• 01/12/2021

“I colori dell’anima”

Mario Antenucci nella nuova pubblicazione sintetizza metaforicamente i temi che attraversano le sue nuove poesie scritte in questo difficile 2020 

di Umberto Berardo

12 gennaio 2021

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In questo difficile anno di pandemia è uscita la nuova raccolta di poesie di Mario Antenucci, molisano ed originario di Roccavivara (CB) che è autore tra l’altro di diverse collezioni di liriche, del romanzo “Pane e vino” e del reportage “La Terra da scoprire” oltre ad avere un impegno fattivo e costante sul piano spirituale, culturale e sociale soprattutto con la sua attività di volontario in diverse associazioni regionali.

Viviamo un periodo problematico su molti versanti ed ovviamente anche su quello culturale in cui ci sono difficoltà enormi a veicolare prodotti editoriali; dunque occorre avere grande apprezzamento per chi manifesta impegno in opere di carattere letterario.

Mario Antenucci crede nella cultura e dunque opera conseguentemente con coraggio.

Già il titolo della nuova pubblicazione, “I colori dell’anima”, per i tipi di Vitale Edizioni di Sanremo, ci sintetizza metaforicamente i temi che attraversano le sue nuove poesie scritte in questo difficile 2020 nel quale abbiamo vissuto l’isolamento, la paura, i distacchi, il dolore.

Antenucci si occupa del tema della pandemia nella lirica “Senza tempo” affrontandone gli aspetti più tragici visti nell’assenza di relazioni, negli affetti bloccati da una “peste che ci corre dietro”, nelle morti del “prossimo” che ci circondano e “ci proiettano il futuro nero”; tuttavia sa e scrive con chiarezza che l’unica via per uscirne è la solidarietà.

Al di là di tale soggetto specifico il nuovo volume del poeta molisano è di una ricchezza assai varia di argomenti che sono il mezzo con cui l’autore prova a metterci di fronte alla natura, alla vita ed alla coscienza in una introspezione in grado di mettere in movimento la nostra riflessione sui temi proposti.

Così affascinano le sue descrizioni del borgo natio, del paesaggio, dell’universo dal cui incanto l’autore è talmente preso che si arrovella a trovare i lemmi più adatti per presentarci quadri davvero affascinanti.

Tuttavia la poesia di questa nuova raccolta di Antenucci assume un livello introspettivo notevolissimo mettendo al centro dell’attenzione del lettore l’umanità con i suoi problemi, le sue vicissitudini e le articolazioni delle fasi della vita di cui il poeta si sforza di cogliere il senso più profondo.

Ecco allora la riflessione sulla guerra in “La crociera della morte” dove l’umanità semina terrore con l’“industria della morte”.

Ne “La vita” in maniera disincantata si descrivono gli aspetti delle diverse fasi dell’esistenza umana nei momenti di “luce” e di “vigoria” ed in quelli terminali con un intenso “trepidare” ed è proprio nelle ombre e nelle luci che l’autore cerca il senso della vita.

Ne testo ci sono momenti in cui il poeta sembra come rifluire in un’osservazione dal senso amaro sul “nugolo di vite martoriate e lusingate” e si chiede enigmaticamente “Iddio le irride senza pietà/ o le accompagna/ a miglior vita?”.

Nella lirica “Padre nostro” ad una prima lettura ci sono domande a Dio che sembrano quasi amare e perfino irriverenti, ma che portano ad un’implorazione finale in cui prende anima una fede forte che implora il Padre a ricordarsi del suo popolo.

La stessa richiesta si pervade in “Invocazione” di un bisogno spirituale profondo nel rapporto con Dio cui il dono “dell’equilibrio del cuore e il sogno di una quiete sicura”.

In tutto il volume aleggia una ricerca forte di libertà, di silenzio, di ascolto ma soprattutto del disvelarsi dell’eterno per una vita della quale “ il tempo si è fatto breve ” .

Trovo in questa nuova raccolta di poesie di Mario Antenucci una sottile vena di pessimismo che quasi per incanto si dissolve di fronte all’osservazione incantata della bellezza della natura e dell’universo che l’autore sa farci apprezzare veramente con maestria.

Sul piano relativo agli aspetti metrici vorrei sottolineare la bravura di questo poeta nella scelta dei lemmi che sanno aprire il lettore ad immagini e concetti davvero molto profondi anche attraverso una scelta accurata di metafore capaci di costruire rappresentazioni, ma soprattutto riflessioni sui grandi temi della vita.

Molto ricercata la costruzione dei versi e delle strofe capace d’immergerti nella lettura con un interesse che ti spinge a seguire la comunicazione di valori, sentimenti e considerazioni.

Le emozioni più intense vengono tuttavia dal ritmo volutamente lento, dagli enjambement e da una punteggiatura essenziale che danno alle liriche una musicalità capace di trascinare il lettore in spazi che talora diventano surreali.

Credo che in questo volume la poesia di Mario Antenucci raggiunga davvero livelli assai apprezzabili sul piano tematico e stilistico.

È un volume che davvero merita di essere letto perché di grande interesse per l’analisi appassionata dei problemi esistenziali.   

di Umberto Berardo

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