Alle 11.32 un minuto di silenzio in tutte le scuole d’Italia
A San Giuliano di Puglia si commemora dopo 16 anni il terremoto che il 31 ottobre 2002 uccise 27 bambini e una maestra della vecchia Jovine
di Ppm (da primopiamomolisssssit)
31 ottobre 2018
Ogni anno il calendario ci porta alla fine di ottobre e riapre una ferita che non può rimarginarsi come se nulla fosse accaduto. La tragedia di San Giuliano di Puglia avvenuta il 31 ottobre 2002, esattamente 16 anni fa, ha portato alla pubblica evidenza il dramma della sicurezza scolastica, causa a cui sono stati immolati 27 angeli e la loro maestra. Una conseguenza del terremoto che sconvolse una parte consistente del Molise, quella che sorge attorno ai Monti Frentani. Dal 2003 in avanti, ogni 31 ottobre è denominato Giornata della Memoria, che quest’anno vede attese le presenze di Guido Bertolaso e del capo della Protezione civile Angelo Borrelli (sperano che il maltempo si plachi e gli permetta di essere in Molise). Da quest’anno c’è una novità, significativa, e riguarderà tutte le scuole d’Italia. E’ stata accolta, infatti, la richiesta del Comitato Vittime che ha espresso al Miur l’istanza di un minuto di silenzio e riflessione per commemorare i 27 bambini e la maestra deceduti il 31 ottobre 2002 a causa del crollo della scuola Jovine. Il direttore generale del dicastero di viale Trastevere, Giovanni Boda, ha trasmesso la circolare a tutti i dirigenti scolastici e sovrintendenti in vista dell’ormai imminente ricorrenza. Istituito dunque col provvedimento ministeriale del 3 ottobre scorso il “Minuto di silenzio per le vittime del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia”. “Il 31 ottobre del 2002 il sisma che colpì la provincia di Campobasso causò il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia dove morirono 27 bambini e una maestra – si legge nella circolare – durante la scossa delle 11.32 il solaio di copertura di parte dell’edificio scolastico “Francesco Jovine” che comprendeva una scuola materna, elementare e media, crollò e sotto le macerie rimasero intrappolati 57 bambini, 8 insegnanti e 2 bidelli». Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca col Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione ricorda che la tragedia scosse profondamente l’opinione pubblica e ancor più la comunità scolastica che merita di esercitare il proprio diritto all’istruzione in luoghi sicuri ed accoglienti. «Oggi, a 16 anni da quella terribile data, per onorare e ricordare le vittime, si invitano le scuole di ogni ordine e grado all’osservanza di un minuto di silenzio alle ore 11.32 del 31 ottobre», la disposizione inviata a tutte le scuole. Alle 11.32 è anche l’ora esatta in cui si riunirà la comunità locale con le autorità al cimitero di San Giuliano di Puglia, poiché esattamente a quell’ora, nel 2002, un terremoto di 5.9 gradi (venne ricalcolato dopo una magnitudo inferiore comunicata a caldo) della scala Richter distrusse quasi interamente il paese di San Giuliano di Puglia, ma soprattutto fece crollare la scuola elementare Francesco Jovine, seppellendo una intera generazione. Morirono 27 bambini (uno in ospedale un mese dopo) e una maestra. A quindici anni di distanza stiamo ancora qui a parlare di scuole a rischio crollo, e nel frattempo incidenti, anche luttuosi, sono avvenuti nella penisola. E’ questa la sconfitta morale più forte, l’eredità lasciata dagli angeli e dispersa nei rivoli di una politica insulsa e di incapacità amministrative a ogni livello. Quest’anno il Giorno della Memoria a San Giuliano di Puglia sarà un avvenimento particolare. Lo è ogni anno, ogni 31 ottobre, certo. Ma quando ci sono ricorrenze come il 15esimo anno, certamente la riflessione assume una profondità maggiore perché sono proprio i rintocchi del tempo ad assumere una rilevanza e una veste formale più ampia. Il protocollo non differirà da quanto avvenuto nelle precedenti commemorazioni. Il rintocco delle campane nel cimitero di San Giuliano di Puglia aprirà, alle 11.32 del 31 ottobre prossimo, il Giorno della Memoria, a quindici anni dal terremoto che, con il crollo della scuola ‘Jovine’, provocò la morte di 27 bambini e della loro maestra. La cerimonia di commemorazione, curata dal sindaco Luigi Barbieri, proseguirà nel ‘Parco della memoria’ dove sarà deposta una corona di alloro. Alle 17 la messa con veglia funebre nella chiesa del paese, alle 20 la fiaccolata lungo il ‘percorso della memoria’ a cura del Comitato Vittime della scuola. La commemorazione si concluderà il primo novembre con la celebrazione solenne, nella Chiesa Madre. Parallelamente, una cerimonia anche a Colletorto, per ricordare la maestra Carmela Ciniglio.
