“Cronache del rimbambientalismo”
Castellotti e Scacciavillani di nuovo insieme in un libro sul cambiamento climatico
di forchecaudine.com
24 Febbraio 2025
Nel 2011 hanno firmato insieme, per Editori Riuniti, il volume di successo “Tremonti, il timoniere del Titanic”. A distanza di 14 anni il giornalista Giampiero Castellotti e l’economista Fabio Scacciavillani sono due delle firme – insieme a Roberto Bolzan, Maurizio Stefanini, Vincenzo Vespri ed Elisa Volterrani – del libro-inchiesta “Cronache del rimbambientalismo”, 256 pagine e otto capitoli per “fornire al lettore un resoconto oggettivo sul cambiamento climatico”. L’introduzione è a cura del noto opinionista Alberto Forchielli.
Nonostante il titolo provocatorio e la premessa, il libro, in realtà, nelle sue 256 pagine divise in otto capitoli, si limita per lo più ad offrire una ricca mole di materiali utili, oggettivi e “ideologicamente trasversali” per la costruzione o l’arricchimento di un’opinione sul tema del cambiamento climatico, evitando – come spesso avviene quando si affronta la materia ambientale – di spacciare “verità” costruite su castelli di sabbia.
L’unica “certezza” che accomuna gli autori è il riconoscimento degli effetti in atto del climate change. Indiscutibili. Più flessibili e articolate, invece, le risposte alla domanda conseguente, in fondo scontata: le cause sono di origine antropica? Cioè, le colpe sono umane o si tratta di un fenomeno naturale, ciclico?
La premessa che evidenzia Scacciavillani – e che trova avallo in tutto il libro – è che negli ambienti scientifici non si sia formato un consenso granitico. E se attualmente la scienza dispone di strumenti professionali per rilevare le temperature, confermando quindi il surriscaldamento del pianeta, è impossibile comparare il fenomeno in atto con quelli del passato, frutto per lo più di cronache lontane nel tempo, legate principalmente agli esiti delle eruzioni vulcaniche. Insomma, stabilire con certezza se le cause siano cicliche o antropiche è il vero nodo da sciogliere.
Nella prima trentina di pagine, Scacciavillani e Stefanini si soffermano sulle quattro rivoluzioni energetiche che hanno accompagnato la storia dell’uomo (padronanza del fuoco, introduzione dell’agricoltura, la rivoluzione del carbone e del petrolio e il sorpasso delle rinnovabili), mentre il secondo capitolo affianca la lunga storia del mondo alle ipotesi sui cambiamenti climatici. Scacciavillani si occupa, inoltre, della trasformazione delle prospettive economiche e della vita quotidiana nel corso del tempo, con approfondimenti sul legame tra energia e progresso.
Preziosa l’intervista a Claudia Tebaldi, climatologa presso il National center for atmospheric research di Boulder in Colorado.
Nel terzo capitolo, Elisa Volterrani e Vincenzo Vespri (docente ordinario di analisi matematica presso l’Università di Firenze) approfondiscono la matematica dell’effetto serra ed i modelli previsionali. Il professore, in particolare, analizzando l’alterazione della Corrente del Golfo non esclude che “la generazione che nasce adesso potrebbe essere testimone di un evento climatico catastrofico”.
Il mito della stabilità ambientale e il principio di precauzione (giuridicamente definito all’interno della Dichiarazione di Rio del 1992) sono, invece, le materie esaminate da Roberto Bolzan.
Nel settimo e nell’ottavo capitolo, il giornalista Maurizio Stefanini fornisce una panoramica delle risposte tecnologiche al problema ambientale, toccando anche il tema dell’energia nucleare, e mette in evidenza il nodo dei pesanti costi economici e sociali legati alla transizione ecologica (“un costo pesante grava evidentemente più sui poveri, e ad esempio le auto dei poveri per semplice numero inquinano di più che non le auto dei ricchi”).
Infine Castellotti ricostruisce il rapporto tra il cambiamento climatico e l’informazione, evidenziando che a causa del sovraccarico informativo, dell’approssimazione e della dolosa disinformazione si determini un’assuefazione che rischia di depotenziare le reali problematiche ambientali.
Castellotti e Scacciavillani hanno lavorato entrambi in Confindustria tra gli anni Ottanta e Novanta. Poi il giornalista ha continuato la carriera in ambito economico-sindacale, specializzandosi in problematiche del lavoro, mentre Scacciavillani, dopo i trascorsi al Fondo monetario internazionale, alla Banca centrale europea, a Goldman Sachs e ai vertici di organismi pubblici nella Penisola Arabica, assiste nella raccolta di capitali le imprese innovative e si dedica a consulenze per clienti internazionali.
di forchecaudine.com
24 Febbraio 2025