi esposa, todas las hermanas y los hermanos del padre están en Mar del Plata, mis tíos y primos de parte de mi madre viven en Estados Unidos, todas las familias han estado tocadas por la emigración, ha sido una tragedia, han tenido suerte de encontrar trabajo, pero en aquella época ver gente partir todos los días era un drama”.

María Lanese, una molisana de nacimiento que creció de niña en Rosario y canta en castellano como en el dialecto de sus antepasados, es gráfica en ese sentido. “Molisanos siguieron llegando a Argentina hasta bien avanzada la década del 60”, lo que a su entender estaría mostrando que en la carrera de la recuperación económica de postguerra esta región italiana fue la gran rezagada.

Molise siempre fue una región de tradición campesina, de agricultores y pastores.

Giovanni dice que ahora hay poca agricultura y poco pastoreo, pero han quedado algunos dedicados a industrias caseras, artesanales que hacen quesos que son famosos en toda Italia, y luego se encuentra la trufa, que es un hongo. En Agnone se hacen campanas y en Intilia vinos, todos productos ligados a la región, todos de calidad pero en volúmenes pequeños que no alcanzan para satisfacer las necesidades de trabajo.

“Entonces –relata Giovanni–, la única fuente de sostenimiento hasta hoy ha sido el empleo público, en el municipio, la provincia, la región, en las escuelas o en los bancos, pero como estamos en crisis, desde hace algunos años no hay más dinero, y entonces también han entrado en crisis este tipo de trabajos, es un problema serio. La propuesta de un turismo mitigado, para poca gente, que pueda reanimar a estos pueblos y crear algunas fuentes de trabajo en las artesanías, las industrias caseras, la agricultura orgánica, pequeñas cosas que puedan atraer quizás a los jóvenes”.

Giovanni sostiene que, en esos lugares donde habita muy poca gente, de improviso llega una multitud de 300 caminantes y es “un acontecimiento bellísimo”. El arquitecto, que además de su estudio en Roma tiene otro pequeño en su pueblo natal, ve en esta movida una forma de generar turismo, porque luego de Cammina, Molise! la gente vuelve por cuenta propia.

Es una forma de generar “alguna actividad” que a través de la ONG Terra encargada de la organización, de a poco fue logrando el reconocimiento y ayuda de instituciones políticas o de emprendedores. “Se podría recrear trabajo y por lo tanto volver a poblar estos pequeños pueblos”, se esperanza.

Hay una realidad. Lo que promueve Terra es una Italia muy diferente a la que el mercado turístico vende en cada rincón del planeta, atado a los monumentos históricos y demás vestigios de la civilización romana.

“No proponemos un turismo histórico, arqueológico o ambiental, pero tenemos todo, aun en nuestro pequeño Molise, porque cada pueblo tiene su iglesia madre, su propio sitio arqueológico. En pintura o arquitectura, Italia es rica aun en los lugares más pequeños”.

Cammina, Molise! es para convivir, donde se hace música, se baila, se come y se camina lentamente, de tal modo que la gente se sienta bien. Giovanni Germano, el precursor, el emigrado que se distanció de su tierra no tanto en kilómetros sino en el sentirla, y por eso siempre está de regreso, quiere reanimar el suelo yermo con nuevas generaciones, con juventud: “En 22 años, ya hemos atravesado todos los pueblos, yo soy uno de los pocos afortunados que he atravesado los 136 pueblos molisanos a pie, los he conocido caminando, con algunos ya estoy en la segunda vuelta”.

di David Narciso (da elciudadano.web) 

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