Il Malocchio
I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre
di Vincenzo Colledanchise
17 ottobre 2018
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Il malocchio era l’azione malefica per eccellenza. Si manifestava con acuti dolori di testa. Anche un complimento, non accompagnato dalla formula “Dio ti benedica”, poteva causare un malocchio. I rimedi più usati erano l’utilizzo dell’acqua e dell’olio.
Si facevano cadere in un piatto pieno d’acqua delle gocce di olio e se queste si allargavano era in atto il malocchio. Il formulario delle preghiere poteva essere vario. Dalla lettura di carte d’archivio della Cattedrale di Campobasso è possibile conoscerne alcune:
“Io, Angelica Lombardo vedova d’anni quaranta denuncio, e dichiaro con giuramento, come da molti, e molti anni in tempo che viveva il mio marito mi imparò un secreto su incanto contro il mal d’occhi, con le parole che seguono:
“Si e’ stat zitella iettala per terra, se è stata vedova iettala per la selva, se è stata maritata iettala per la casa”, e così dicendo con strisciare le dita agli occhi, con dire anche sette Pater, et Ave, e sette Gloria Patri, ad honore della Santissima Trinità, “senza spiegar altro passa il male d’occhi”…
(Archivio Cattedrale di Campobasso – Documento citato)
di Vincenzo Colledanchise