Caso Roberti, AVS chiede dimissioni
Intanto, il caso arriva oggi in Commissione Antimafia
di APS La Terra
20 Marzo 2025
Le rivelazioni dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso sul presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, scatenano le prime reazioni politiche a livello nazionale. Dopo la pubblicazione di un nuovo articolo, questa mattina, scritto dall’inviato di Repubblica Giuliano Foschini, che rafforza il quadro accusatorio, Alleanza Verdi-Sinistra rompe gli indugi e chiede le immediate dimissioni del governatore. “Non può rimanere un minuto di più alla guida della Regione. Quanto emerso è gravissimo e incompatibile con la permanenza in carica di un rappresentante istituzionale”.
“Gli atti contenuti nell’inchiesta che vede indagato il Presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, emersi dopo la conclusione dell’indagine della Dda di Campobasso, sono gravissimi e aggiungono particolari inquietanti. Per questo, non possono passare inosservati nel dibattito politico. Oggi, alla riunione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Antimafia, chiederemo che la Commissione richieda immediatamente gli atti e apra un filone di approfondimenti e audizioni su quanto emerso” afferma Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra.
“È incredibile – prosegue la deputata di Avs della Commissione Antimafia – che il Presidente Roberti abbia scelto la strada del silenzio e sia rimasto al suo posto, giustificandosi dicendo che i fatti non sono legati alla sua attuale attività ma risalgono a quando era Sindaco di Termoli e Presidente della Provincia. I cittadini – conclude Piccolotti – hanno diritto a conoscere i dettagli di questa inchiesta e ad avere chiarimenti immediati da un Presidente di Regione accusato di aver favorito aziende impegnate nel traffico illecito di rifiuti, in un’indagine condotta dall’Antimafia. È evidente che non può continuare a svolgere le sue funzioni nella pienezza dei suoi poteri, quando tra questi rientrano anche, ad esempio, quelli di definire il piano dei rifiuti”. Sedi dei Parlamenti
L’indagine della DDA accusa Roberti (accusato di corruzione ma non di reati di stampo mafioso) di aver favorito la società Energia Pulita S.r.l. nel settore dello smaltimento dei rifiuti, utilizzando il suo triplice ruolo di sindaco di Termoli, presidente della Provincia di Campobasso e membro del COSIB per agevolare autorizzazioni e pratiche amministrative in cambio di favori economici e lavorativi. La moglie Elvira Gasbarro, assunta in diverse società collegate, sarebbe stata il tramite tra il politico e gli imprenditori Nicola Ianiro e Giuseppe Di Geronimo.
Ieri mattina, Repubblica aggiungeva ulteriori dettagli all’inchiesta. Tra le intercettazioni emergono conversazioni in cui Gasbarro ammette di non sapere quale fosse il suo reale ruolo all’interno dell’azienda che la pagava. Un elemento che, secondo la Guardia di Finanza, confermerebbe che il suo stipendio fosse in realtà una “mazzetta smaterializzata“, ovvero una forma di corruzione indiretta per ottenere il sostegno di Roberti.
Dalle pagine dell’inchiesta emergono anche presunte pressioni esercitate da Roberti per aumentare i conferimenti di rifiuti in discariche compiacenti, con minacce velate rivolte ai gestori degli impianti. Secondo la ricostruzione della DDA, il governatore avrebbe agito per garantire vantaggi a Energia Pulita, alterando i normali iter amministrativi.
Le richieste di dimissioni potrebbero presto allargarsi ad altre forze politiche, Il caso scuote la politica molisana, ponendo interrogativi a livello politico sulla tenuta della giunta e sugli sviluppi che potrebbero presto ridisegnare gli equilibri regionali.
di APS La Terra
20 Marzo 2025