Contro l’eolico selvaggio nel beneventano
Osservazioni dell’A. C. Togo Bozzi contro la realizzazione del progetto eolico in contrada Serre di San Lorenzo Maggiore (BN)
di Associazione culturale Togo Bozzi – Guardia Sanframondi
14 Febbraio 2025
Premessa
Il suindicato sodalizio sannita, pur prendendo atto del programma per lo sviluppo sostenibile sottoscritto, il 25 settembre 2015, dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, ricorda e sottolinea la valenza giuridica fissata dal principio tecnico-normativo del DNSH (Do No Significat Harm), in base al quale le infrastrutturazioni e gli interventi previsti nei programmi energetici nazionali non devono arrecare danni significativi all’ambiente ed, in particolare, al patrimonio naturalistico di pregio. Detti principi legislativi, infatti, mirano a ridefinire le programmazioni energetiche nazionali, in linea con l’esigenza prioritaria di salvaguardare gli ecosistemi. Non a caso, il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente approvato il regolamento diretto a ripristinare gli habitat, riportando almeno il venti per cento dei territori allo stato originario nell’arco di un decennio. Inoltre, tale misura di intervento è volta a frenare la perdita di biodiversità nelle aree di pregio ambientale. Pertanto, non può essere più tollerato un metodo speculativo in ordine all’utilizzazione del patrimonio collettivo.
Primo Punto – La perimetrazione del Parco Nazionale del Matese deve essere assolutamente salvaguardata.
Con la recente sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si è chiusa, sostanzialmente, l’annosa e tormentata vicenda del Parco Nazionale del Matese, di fatto risalente alla legge finanziaria del 2018 con l’avvenuta istituzione di detto Ente. Tale provvedimento legislativo, approvato dagli organi parlamentari il 27 dicembre del 2017, oltre a recepire le pressanti e documentate istanze giunte dalle Istituzioni del Molise, ha voluto onorare le storiche battaglie condotte dal mondo ambientalista sannita sin dagli anni settanta. Una legge che, perciò, avrebbe meritato, da parte di tutti gli organi competenti, una corrispondente programmazione amministrativa diretta a salvaguardare lo storico Comprensorio appenninico. Ciononostante, la Regione Campania ha autorizzato, negli scorsi anni, impianti industriali eolici in territori ricadenti nell’area SIC-IT8020009 “Pendici Meridionali del Monte Mutria”, o nelle sue immediate vicinanze, senza tener conto delle prescrizioni comunitarie. Sta di fatto che, nel corso delle ultime settimane, il processo costitutivo di detto Parco nazionale è stato definito con l’acquisizione di tutti gli atti prodotti. Non a caso, le Istituzioni di riferimento hanno confermato la piena legittimità della procedura con la recentissima riunione svoltasi con i tecnici ministeriali. Pertanto, ha destato stupore, nell’opinione pubblica sannita, sia la presentazione del progetto in oggetto, sia il parere espresso dal gruppo dirigente del Parco regionale di Piedimonte Matese, diretto a far intendere che i pali eolici possono essere installati addirittura nell’area destinata a far parte dell’istituito Parco Nazionale del Matese (Contrada Serre di San Lorenzo Maggiore). Trattasi di un’area territoriale che va rigorosamente rispettata per legge, siccome il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha riconosciuto e fatto propria la perimetrazione accertata dai tecnici qualificati dell’ISPRA. Pertanto, ogni valutazione sulla vicenda in oggetto deve essere conforme allo spirito della Legge 205/2017 (27 dicembre 2017), nonché del citato principio tecnico-normativo DNSH (Do No Significat Harm).
Secondo punto – Contrada Serre di San Lorenzo Maggiore non è area idonea per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili
Lo scorso 3 luglio 2024 è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 21 giugno 2024, emanato di concerto con il Ministro della Cultura e con il Ministro dell’agricoltura, recante la Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. A questo punto spetta agli Organi competenti recepire quanto fissato dal decreto con l’individuazione delle aree precipue. Sta di fatto che detti principi normativi hanno fissato dei limiti ben precisi, rispetto a cui non è possibile installare gli impianti rinnovabili nei seguenti Comprensori:1) Aree di particolare valore ambientale; 2) Aree che fanno parte di parchi naturali, zone protette o altri contesti di rilevante valore ecologico e paesaggistico, come le Aree Natura 2000 (siti di importanza comunitaria o zona di protezione speciale); 3) Siti di interesse ambientale e paesaggistico, inclusi quelli tutelati da normative internazionali (come la Convenzione di Ramsar per le aree umide) o nazionali; 4). Aree agricole strategiche; 5) Aree destinate a produzione agricola che sono fondamentali per la sicurezza alimentare, in particolare quelle con un alto valore agricolo, come le terre di qualità per colture alimentari (DOC e tipicità territoriali). Per le precisate ragioni, il progettato impianto in oggetto deve essere chiaramente respinto, in quanto ricade in un’area territoriale di pregio agricolo (DOC falanghina), connotata, peraltro, sia dall’alto valore naturalistico (strettamente adiacente alle Aree SIC e Rete Natura 2000), sia dalla indiscussa qualità paesaggistica (Parco Nazionale del Matese e Carta Nazionale del Paesaggio). Inoltre, la realizzazione dell’impianto in oggetto danneggerebbe gravemente il contiguo abitato, nonché il tessuto urbano intercomunale di Guardia Sanframondi, posto in stretta correlazione con i Comuni di San Lorenzo Maggiore e San Lupo (con evidenti danni patrimoniali). Infine, la connotazione progettuale esclude ogni criterio strategico dal punto di vista energetico, essendo impostata sulla realizzazione di due pale eoliche in area chiaramente non idonea.
