• 04/26/2022

Pace e Liberazione

“Voglio celebrare il 25 Aprile, giorno speciale della Liberazione, ricordando un mio maestro, Oddino Bo”

di Pasquale Di Lena

26 aprile 2022

Back

Ho seguito, sin dalle prime battute, grazie ai servizi del tg3, la grande marcia della Pace (oltre 20mila partecipanti) da Perugia ad Assisi, che c’è stata domenica e mi sono commosso più volte, soprattutto quando ad essere intervistati erano ragazze e ragazzi. L’emozione della speranza in questa nuova generazione e un quelle che verranno di un mondo all’insegna dei valori, in primo luogo il rispetto, che, grazie agli insegnamenti di tutti i miei cari e delle persone anziane della mia Larino, è una parola sacra, se non magica pensando al futuro che verrà se viene abbattuto l’attuale sistema, il neoliberismo. Quello del dio denaro, che depreda e distrugge dopo aver dichiarato guerra al clima, la guerra di cui nessuno parla che rischia di portare il mondo a una situazione, abbastanza prossima, del non ritorno. Una guerra che, approfittando della scellerata dichiarazione d guerra di Putin, continua, oggi più di ieri, soprattutto in Italia con i draghi e i cingolani. 

Una grande manifestazione quella di domenica nelle terre di Francesco, che ha preceduto di un giorno, il 25 Aprile, la giornata della Liberazione di 77 anni fa. 

Una festa importante, quella della libertà dal nazifascismo di un Paese, l’Italia, al canto di “Bella ciao”, la canzone che tutto il mondo ha imparato e canta in italiano.

Voglio celebrare questo giorno speciale della Liberazione, con gli amici che mi leggono, ricordando un mio maestro, Oddino Bo, piemontese di Meranzana in provincia di Asti, e, con lui, tutti quelli che hanno dato un contributo alla mia crescita politico – culturale – umana nella mia lunga esperienza di militante e dirigente del Pci e del mondo contadino in quella terra segnata dai mezzadri, la Toscana. Un mondo emarginato al pari dell’agricoltura, non più al centro dello sviluppo economico. Il perno della ruota dello sviluppo per essere l’attività più legata alla natura, ai suoi ritmi, e all’ambiente. Fonte di speculazioni che ha ridotto di migliaia di ettari e privatizzato il bene comune per eccellenza, il territorio. il nostro grande e solo tesoro che abbiamo. 

Ho sul mio tavolo uno dei volumi di Oddino Bo, “Ambiente e Campagne nella Guerra di Liberazione”, pubblicato in collaborazione con l’Istituto “Alcide Cervi”. Dall’8 Settembre del 1943, la dichiarazione dell’Armistizio, fino al giorno che oggi viene festeggiato, 25 Aprile 1945, il periodo che segna la più grande battaglia mondiale del Novecento, nota come la “cobelligeranza antinazista” in Italia e nel mondo. Un libro che riempie la storia, ancora oggi maltrattata da un revisionismo che ”tende – come scrive in una sua recensione Laurana Lajolo – a deformare, rimuovere e, talvolta, cancellare la storia. Chi si ostina…o pretende di confondere la Resistenza con la “morte della Patria” è destinato a restare senza parola di fronte al discorso storiografico del volume che – senza trascurare questa o quella particolarità – offre un’informazione a pia e documentata…la ricerca di Oddino Bo colloca infatti come protagonisti non solo i partigiani di tutte le formazioni e quel più di mezzo milione di militari rimasti fedeli ai “governi” di Badoglio e Bonomi, oltre agli internati militari in Germania ed ai deportati politici e razziali, ma racconta il protagonismo della gente delle campagne la cui attiva solidarietà ha reso vincente la Resistenza”. 

E, poi, il tema Ambiente con la rassegna dei luoghi, regione per regione, nelle zone “rosse” e “bianche”, a significare il carattere unitario della Resistenza. C’è anche l’Abruzzo e il Molise con le Mainarde e la conquista (3 Marzo 1943) di Colle Rotondo- Monte Marrone. Un “successo che migliorò sensibilmente la posizione degli Alleati…Questo battesimo di fuoco fu anche l’inizio della fratellanza d’armi italo-polacca nella 2a guerra mondiale”. A ricordo di questa conquista il Monumento ai caduti italiani con 20 cubi di pietra dedicati alle regioni, a simboleggiare la riconquista – con la guerra di Liberazione – dell’unità nazionale. E, poi, le battaglie sul Biferno, la prima aperta nella notte tra il 2 e il 3 da uno sbarco inglese a Termoli, con un bombardamento che ha coinvolto il Basso Molise. Ho avuto il piacere di vedere Oddino, in mezzo a una montagna di libri e di appunti nella sua mansarda, scrivere questo suo libro, tutte le volte (non poche) che mi ha visto, con sua moglie Stella, ospite nella sua casa di Asti. 

Un maestro, dicevo, che ringrazio per i tanti insegnamenti che mi ha dato.

di Pasquale Di Lena

Back