• 04/19/2021

A proposito di donne

Femminicidio ai tempi della pandemia, una riflessione dal Canada dell’Avv. Margherita Morsella

di Margherita Morsella 

19 aprile 2021

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Il venerdì 2 aprile 2021 oltre 10.000 persone hanno marciato a Montreal dal parco Lafontaine al monumento del Mount Royal per protestare contro il femminicidio e la violenza coniugale oppure domestica. 

La   marcia è stata organizzata dal   Raggruppamento di Caseper donne vittime di violenza domestica, dalla Federazione dei rifugi per le donne, dall’Alleanza delle case del 2° stadio e dalla R dei Centri femminili.

La definizione di femminicidio è: “omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un individuo di sesso maschile per motivi basati sul genere.”

Dall’inizio di questa Pandemia c’è stata un’intensificazione della violenza domestica nel mondo intero compreso il Canada e l’Italia.

Nel Quebec, nelle ultime otto settimane, otte donne sono state uccise da un marito o ex-compagno e, dal Gennaio 2021 ad oggi, tredici donne sono state vittime del femminicidio.

Come saranno giudicati gli accusati? 

Nel passato questi crimini detti “di onore” erano trattati e considerati meno gravi, anche se era un omicidio vero e proprio.  

Inaccettabile!

Ultimamente una recente decisione (Marzo 2021) venuta dalla Corte del Québec resa dal giudice Erick Vanchestein merita un’attenzione particolare per incoraggiare le vittime della violenza domestica a portare ricorso contro chi le aggredisce.

In effetti il giudice Erick Vanchestein ha reso una sentenza esemplare di 9 anni di carcere al perpetratore della violenza domestica (senza femminicidio).  Il giudice ha voluto dare un messaggio chiaro a tutti quelli che commettono atti di violenza coniugale e dire loro che rischiano la prigione e non solo una leggera sentenza o avviso. 

Non tutti i giudici sono così sensibili a questo tipo di crimine e non applicano sentenze severe, ma il giudice Vanchestein nella sua Ratio ha fatto referenza al recente aumento del femminicidio, della violenza domestica e della proliferazione delle armi nella nostra società. «La presente causa comanda di accordare un’attenzione particolare agli obiettivi di denuncia e dissuasione» (traduzione libera) dice il giudice Vanchestein. 

Speriamo che la sua decisione illustrerà e sarà citata come giurisprudenza e che questo tipo di crimine non sarà più tollerato come prima nella nostra società.

Recentemente un Comitato di esperti, messo in piedi dal governo provinciale attuale, faceva 190 raccomandazioni per aiutare le vittime di aggressioni sessuali e di violenza domestica tra cui quella di creare un tribunale specializzato in tale materia e di offrire dei consigli legali gratuiti alle vittime.

Ricordiamo ai lettori che esistono programmi di sostegno per le vittime di violenza domestica tale SOS Violence Conjugale al 1-800-363-9010 oppure il 911 per la polizia.  Esistono anche organizzazioni per aiutare chi è violento come À coeur d’homme al 1-877-660-7799 e corsi di Anger Management.

Questa pandemia ha reso tutto molto più difficile nelle nostre esistenze ed in certi casi ha provocato la morte prematura di tante donne.  

Constatiamo che non è solamente un problema locale ma mondiale.  

“L’Ufficio delle Nazioni Unite ha attivato la piattaforma di monitoraggio e raccolta dati dei femminicidi in tutto il mondo.  Nel 2018 una ricerca al livello mondiale: Gender related killing of women and girls ha dimostrato che ogni anno nel mondo vengono uccise 87,000 donne per motivi di genere”.

Da non dimenticare che 32 paesi hanno firmato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Se ciascuno di noi facesse un piccolo passo per sensibilizzare il prossimo su questo fenomeno che è il femminicidio e la violenza domestica e se educassimo i nostri figli su tale argomento, forse il futuro vedrebbe meno violenza e più amore.    

di Margherita Morsella 

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