Dove non riesce la cultura ci pensa la mosca
Onore ai vincitori del concorso Goccia D’Oro che premia i migliori extravergini, Dop, Bio, Bio dop del Molise
di Marcello Pastorini – fb
21 dicembre 2016
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Quest’anno c’è da festeggiare un ambito risultato: essere un olio di qualità in una stagione che non si dimenticherà facilmente.
Soddisfazione quindi anche per le aziende che sono andate oltre le fasi eliminatorie per giungere in finale nelle diverse categorie dimostrando di aver superato una soglia importante, il confine che separa un olio extravergine da uno di ottima qualità
Per me e mia moglie c’è la soddisfazione di essere tra i pochi oli finalisti nella categoria Fruttato medio. Come sempre , da anni, raggiungiamo questo traguardo che per noi vale quasi come una vittoria.
Eppure quest’anno le difficoltà sono state notevoli. L’inverno mite ha accelerato le fasi della differenziazione delle gemme a fiore e la conseguente fioritura . Le rare ondate di freddo tardive hanno probabilmente danneggiato le cultivar più precoci, quali il Leccino, che hanno mostrato scarsa produzione di fiori, allegagione e quindi già nelle prime fasi, generalmente, tranne eccezioni legate ad esposizioni particolari, pochi frutti sulla pianta.
Nel “larinese”, dopo l’allegagione, quest’anno più abbondanti erano i frutti portati dalle fronde della cultivar Gentile di Larino e soprattutto della cultivar tardiva Peranzana. Ma come ripeto la fioritura si è presentata con un mese di anticipo, alla fine di aprile anziché di maggio come è solito dalle nostre parti. Questo è stato il primo campanello d’allarme: l’anticipo avrebbe portato i frutti ad essere già grandi e recettivi all’attacco della mosca dalla fine di giugno- inizi di luglio. Tutti noi, consapevoli del pericolo imminente, tifavamo per un’ estate calda e secca, le condizioni difficili per la mosca dell’olivo. I più ottimisti continuavano invece a ripetermi in modo erroneo: “ho potato fino a maggio, sulle fronde c’erano ancora le olive del 2015 completamente sane quindi quest’anno non ci sarà nessun pericolo di mosca.”
Ho provato a spiegare loro che una mosca depone circa 250 uova, una per ogni frutto, dopo 3 settimane dalla deposizione, nelle migliori condizioni, si formano altri 250 nuovi individui per metà femmine. Senza ostacoli ambientali le 125 femmine depongono altre 250 uova per un totale di oltre 31.000 individui.Lascio a voi immaginare cosa succede dopo altre 3 settimane…e siamo partiti solo da una mosca. Niente, nessun successo, mi sono sentito ridere addosso. Purtroppo, però, le condizioni ambientali sono andate, per tutta l’estate a vantaggio della mosca: fresco, umido, con pochi nemici naturali visto l’annata 2015 povera di prede-ospiti per gli stessi. Per questo, noi consapevoli, siamo stati tutta l’Estate con gli occhi addosso alle olive. Con grande dispiacere abbiamo constatato le prime punture di deposizione a luglio con il raggiungimento della soglia che prevede, nella lotta guidata, l’intervento con il trattamento. Abbiamo agito e ottenuto i risultati sperati. Certo tutti noi avremmo fatto a meno di agire, ma per salvare la qualità non avevamo alternative.
Anche chi pratica il biologico ha le sue armi per ottenere la qualità sperata, alcune di queste azioni sono condivise dagli operatori dell’ olivicoltura convenzionale: scelta, all’impianto, di cultivar più resistenti, potatura leggera per favorire un maggior carico di frutti ed avere gli stessi meno recettivi alla deposizione della mosca almeno nel mese di luglio, anticipo della raccolta per evitare gli ultimi e massicci attacchi, utilizzo di trattamenti consentiti( spinosine).Un olio biologico di qualità deve rispettare i criteri stabiliti dalla legge e non basta “ non metterci e farci niente” per ottenere un prodotto di qualità. Un olio difettato, con difetti di muffa, che ha nel suo interno composti chimici legati ai processi fermentativi di olive marce non garantisce né la salute del consumatore né il piacere di un anno di ottime pietanze.
Abbiamo passato l’anno negli oliveti, le nostre paure , accortezze, conoscenze, sono state condivise : più volte su facebook avevo personalmente preannunciato i rischi per il raccolto del 2016.
Tale lavoro, il monitoraggio, la segnalazione del pericolo, i suggerimenti per gli interventi, è stato fatto con molta professionalità anche dal dipartimento di olivicoltura Arsarp di Larino guidato dal Dr Maurizio Corbo. Purtroppo non sempre i consigli vengono presi sul serio, si preferisce nascondere il problema, sottovalutarlo, un po’ come mettere la polvere sotto i tappeti.
A peggiorare la situazione c’è stata la raccolta in un inizio di autunno tra i più piovosi di sempre, condizione che ha abbassato le rese a livelli mai visti prima.
I risultati li conoscono tutti, chi ha frequentato i frantoi li ha toccati con mano: produzione scarsa di olive, con le nostre belle partite minacciate da alcune altre scadenti degli olivicoltori della domenica, rese bassissime.
Questo tradotto in termini pratici significa bassa produzione di olive/olio di qualità e prezzi alle stelle.
Ad onor del vero, quelli di quest’anno, sono i prezzi che dovrebbero ripagare delle fatiche coloro che tanto impegno e lavoro impiegano negli oliveti
Alla fine , però, il sudore, le fatiche hanno ricevuto come premio un risultato che soddisfa: la qualità dell’olio e i complimenti di chi ne capisce veramente
Molti, quelli che avevano creduto al miracolo, ottenere la qualità solo sperando nella grazia di Dio, si sono ricreduti, la polvere è uscita dal tappeto.
La mosca è riuscita a fare selezione, evidenziando i buoni e i cattivi olivicoltori
A noi resta la relativa soddisfazione di essere tra i buoni, ma anche un grande rammarico: dove non ha potuto la cultura è riuscita la mosca!
di Marcello Pastorini – fb