Consumo del suolo
Il consumo di suolo ci costa 400 milioni di euro all’anno. Ecco cosa possiamo fare per fermarlo
di Francesco Bevilacqua (da italiachecambia.org)
6 Dicembre 2024
In Italia ogni giorno 20 ettari di suolo vengono ricoperti dal cemento, con enormi danni ambientali ed economici. Oggi, Giornata Mondiale del Suolo 2024, vogliamo proporvi alcune soluzioni a questo problema.
Secondo il Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” 2024 il consumo di suolo procede al ritmo di circa 20 ettari al giorno, ricoprendo quotidianamente 72,5 km2. Il SNPA – che sta per Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – è un organo costituito da ISPRA e dalle varie agenzie regionali che si occupano appunto di ambiente, che dal 2017 svolge attività di monitoraggio, ricerca e supporto tecnico per gli enti pubblici.
IL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA
Un dato decisamente allarmante che nasconde una serie di ripercussioni negative di diversa natura, dall’aggravamento del dissesto idrogeologico alla maggiore esposizione a danni da eventi climatici estremi, passando per i problemi per gli agricoltori e un pesante aggravio economico sulla spesa pubblica. La perdita dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo infatti, secondo il report, ha un costo diretto di oltre 400 milioni di euro all’anno, a cui si aggiungono quelli causati dalla perdita di altri servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell’habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima.
Alla presentazione del report sul consumo di suolo, avvenuta martedì 3 dicembre a Roma, ha partecipato anche il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, secondo cui “è indispensabile difendere il suolo e chi assicura le attività di monitoraggio“. Il Forum – che unisce decine di realtà impegnate nel contrasto alla cementificazione dei loro territori – ribadisce la necessità di arrestare e non rallentare il consumo di suolo, nonché di “sostenere anche finanziariamente il riuso di tutto l’ampio stock edilizio esistente ma inutilizzato; con l’ausilio di una concreta ed efficace legge statale, che purtroppo continua a non comparire nell’agenda delle commissioni parlamentari”.
Oggi 5 dicembre ricorre la Giornata Mondiale del Suolo ed “è opportuno domandarsi quale sia lo stato di salute del suolo italiano“, prosegue il Forum in una nota. “La risposta non può che basarsi su dati e monitoraggi scientifici certi, come quelli forniti da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale costituito nel 2010 riunendo tre diverse agenzie per fornire supporto scientifico al ministero dell’Ambiente e allo stesso tempo rappresentare per i cittadini un riferimento sicuro dove attingere dati ambientali”.
UNO SGUARDO ALLA SITUAZIONE GLOBALE
Il problema del consumo di suolo è comune a innumerevoli paesi. Fortunatamente sono decine le realtà che in tutto il mondo si sono attivate per proporre soluzioni. Fra esse, un gruppo di 60 ONG che hanno unito le forze per approvare un importante documento politico da presentare alla COP16 della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione attualmente in corso a Riyadh, in Arabia Saudita.
La reazione del documento è stata curata da Save Soil, il movimento globale lanciato dall’attivista indiano Sadhguru per contrastare il consumo di suolo, e dall’ONG per la sicurezza alimentare e climatica 4 per 1000. Il focus è il ruolo cruciale del suolo nel sequestro del carbonio, nella perdita di mezzi di sostentamento degli agricoltori, nell’inquinamento dell’aria e dell’acqua e nella perdita di biodiversità. Da qui l’esortazione rivolta ai delegati presenti a Riyadh a intensificare gli sforzi e l’allocazione delle risorse, poiché gli agricoltori di tutto il mondo hanno urgentemente bisogno di finanziamenti per adottare pratiche rigenerative.
UNA SOLUZIONE: RIGENERARE IL SUOLO
A questo proposito, una delle soluzioni al consumo di suolo che garantisce diverse ricadute positive – dal sostegno al comparto agricolo fino al recupero dell’“effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico – è l’agricoltura rigenerativa, che attraverso strumenti come i compostaggi o le cover crops al tempo stesso garantisce la produzione agricola e la rigenerazione del suolo. Per approfondire l’argomento vi rimando alla nostra intervista a Deafal, una ONG che da anni si occupa di progetti di divulgazione e attuazione di queste tecniche colturali.
Se volete spingervi ancora più in là e acquisire anche qualche informazione utile a rigenerare il suolo vi consiglio di partecipare al webinar gratuito “L’agricoltura naturale e l’arte del non fare” proposto da Italia Che Cambia a RAN – Rete per l’agricoltura Naturale. A tenerlo saranno Kutluhan Özdemir – agricoltore che si rifà al metodo naturale di Masanobu Fukuoka, basato sulla drastica riduzione dell’intervento umano – ed Ezio Maisto, fondatori della RAN. Al loro fianco, il direttore di Italia Che Cambia Daniel Tarozzi e quello di Terra Nuova Edizioni Nicholas Bawtree.
L’attuazione di soluzioni al problema del consumo di suolo non è più rimandabile. Pur senza volerne fare solo una questione di soldi, ritengo che la stima dei costi effettuata dal SNPA nel suo report presenti un quadro drammaticamente chiaro: se si considera la perdita del suolo avvenuta non solo nell’ultimo anno, ma nel periodo tra il 2006 e il 2023, l’impatto economico viene stimato tra 7 miliardi e 9 miliardi di euro annui. Il valore perso di stock – ossia la perdita assoluta di capitale naturale – dello stesso periodo varia tra 19 e 25 miliardi di euro.
L’escalation della crisi del degrado del suolo costa al pianeta 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile all’anno e ha un impatto sul sostentamento di 1,5 miliardi di persone, fa notare il movimento Save Soil, a cui fa eco il monito di Paul Luu, segretario esecutivo di 4per1000: «Il degrado della terra e del suolo dovrebbe essere al centro delle nostre preoccupazioni e non solo nelle aree già desertificate o gravemente colpite, ma ovunque l’inesorabile processo di erosione dell’acqua e del vento comprometta la salute dei nostri suoli agricoli e boschivi».
di Francesco Bevilacqua (da italiachecambia.org)
6 Dicembre 2024