Terzo punto – Vulnerabilità idrogeologica presente nell’area territoriale della Contrada Serre di San Lorenzo Maggiore
Il progetto eolico in oggetto è assolutamente incompatibile con la struttura geomorfologica del Matese meridionale, chiaramente ricadente nei territori di Guardia Sanframondi, San Lupo e San Lorenzo Maggiore, siccome l’Ato Calore Irpino ha più volte certificato la vulnerabilità idrografica del Comprensorio con la presenza di cospicue circolazioni idriche sotterranee poste in correlazione con i rilievi montuosi e la fascia collinare pedemontana. Infatti, il bacino imbrifero del territorio è sostanziato dai sedimenti carbonatici mesozoici caratterizzati da una elevata permeabilità per fratturazione. Tale reticolo idrografico ortoclinale sostanzia, oltretutto, la tipologia produttiva dell’agricoltura tradizionale (cfr. sorgive superficiali). Per le precisate ragioni, non può essere messa a rischio la fragile stabilità geologica dell’area territoriale suindicata, anche per rispettare il principio di precauzione dal punto di vista ambientale (Allegata documentazione Ato Calore Irpino).
Quarto punto – Area territoriale di San Lorenzo Maggiore gravata dagli Usi Civici
Anche la Regione Campania, con coerente decreto dirigenziale n.75 del 12/2/2016, peraltro allegato al presente atto, ha preso atto dell’esistenza degli usi civici nelle terre di pascolo in questione, tant’è che ha avuto modo di respingere precedenti progetti legati all’impiantistica dell’energia rinnovabile nell’area montana di San Lorenzo Maggiore. A tal riguardo, merita di essere sottolineato quanto segue: il progetto si inserisce in un’area di pascolo d’altura dove persistono, da diversi secoli, gli usi civici delle comunità di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Cerreto Sannita e Pontelandolfo. Per di più, l’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani garantisce la libera fruizione dei patrimoni pubblici di carattere culturale e naturalistico, nonché la opportuna valutazione degli effetti causati dall’uso delle moderne tecnologie sui contesti territoriali. E’ questo il fondamento della nuova programmazione europea, concretizzatasi attraverso il rapporto ‘The role of culture in non-urban areas of the European Union’. Il dato tecnico, infatti, riguarda la corretta applicazione operativa del principio Do No Significant Harm (DNSH), secondo cui gli interventi previsti nei programmi strutturali non possono arrecare danni significativi all’ambiente, dovendo rispettare la piena sostenibilità della transizione energetica. Oltretutto nell’ambito della suindicata proprietà collettiva ricade l’antico tratturo Sepino-Guardia-Capua, peraltro inquadrabile come vero e proprio asse rurale di libero transito. In tal senso, la manutenzione dell’uso civico spetta alla Pubblica Amministrazione, salvo l’intervento dell’Amministrazione dei beni demaniali (Comunità collettiva). Ad ogni buona ragione, la cosiddetta viabilità di bosco incide profondamente sulla gestione produttiva dei Beni agro-pastorali. Tale rete infrastrutturale presenta numerosi collegamenti vicinali, al fine di ripercorrere sostanzialmente gli antichi nastri tratturali. In diversi casi, inoltre, evidenzia ancora oggi una caratterizzazione erbosa. Per queste ragioni trovano pieno riconoscimento, nell’ambito dell’Uso Civico, sia lo jus aquandi, sia lo jus legnandi. Quanto scritto, infine, dimostra sul piano giurisprudenziale il carattere civico della Comunità collettiva (cfr. sentenza numero 32 del 17 aprile 2023 emessa dal Commissario per la liquidazione degli usi civici per le regioni Lazio, Umbria e Toscana). Oltre alla normativa specifica circa gli usi civici, il giudice ha ricordato la sentenza della Corte Costituzionale n. 0046/1995 che salvaguarda l’interesse della comunità nazionale per la conservazione dell’ambiente naturale nelle terre civiche soggette a vincolo paesistico, e la legge 168/2017 che ha ulteriormente sottolineato la vocazione ambientale delle proprietà collettive.
Quinto punto – Caratteristiche archeologiche presenti nell’altopiano del Matese meridionale, comprendente la contrada Serre di San Lorenzo Maggiore.
L’altopiano del Matese meridionale presenta una valenza archeologica indiscutibile, siccome risulta essere stato attraversato dall’importante tratturo posto a collegamento tra il Sannio Pentro e la pianura campana di Capua, tant’è che molti studiosi ed archeologi, tra cui Jamalio, Salmon e Bozzi, hanno individuato nell’area suindicata l’esistenza di cittadelle osco-sannite assolutamente strategiche. A tal riguardo, anche la Soprintendenza del Molise ha più volte richiamato l’importanza storica ed archeologica delle aree del Matese meridionale. Nella parte alta di Guardia, oltretutto, vi furono, in epoche diverse, molteplici ritrovamenti archeologici ricondotti dagli storici sia all’Età preistorica (Dolmen in Contrada Tre Pietre, amigdala di tipo chelleano), sia al periodo propriamente sannitico (Cominium Ocritum e Fulfulae). Oggi il Dolmen e l’amigdala, essendo reperti assolutamente unici, sono conservati nel “Musée de l’Homme” della società etnografica e antropologica di Parigi. Rispetto a quanto detto, è inaccettabile il disinteresse istituzionale verso le preesistenze archeologiche del Sannio beneventano, ragion per cui l’associazione culturale Togo Bozzi auspica una corretta valutazione del progetto anche rispetto al tema della salvaguardia archeologica.
di Associazione culturale Togo Bozzi – Guardia Sanframondi
14 Febbraio 2025