• 02/20/2019

Il futuro del Molise passa per la sua Università

Alcuni docenti dell’Università del Molise hanno reso pubblica una bozza di lavoro programmatica per l’Università del Molise, contenente numerosi spunti qualificanti

di Redazione de Il Bene Comune

20 febbraio 2019

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Raffaele Coppola, Enzo Di Nuoscio, Lucio Francario, Marco Marchetti e Giovanni Musci, docenti dell’Università del Molise, di recente, hanno reso pubblica una bozza di lavoro programmatica  (CLICCA QUI PER LEGGERLA) per l’Università del Molise, contenente numerosi spunti qualificanti. Il Bene Comune, di concerto con la rete che collabora al suo progetto culturale e con alcuni rappresentanti dei corpi intermedi della comunità molisana, ha elaborato la seguente nota di commento.

L’Università del Molise, in piena autonomia, è impegnata ad eleggere il suo nuovo Rettore, che succederà nella prossima primavera al Prof. Gian Maria Palmieri. Il ruolo e la qualità dell’offerta formativa dell’Università, comunque, hanno un valore che va al di là dell’ambito accademico e riguardano l’intera società regionale, la sua attuale, difficile condizione e il suo futuro. E’ legittimo, dunque, anzi opportuno, che senza toccare in alcun modo la sua indipendenza, si sottolineino l’esigenza di una incisiva e qualificata offerta formativa di livello superiore e gli impulsi e le ricadute che potrebbero derivarne per la compagine molisana, soprattutto nella lunga e faticosa transizione che sta attraversando. Per la nostra regione, infatti, si è chiusa l’onda lunga e contraddittoria della sua modernizzazione centrata sui finanziamenti provenienti dai centri di spesa nazionali e comunitari. L’universo globalizzato nel quale ci troviamo ha rivoluzionato il suo assetto, rendendo più fragili e incerte le protezioni e le sicurezze che hanno accompagnato il suo processo di sviluppo.

La globalizzazione però offre anche una serie di opportunità che come Molisani possiamo cogliere, a patto che riusciamo a diventare una “comunità competente”, capace di interpretare con rigore e realismo la presente condizione e di valorizzare con perizia e lucidità le sue vocazioni maggiormente conclamate, quelle territoriali e storico-culturali, di cui spesso si parla, ma anche quelle antropologiche che invece vengono trascurate e talvolta ignorate. Per un progetto inedito e innovativo un’università altrettanto dinamica e innovativa, sempre più solida sul piano didattico e incisiva su quello della ricerca, è una condizione essenziale, l’aria nuova che è necessario respirare. L’Università, infatti, rappresenta l’ambito più qualificato nel quale una tale prospettiva possa delinearsi e prendere vita, in dialogo costante con le rappresentanze istituzionali e con corpi intermedi della nostra comunità. In mancanza di questo rapporto dialettico e fecondo col tessuto comunitario, anche la missione statutaria dell’Università è destinata a ridimensionarsi e a regredire.

In questa ottica, il Manifesto programmatico per l’Università degli studi del Molise, a firma dei docenti Raffaele Coppola, Enzo Di Nuoscio, Lucio Francario, Marco Marchetti e Gianni Musci, offre certamente una base di confronto e di approfondimento dalla quale partire per una più ampia riflessione. E’ la prima volta che dall’Ateneo regionale si propone un dibattito allargato all’intero corpo sociale riguardante il suo ruolo e la sua funzione. Per una realtà esposta e dall’incerto futuro, come la nostra, è un’occasione da cogliere soprattutto in tempi di cosiddetto regionalismo differenziato, che rompe di fatto l’assetto unitario e solidaristico dello Stato e favorisce le regioni più ricche e meglio attrezzate. Questo processo ha già avuto gravi ripercussioni sui trasferimenti statali sperequati che hanno svantaggiato la nostra Università, la nostra regione e l’intero Mezzogiorno. Non possiamo non confrontarci con questi processi profondi e destabilizzanti, affermando una nuova etica della responsabilità individuale e comunitaria e costruendo una visione dinamica e aggiornata del nostro futuro. Per farlo abbiamo bisogno del patrimonio di formazione, ricerca e innovazione che la nostra Università può mettere in campo e che deve coltivare ed arricchire in totale autonomia, ma anche con determinazione, continuità e spirito innovativo.

Campobasso, 12 febbraio 2019

1. Antonio Ruggieri, giornalista, direttore de “il Bene Comune”

2. Gino Massullo, storico, direttore di “Glocale”

3. Norberto Lombarti, storico dell’emigrazione

4. Vincenzo Lombardi, direttore degli Archivi di Stato di Campobasso e Isernia

5. Giuseppe Di Pietro, presidente dell’Assostampa del Molise

6. Domenico Calleo, presidente di Confcooperative Molise

7. Isabella Astorri, presidente della Società per la Ptrotezione dei Beni Culturali del Molise

8. Antonietta Caccia, presidente del Circolo della zampogna di Scapoli

9. Leo Terzano, presidente dell’ISDE Molise

10. Gennaro Barone, presidente  dell’ISDE provinciale di Campobasso

11. Franco Spina

12. Carmine Mastropaolo, segretario della Uil trasporti del Molise

13. Emilio Natarelli, architetto

14. Giuseppe Tabasso, giornalista

15. Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice

16. Nicola Marrone, sindaco di Castelbottaccio

17. Paolo Manuele, sindaco di Civitacampomarano

18. Ermanno D’Andrea, imprenditore

19. Donato Campolieti, direttore della Confederazione Italiana Agricoltori del Molise

20. Stefano Sabelli, direttore artistico del Teatro del Loto

21. Diego Florio, attore

22. Gianni Spallone, ispanista, già docente universitario

23. Gianni Notaro, segretario della Cisl di Abruzzo e Molise

24. Mario Serra, artista

25. Paolo Di Lella, giornalista

26. Giovanni Germano, presidente dell’Associazione “La terra” di Duronia

27. Iolanda Palazzo, referente aziendale CISL FSUR Molise

28. Tonino Colozza, presidente Società servizi fiscali CISL Abruzzo e Molise

29. Maria Pallotta, segretaria interregionale CISL Abruzzo e Molise

30. Marcella Stumpo, presidente Fondazione Lorenzo Milani Onlus

di Redazione de Il Bene Comune

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