Centri per l’impiego nel caos
Domani, a partire dalle 14.00, su iniziativa di Cgil, Cisl e Uil si svolgerà una manifestazione nazionale a Roma contro il governo per denunciare lo stato di paralisi in cui versano i Centri per l’Impiego in Italia. A sostegno della protesta si schiera il consigliere regionale Michele Petraroia
di Michele Petraroia
07 novembre 2016
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Tutti i provvedimenti adottati sulle politiche attive del lavoro, sul sostegno all’inclusione attiva, sull’assegno di ricollocazione occupazionale, sull’orientamento permanente, sulla presa in carico del disoccupato, sull’inserimento mirato dei disabili e delle categorie protette, sulla certificazione delle competenze, sulle nuove modalità di funzionamento degli strumenti di sostegno al reddito come la Naspi, l’Asdi, la Dis-Coll, i contratti di solidarietà e la cassa integrazione, necessitano di un presupposto base che è l’efficienza del vecchio ufficio di collocamento, meglio conosciuto come Centro per l’Impiego. La soppressione incauta delle Province ha smantellato i servizi per il lavoro garantiti dai Centri per l’Impiego pubblici e ha fatto scivolare nel caos tutte le politiche attive del lavoro, la gestione delle liste dei disoccupati ed il monitoraggio dell’alternanza scuola-lavoro o qualsiasi altro strumento di conoscenza delle dinamiche dei Sll – Sistemi Locali Lavoro o meglio del mercato del lavoro regionale. Svuotate le province si sono stipulate delle convenzioni tra le Regioni ed il ministero del Lavoro per garantire la funzionalità minima dei Centri per l’Impiego in attesa di conoscere l’esito del Referendum del 4 dicembre che potrà stabilire in caso di vittoria del “Si” il passaggio di tutte le competenze lavoristiche allo Stato o in caso di vittoria del “No” il passaggio delle competenze precedentemente esercitate dalle Province in capo alle Regioni. Sta di fatto che ad oggi i servizi per l’impiego non funzionano e questa paralisi si riverbera in negativo su tutti i lavoratori che cercano di reinserirsi nel mercato del lavoro, di formarsi, orientarsi, riqualificarsi o che hanno bisogno di accedere a strumenti di politiche attive per poter usufruire della cassa integrazione, della mobilità, dell’indennità di disoccupazione o di un patto di servizio per beneficiare del Sia, il sostegno all’inclusione per le famiglie povere e svantaggiate. Se la situazione nazionale è critica per colpa di un Governo che non rispetta gli impegni con le Regioni e con i sindacati, quella molisana è drammatica. Non è stato più pubblicato il bando di 1 milione di euro per passare su un sistema unico informatizzato tutta la banca dati dei Centri per l’Impiego impedendo di fatto di realizzare una rete digitale in contatto costante con Inps, Inail, ministero del Lavoro, Ordini professionali, Comuni, Patronati, etc… I precari storici impegnati dalle Province versano su Campobasso in una situazione paradossale già all’esame di altri Organi dello Stato, nel mentre non è chiaro come si possa garantire l’avvio del Sia per 1.800 indigenti che hanno l’obbligo di un’intesa tra Piani di Zona e Centri per l’Impiego. Sono a rischio tutti gli strumenti di sostegno al reddito di cui si parla in queste settimane per i lavoratori dell’Area di Crisi Industriale Complessa e per quelli dell’Area di Crisi non Complessa perché il presupposto di ogni provvedimento passa per l’attività istruttoria, di monitoraggio, profilazione, progettazione e di supporto dei Centri per l’Impiego. Chi potrà mai erogare una cassa straordinaria o un assegno di ricollocazione se i Centri per l’impiego sono in questa condizione?
di Michele Petraroia