I molteplici attori sul palcoscenico di Campitello
Campitello è fatta di tante storie distinte con autori altrettanto distinti
di Francesco Manfredi-Selvaggi
11 Febbraio 2025
Ci sono altri protagonisti e comprimari, l’interprete principale è stata la società immobiliare che ha realizzato i residence, la parte della “spalla” è stata eseguita dal Comune di San Massimo che ha ceduto il suolo e approvato lo strumento urbanistico.
Campitello è fatta di tante storie distinte con autori altrettanto distinti. Anche la Parrocchia di S. Massimo ha avuto un suo ruolo nel disegno urbanistico, però non da vero e proprio protagonista perché il segno che ha impresso nell’immagine dell’insediamento è decisamente piccolo. Si può parlare di timidezza della chiesa intesa non nel senso di organizzazione ecclesiastica bensì di costruzione; l’edificio di culto è posto in pendio, la parte emergente è appena al di sopra del livello del piazzale da cui, pertanto, è poco riconoscibile. È una struttura di piccole dimensioni anche in altezza e manca di un campanile o di una semplice guglia che permetta di scorgerla da lontano.
Invece di ubicarla su un suolo in pendenza, parzialmente sottomesso al piano della predetta piazza, si sarebbe dovuto rialzare il terreno su cui poggia magari collocandola su un podio per renderla visibile a distanza così come succede per tanti fabbricati religiosi molisani, dalla chiesa di S. Leonardo a Campobasso a quella di S. Silvestro a Civitanova alla parrocchiale di Fornelli e così via nei quali tutti si accede con gradinate, le prime due citate a duplice rampa nella terza con un’unica scalinata; le scale, comunque, non soddisfano le esigenze dei portatori di handicap. La chiesa (o chiesetta?) occupa una parcella di terreno adiacente all’hotel Lo Sciatore che è di notevole volumetria per cui la sovrasta percettivamente e, poi, manca di un sagrato, non si vuol dire di una vera e propria piazza che la fronteggi.
Annotazione a latere, la chiesa non è stata dedicata alla Madonna della Neve, come si era pensato all’inizio, in effetti una denominazione un po’ troppo accattivante che sa di richiamo pubblicitario rimandando alla nevosità dell’area, il pregio della località maggiormente apprezzato dai turisti. Il turismo, lo si dice senza intento dissacratorio, deve aver influito nella dedicazione attuale del luogo sacro alla Madonna dell’Assunta la quale la si festeggia il 15 di agosto, proprio nel clou delle vacanze agostane quando a Campitello si fa il pienone di visitatori. In conclusione, se altrove la chiesa, sede o meno della parrocchia, ha la funzione di qualificazione dello spazio urbano, da noi essa sembra rinunziare, posta com’è in un angolo, non beninteso messa all’angolo, al suo compito tradizionale di fulcro dell’insieme residenziale, di polo dell’abitato.
Un attore importante, se non il primattore, primo attore, essendo stato il fautore della nascita di Campitello è stato l’Ente Provinciale per il Turismo guidato dall’avvocato Franco Ciampitti che promosse la formazione del Villaggio Turistico ovvero Villaggio EPT ovvero “villaggio svedese” per la distribuzione rada delle case all’interno del bosco, il bosco è quello di Rote-Trabucco, siamo in specifico nella sezione boschiva Rote. Non si tratta di una lottizzazione perché non vi sono lotti a sé stanti individuati tramite recinzioni che li delimitano, né di una disseminazione spontanea di casette nella superficie boscata come siamo abituati a vedere nelle aree periurbane, il centro di irradiazione sarebbe costituito da Campitello, una sorta di sprawl urbano, né una specie di Zona C della Zonizzazione del Piano Regolatore.
È piuttosto un maxiresort o maxicampeggio con alloggiamenti amovibili, non rimovibili, senza servizi comunque, seppure le unità alloggiative siano di proprietà privata, non gestite in comune, quasi una contraddizione in termini. Sono assenti i giardini annessi alle dimore che per via della superficie boscosa non si sarebbero potuti, ad ogni modo, in nessun modo, fare o altra tipologia di pertinenze esterne alle villette. Negli usuali resort vi sono bungalow in genere in legno, non in muratura, vedi Bosco Faete a Campobasso, i quali sono evidentemente di un solo piano e non due come i villini del Villaggio EPT (se non si conta il piano cantinato); pure in questi ultimi l’edificazione che punteggia la massa boscosa non emerge alla vista non superando l’altezza degli alberi.
Il Villaggio EPT fu concepito antecedentemente alla creazione della stazione di sport alpini rivelandosi, per la distanza dagli impianti di risalita, il soggiornarvi non funzionale alla pratica dello sci, buono per le ferie estive non per quelle invernali. Per tranquillizzare: i fabbricati unifamiliari sono ammessi solo dentro il perimetro di tale Villaggio e non altrove. Un soggetto significativo, è il terzo di quelli che abbiamo finora individuato, è costituito dagli albergatori. È poco sviluppata l’industria alberghiera a Campitello per l’enorme quantità di appartamenti privati proposti sul mercato dell’affitto, stagionale o per corti periodi, cosa che ha scoraggiato l’incremento dell’offerta alberghiera; di certo, per una famiglia è meno oneroso alloggiare in un mono-bi-tricamere che in stanze di un hotel.
Le case “a noleggio a breve termine” di proprietà sono un concorrente forte per il comparto dell’hotelleria. A Campitello non vi sono casi in cui i quartini presenti nei residence siano stati convertiti in bed and breakfast o in pensioni familiari per fornire ospitalità ai forestieri. In conclusione, il fenomeno dell’investimento nel mattone è stato rilevantissimo negli anni ‘70/’80 e la pulsione per la seconda casa, tanto in montagna quanto al mare, il mito piccolo borghese, ha pervaso molti per cui nella nostra località vi è una eccedenza di posti letto che, peraltro, ha portato al deprezzamento del costruito determinato anche da un’oggettiva diminuzione della domanda turistica.
(Foto: F. Morgillo – Campitello innevata))
di Francesco Manfredi-Selvaggi
11 Febbraio 2025