• 03/27/2024

Dopo la passerella di Giorgia

Magagne e interessi dietro l’assegno di 445 milioni

di Giuseppe Tabasso (da ilbenecomune.it)   

27 marzo 2024

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Che la puntata di Giorgia Meloni in Molise fosse una passerella elettorale lo ha dimostrato lei stessa ripartendo alla volta della Basilicata, dove si voterà il 21 e 22 aprile.

Naturalmente tutti felici e contenti per la grazia ricevuta: “circa 450 milioni” non proprio munifici rispetto a quelli che, grazie all’Europa, la premier ha calato sul suo coccolato Abruzzo.

Proprio in quello stesso giorno la solita Gabanelli pubblica un nuovo “Data room” dal titolo “Accordo Italia-Albania, uno spot da 650 milioni”. Uno spot, anzi un flop di sprecata munificenza.

Secondo un antico adagio americano l’etica giornalistica consiste nel soddisfare gli afflitti e affliggere i soddisfatti – ecco perché esistono rompiscatole che affliggono i sodisfatti nella loro comfort zone.

Il governatore Roberti ha magnificato una quarantina di “investimenti strategici” sui quali Micaela Fanelli ha contestato punto per punto tutte le procedure interne degli investimenti: “una farina che non fa pane”.

Su “Primo numero”, l’unico ad aver pubblicato la requisitoria della consigliera regionale, emergono errori e magagne così descritti: “Accordi che non servono al Molise ma agli interessi di tre o quattro assessori; niente analisi dei bisogni; niente co-progettazione partenariale e confronti consiliari; preferenze di finanziamenti al posto di altri, come i circa 10 milioni per Castelpetroso; impronta accentratrice e interventi a gamba tesa nella dinamica elettorale”. Insomma una specie di Catilinaria.

Tornando infine al caso Abruzzo-Molise, Roberti accusa la Gabanelli di offesa inferta alla Patria molisana, definita una “reazione scomposta” dal professor Civitella, gran fautore della riunificazione.

In proposito Roberti preferisce usare termini come Accorpamento e “ipotetica rimpatriata”, invece di Riunificazione. Fa venire in mente la celebre battuta di Giulio Andreotti: “Amo talmente la Germania che ne preferivo due”.

A quel tempo però la Germania ricca si svenò a parità di marco per riunificarsi all’altra metà. Oggi invece l’Abruzzo – come si legge su “Il Centro” – lamenta “strade colabrodo e 400 attività chiuse”. Intanto i vezzeggiamenti di mamma Meloni arrivano a 1.861 progetti, mentre quelli caritatevolmente piovuti sul Molise, sono mance.

Ma ve l’immaginate gli abruzzesi meloniani che si svenano alla tedesca per risucchiare dal Sud i “cugini” nonché camerati molisani?

di Giuseppe Tabasso (da ilbenecomune.it)   

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