• 01/31/2025

Il mio amico (ex) sindaco Giancarlo e Giorgia Meloni

Cosa avranno in comune Giancarlo e Giorgia Meloni? Dal punto di vista personale credo niente, non credo si conoscano, dal punto di vista della carica politica qualcosa

di Franco di Biase (da primonumero.it)

31 Gennaio 2025

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Giancarlo fu eletto sindaco di un paese molisano di circa cinquecento anime, senza contare i residenti di ritorno, quelli che ad agosto tornano in Molise per ossigenarsi dall’inquinamento cittadino. Giancarlo chiuse il suo primo mandato e per ragioni personali, di lavoro, non si ripresentò alle elezioni. Nel corso del suo primo mandato mi confidò che riceveva esposti e querele ad ogni passo che faceva. La cosa poco lo intrigava visto che sapeva come muoversi e come lavorare. Grazie alle sue capacità amministrative, ma anche personali, concluse la sua “vita politica” senza alcun danno né economico ma nemmeno di immagine.

Questo mi è tornato alla mente, parte amministrativa accaduta circa quaranta anni fa, l’altra sera quando appresi la notizia dell’esposto di un cittadino contro Giorgia Meloni, come Presidente del Consiglio, ed altri esponenti del Governo per la “rimpatriata” del generale Almasri in Libia. A tutti noi, semplici e poveri italiani che seguono politica e telegiornali, poco è piaciuta la repentina liberazione del generale ricercato su mandato emesso dalla Corte Penale Internazionale. Giusto per capirci la Corte Penale Internazionale fu creata all’indomani della seconda guerra mondiale per ricercare, arrestare e condannare i gerarchi nazisti responsabili dello sterminio degli ebrei.

Su iniziativa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, negli anni Ottanta, in un contesto internazionale nuovo, riprese l’attività di riflessione e di elaborazione e dopo l’esperienza dei due tribunali speciali degli anni Novanta per il Rwanda e l’ex Jugoslavia. Una gran bella responsabilità.

Quindi una Corte costituita per difendere gli abitanti del globo terracqueo emette un mandato di cattura per un generale libico per delle “marachelle” fatte dal generale in terra libica. “Marachelle” di basso livello o di alto livello? Mah se per violenza carnale, tortura e magari anche omicidio parliamo di basso livello…

In questo periodo abbiamo una crescita esponenziale della presenza dei politici nelle aule di giustizia. La partabandiera è senza dubbio la ministra Santanchè che sostiene a spada tratta di non essere colpevole di tutto quello che le attribuiscono. Saranno solo i giudici a fare chiarezza, i nostri codici prevedono l’innocenza sino al terzo grado di giudizio, la Cassazione.

Dopo aver parlato del mio amico Giancarlo, voglio ricordare il Senatore Antonio di Pietro che da ministro dei Lavori pubblici fu inquisito presso il Tribunale di Monza. Di Pietro ritenne giusto dimettersi da Ministro per chiarezza di comportamento. Politicamente non sono mai stato molto in accordo con Di Pietro, ma quella volta lo ammirai per la sua trasparenza.

Un politico deve essere trasparente nel rispetto di chi lo ha votato e lo ha fatto eleggere. Quindi se tanto mi dà tanto potrebbero essere gradite le dimissioni della ministra Santanchè per trasparenza amministrativa. Per la Presidente Meloni aspettiamo cosa decidono i giudici, se opteranno per il rinvio a giudizio o meno. Per adesso come atto dovuto ha ricevuto l’avviso di essere indagata.

Sembra sia atto dovuto in quanto l’esposto che lo ha generato è stato nominativo e non contro ignoti. Tutto il resto, ora, è politica. Dovranno essere i destinatari che hanno ricevuto l’avviso in seguito all’esposto per il rilascio del generale Almasri, rilascio dopo un mandato di cattura emesso da una Corte Internazionale. Tutti stiamo pensando che possa essere arrivata un “pizzino” dalla Libia con il quale ci richiedevano il generale Almasri prima di tutto perché tifoso juventino e poi per evitare che, “improvvisamente”, i moli dei porti libici si potessero trasformare in un enorme, ma anche di più, imbarco per i migranti volenterosi di sbarcare in terra italiana per poi dirigersi verso tutta l’Europa.

Ma se così fosse perché non dirlo apertamente? Per paura che la “politica” che ha deciso di liberare il generale non possa ammettere di aver ricevuto pressioni dalla Libia? Meglio agire sottobanco che essere chiari nei confronti di chi li ha votati? In Italia nessuno ha pronunciato parola sulla liberazione di Cecilia Sala con il cambio dell’ingegnere iraniano perché siamo uomini e donne di mondo e sappiamo come ci si comporta.

Quindi per chiudere e capire il perché dell’unione tra il mio amico Giancarlo e la presidente Meloni, quando si ricoprono cariche si è esposti anche al libero giudizio degli altri. Esiste la magistratura per la presidente Meloni, così come fu per il mio amico deciderà se sbaglio, errore o dolo ci sia o meno stato. Inutile inviare strali contro tutto e tutti, se si ha la coscienza a posto. Con affetto e stima, ma solo nei confronti di belle persone, statevi arrivederci

di Franco di Biase (da primonumero.it)

31 Gennaio 2025

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