Area di crisi: Toscana e Molise in condizioni opposte
In Toscana i finanziamenti per area di crisi industriale. In Molise 200 lavoratori senza reddito, per 300 a rischio la cassa straordinaria
di Michele Petraroia
09 novembre 2016
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Il 7 agosto 2015 il Ministero dello Sviluppo adottò due decreti di riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa, il primo per il Molise Interno ed il secondo per Livorno. A distanza di 15 mesi giunge la bella notizia sulla firma dell’Accordo di Programma avvenuta il 20 ottobre al Ministero dello Sviluppo per Livorno con pubblicazione del bando sul sito ministeriale con cui si disciplinano tempi e condizioni per presentare la domanda di finanziamento da parte delle imprese, con procedure stanziamenti ed entità degli incentivi.
Sempre a distanza di 15 mesi è di ieri l’assemblea sindacale di parte del personale ex-ITTIERRE in cui si è evidenziato che a 200 lavoratori sono scaduti gli ammortizzatori sociali e sono privi di ogni sostegno al reddito.
Ed è sempre di ieri la nota inoltrata dall’Amministratore Unico della GAM alle organizzazioni sindacali in cui comunica che in caso di mancata adesione dei 280 lavoratori alla liberatoria nei confronti della società sarà revocata entro 3 giorni la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per il periodo 4.11.2016 – 4.11.2017 con conseguente licenziamento del personale.
Toscana e Molise, due regioni che hanno avuto accesso entrambe alle stesse opportunità offerte dall’art. 27 della Legge n.134/2012, e che a distanza di 15 mesi si ritrovano in condizioni opposte.
E’ auspicabile che il Molise individui ogni percorso istituzionale finalizzato a non far perdere i 12 mesi di proroga della CIGS ai lavoratori della GAM, e ad attivare la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione e nuovi strumenti di politiche attive del lavoro per gli ex-addetti ITTIERRE di Isernia. Occorre il massimo impegno per assicurare la concretezza di risposte vere in termini di tutele per i lavoratori coinvolti dalle crisi della filiera del tessile e dell’avicolo.
di Michele Petraroia