Distretto BioMolise
Nato a Larino nel 2017: anni persi in mancanza di un coinvolgimento dei diretti interessati, i coltivatori
di Pasquale Di Lena (da La Fonte Nov/24)
31 Ottobre 2024
Nato nel 2017 a Larino, come “Distretto biologico dei Laghi Frentani”, per iniziativa dell’allora sindaco della città frentano, Vincenzo Notarangelo e altri 12 sindaci del circondario, ha prodotto, con il suo comitato tecnico scientifico composto da esperti di valore, idee e progetti interessanti per lo sviluppo dell’agroalimentare molisano e delle attività ad esso collegate.
Operativo fino all’approvazione della legge regionale “Distretto del cibo” dell’Ottobre 2020, che, come ebbe a commentare l’allora assessore all’agricoltura; Nicola Cavaliere “Una legge approvata per servire il territorio, attraverso la tutela delle sue identità e la valorizzazione del cibo… Una legge che punta a creare un legame sempre più stretto e fecondo tra le imprese locali e i prodotti agricoli ed alimentari che la regione è in grado di offrire”. In pratica una legge che affida ai produttori la gestione e non agli amministratori locali, come nel caso del Biodistretto sopra citato, presieduto dal Sindaco di Larino, Giuseppe Puchetti, e partecipato da altri 13 sindaci del circondario. Non aver colto questo intento della legge regionale ha portato a rendere del tutto non operativo il Distretto BioMolise, nato come “Laghi Frentani”.
Anni persi in mancanza di un coinvolgimento dei diretti interessati, i coltivatori, che hanno deciso di fare agricoltura biologica, o, che s’impegnano a farlo per diventare i protagonisti di un tipo di agricoltura che ha a cuore la salute dell’ambiente, nel momento in cui dà un prezioso contributo a uno sviluppo sostenibile. A cuore, anche e soprattutto, la salute del consumatore nel momento in cui mette a sua disposizione un cibo di qualità, naturale. Una situazione di stallo che penalizza non solo Larino e il suo circondario, ma il Molise – non a caso una delle due regioni che vede diminuire le aziende biologiche, mentre crescono nelle rimanenti 18 regioni- e la sua agricoltura. E questo accade nel momento in cui sta per essere approvata la Riforma della Pac con novità interessanti. In primo luogo quella di superare – per quel che riguarda la distribuzione delle risorse – la superficie agraria come punto di riferimento. Non solo, soprattutto di tener conto del fondamentale ruolo della multifunzionalità agricola e dell’innovazione tecnologica, con le risorse destinate – diversamente dalle scelte della Pac in atto, tutte per l’agro – industria – ai piccoli e medi produttori, giovani e donne e, per quel che riguarda il territorio, le aree svantaggiate.
Un’agricoltura all’insegna del biologico, che verrà maggiormente finanziata per essere l’unico sistema di produzione sostenibile regolamentato. Quello che assicura risposte adeguate alla crisi climatica e alla protezione dell’ambiente. In tal senso l’istituzione di fondi complementari per la “Transizione giusta” e il “Ripristino della Natura”, necessari per accompagnare la scelta degli agricoltori verso un’agricoltura sostenibile. In pratica il ruolo proprio dell’agricoltura biologica per la cura della natura e il rilancio della biodiversità, possibile se un giusto reddito riporta l’agricoltore a diventare il protagonista di un tipo di sviluppo che rimette al centro l’agricoltura e, con essa, l’insieme del sistema alimentare. Ecco che, oggi più di ieri, serve ed è urgente un distretto biologico riconosciuto, capace di cogliere le opportunità offerte dalla Riforma della Pac per mettere in atto una strategia rispondente al tipo di sviluppo possibile per il Molise, che, forte anche dei suoi primati nazionali di ruralità e biodiversità, non può che essere quello dell’agroalimentare bio, comprensivo anche della pesca, degli allevamenti e della forestazione, che, con la sostenibilità ambientale, apre a un domani in sintonia con la natura, oggi maltrattata. Sempre che il territorio, con la sua agricoltura, venga salvaguardato, tutelato, e valorizzato e non deturpato, manipolato, ridotto dalla paventata invasione di pali eolici e pannelli solari. Una strategia adatta a ripopolare, con le campagne, i luoghi, per renderli alternativi alla globalizzazione e, come tali, protagonisti di un tipo di sviluppo che ha come obiettivo la sobrietà e non lo spreco; l’uso delle risorse e non la loro depredazione e distruzione; il rilancio dei valori, messi da parte dal dio denaro, per tornare ad essere comunità.
Ecco che diventa quanto mai urgente mettere nelle mani e nella mente dei suoi naturali protagonisti Il Distretto BioMolise perché il loro impegno, con il sostegno delle istituzioni necessario per lo svolgimento delle sue finalità, ponga al centro dello sviluppo l’agricoltura molisana e, con azioni e strategie adeguate, ne rafforzi le potenzialità.
di Pasquale Di Lena (da La Fonte Nov/24)
31 Ottobre 2024