• 02/12/2024

Antichi mestieri: l’ombrellaio

La tela si rattoppava, le stecche che si erano deformate venivano sostituite, il manico veniva riparato

di Briganti della Maiella – fb

12 Febbraio 2023

Era l’ombrellaio un antichissimo mestiere, ormai completamente scomparso, soppiantato dal frenetico ritmo del consumismo, e della produzione industriale.
Le ultime “comparse” di questo simpatico personaggio risale più o meno verso la fine degli anni 70, quando l’economia familiare, vuoi per necessità, vuoi per un certo stile di vita, era caratterizzata dal risparmio e dal controllo degli sprechi.
Ogni oggetto del nostro quotidiano era custodito con cura, e quando si rompeva, era obbligo la riparazione piuttosto che la sostituzione con un oggetto nuovo… (ovviamente con le dovute eccezioni).
Questo permetteva a molti artigiani di specializzarsi nella riproduzione degli oggetti. L’ombrellaio era specializzato (ovviamente) nella riparazione degli ombrelli che avevano ceduto alla furia della tramontana.
Rattoppava la tela, sostituiva le stecche che si erano deformate, riparava il manico.
Così l’ombrello torna in piena forma pronto per affrontare una nuova stagione invernale.
L’attrezzatura dell’ombrellaio, era custodito solitamente in una cassetta era costituito da pinze, stecche di ricambio, pezzi di tela, filo di ferro, spago, aghi di diverse misure e quanto necessario per restituire piena funzionalità a qualche malandato ombrello.
L’ombrellaio come molti altri artigiani conduceva una vita grama…
pensate che il suo “portafogli clienti” era in buona parte costituito da gente che forse non possedeva soldi per comprare un ombrello nuovo, e che spesso gli consegnava ombrelli totalmente distrutti sperando che il bravo ombrellaio facesse “il miracolo” .
Lui ci provava, da bravo professionista, con serietà e impegno, ma nei casi più disperati, era disponibile ad offrire in permuta al proprio cliente un ombrello “rigenerato”.
In questo modo concludeva un piccolo affare e si riforniva di pezzi di ricambio per futuri interventi “tecnici”.
-Curiosità sull’ombrello-
Quasi tutti i maschi, chissà perché, non amano l’uso dell’ombrello, piuttosto si bagnano o nel migliore dei casi si coprono la testa col cappuccio di felpe e giubbotti, salvo aprirlo per fare i cavalieri, quando camminano in coppia. In origine l’ombrello, ( da ombra), aveva la funzione di parasole, nato in Estremo Oriente o forse nell’Antico Egitto, ne era consentito l’uso solo ai reali e ai dignitari di corte, così come nella Grecia Classica e nell’Impero Romano, dove divenne seducente accessorio delle donne ricche. Nell’Ottocento finalmente si cominciò ad usarlo per ripararsi dalla pioggia. Tra le opere d’arte, quadri di famosi pittori ritraggono donne con vezzosi ombrelli (Monet, Renoir, Picasso, Matisse, Van Gogh, Degas…) Indimenticabili l’ombrello della magica Mary Poppins e quello di Gene Kelly mentre cantava e ballava sotto la pioggia. Romantici gli ombrellini bianchi di pizzo da sposa, sicuramente poco funzionali, ma molto decorativi. Simpatici gli ombrelli per bambini, con le stampe di cartoni animati.

di Briganti della Maiella – fb

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