«Uno Stato diverso per reagire alle tragedie»
Vederli sfilare uno accanto all’altro, in rappresentanza dei rispettivi comitati e associazioni costituiti dopo tragedie costate decine e decine di persone, con una responsabilità oggettiva e diretta di amministratori e dello Stato, ha riportato alla mente, fatto riaffiorare sulla pelle i terribili attimi vissuti da tutti coloro, familiari e amici in testa, che non sono insensibili ai drammi collettivi. Da San Giuliano di Puglia a Rigopiano, passando per Viareggio, sono un centinaio le famiglie che hanno subito lutti e molti di più quelli con feriti e contraccolpi psicologici, per crolli, incendi e slavine. A dare voce alle richieste di chi ha perso i propri cari è stato ieri a San Giuliano di Puglia, alla vigilia della Giornata della Memoria, il Guardasigilli Alfonso Bonafede, con accanto Antonio Morelli e il sindaco Luigi Barbieri, che si è anche messo sullo stesso piano dei cittadini, rivendicando da Ministro della Giustizia quell’attenzione, quel mea culpa, quel senso di responsabilità da parte dello Stato, che troppo spesso non arriva in tempi utili. Da qui, la proposta di legge che si vuole far approvare in Parlamento contro le stragi del Terzo millennio. Sedici anni dopo il terremoto che la mattina del 31 ottobre 2002 causò il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, provocando la morte di 27 bambini e della loro maestra, i comitati costituiti dai parenti delle vittime di disastri si sono incontrati ieri pomeriggio, alla presenza del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, nella Sala Polifunzionale del Museo del Terremoto. L’iniziativa, organizzata alla vigilia dell’anniversario del sisma, prevede la proiezione di un docufilm dal titolo Stragi del terzo millennio: per colpa di chi? e la consegna al Guardasigilli di un disegno di legge elaborato dal procuratore Claudio Di Ruzza, capo dell‘ufficio inquirente del Tribunale dei minori di Campobasso, insieme ai comitati delle vittime, organizzati in una rete nazionale presieduta da Antonio Morelli, papà di uno dei 27 piccoli della scuola Jovine. Obiettivo della proposta di modifica legislativa è quello di assicurare giustizia ai familiari delle vittime di stragi e di disastri. L’incontro, che si è aperto alle ore 16 con i saluti del sindaco Luigi Barbieri e del presidente Antonio Morelli, è poi proseguito con gli interventi dei rappresentanti delle associazioni e si è chiuso con il contributo del ministro Bonafede. Ha moderato il dibattito il giornalista del quotidiano Avvenire Pino Ciciola. Nel suo intervento, Bonafede ha ribadito il fatto che «quando mi incontrano i parenti mi stringono la mano ed è sconvolgente, perché c’è un minimo di fiducia nei confronti di uno Stato del tutto assente fino a ora. A me fa piacere che sia apprezzata la mia presenza come Ministro, ma devo dire che lo considero il minimo e trovo sconvolgente che lo Stato non è stato presente anche solo per dire ci sono e sto facendo il possibile. non sono un politico illuminato, dovete considerare doverosa la presenza dello Stato quando entri nelle istituzioni non devi dimenticare quello che vedi quando eri fuori. In tutte le tragedie lo Stato è colpevole sempre, non è solo rispetto per le persone che hanno subito una perdita e hanno pagato la colpa e l’inerzia di chi ci ha governato. Si reagisce perché la stessa tragedia non accada ad altri cittadini, per questo non posso che dire grazie rispetto a questo messaggio: in Italia c’è l’idea che c’è qualcuno che è stato sfortunato». «Dopo aver chiesto scusa, lo Stato deve lavorare a testa bassa, oggi (ieri, ndr) prendo in carico le proposte che sono state fatte e mi impegno entro il 29 giugno – data che ricorda la tragedia di Viareggio – ma anche prima a dare una risposta a tutte le domande alcune cose abbiamo iniziate a farle. Ci sono due tipi di prevenzione, quelli strutturale, cercando di sbloccare risorse bloccate e processi accelerati. Inoltre, nuovo sforzo per investire sulla sicurezza nelle scuole e fare in modo che tutti gli edifici scolastici possano essere monitorati tramite satellite non è possibile sottoporre i familiari delle vittime a una attesa di anni».
di Ppm (da primopiamomolisssssit)