• 03/04/2021

Il Molise che non riesce a camminare

L’idea di una Rivoluzione Culturale che miri ad un cambio di mentalità

di Giovanni Germano

5 marzo 2021

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“Cammina, Molise! chè la strada è lunga”, questa la frase imperativa inserita nella nuvoletta della caricatura, che raffigurava un malridotto ed accasciato Molise mentre era impegnato a guardare smarrito un impervio itinerario su di una tabella. Era la caricatura da me disegnata per il primo manifesto del “cammina, Molise!” nel lontano 1995; la stessa caricatura è stata per anni (e lo è ancora adesso insieme a quello nuovo bellissimo e coloratissimo, disegnato da Giovanni Ruggeri) il logo della manifestazione. Niente di più profetico. Sono passati ben 27 anni, ma il Molise ancora non riesce a muoversi, ancora non riesce ad alzarsi e mettersi a camminare.

La situazione drammatica in questi giorni, in piena pandemia, rende il re ancora più nudo.

Che fare? Cosa fare di più per stimolare i muscoli e i nervi nelle gambe, il senno nella testa e la passione nel cuore?

Sono sempre più convinto che il Molise non si muove e quindi non cammina, perché non sa che strada prendere o, meglio, perché sa che la strada da prendere porta dritta agli interessi del bene comune. 

Scomparsa la civiltà contadina, fallite miseramente le aspirazioni industriali, entrato drasticamente in crisi l’impiego pubblico, che per decenni ha foraggiato il 60% delle famiglie molisane, nessuna altra via è stata immaginata e quindi percorsa per tentare di rivitalizzare economia, cultura, socialità e demografia della nostra marginale e piccola regione.

Una grossa responsabilità delle istituzioni politiche ed economiche locali, che, seppure in qualche modo giustificata dalle crisi di sistema nazionali ed internazionali, ha prodotto una situazione di arretramento produttivo, una assuefazione intellettuale ed un abbandono del territorio che non hanno precedenti nella pur breve storia del Molise.

Se qualcosa ho capito in questi due decenni, da camminatore, portando i piedi, da un paese all’altro, in tutti i 136 comuni molisani, e da architetto, volgendo lo sguardo del professionista sui centri storici e sul territorio, è che la vera ricchezza del Molise me la son ritrovata proprio sotto i miei piedi e davanti ai miei occhi. La vera ricchezza del Molise è costituita dal patrimonio storico, archeologico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi paesi e del territorio delle aree interne. 

Dal basso, come l’A.C. La Terra, che ho l’onore di presiedere, così tante altre Associazioni presenti sul territorio, le Pro Loco, tanti Sindaci, in particolare quelli che resistono caparbiamente dentro le trincee dei loro paesi, e tante singole energie preziose ed appassionate hanno capito da tempo che le aree interne, con le loro ricchezze, possono rappresentare il fulcro di una possibile ripresa dell’intera Regione.

Financo il governo nazionale, negli ultimi anni, ha dato delle dritte, proclamando il 2016 “Anno dei Cammini”, il 2017 “Anno dei Borghi” e il 2018 “Anno del cibo italiano nel mondo”. E’ incredibile, ma sembra proprio che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo abbia sintetizzato nelle Direttive del triennio 2016-2018 tutta l’esperienza ultraventennale di “cammina, Molise!”. 

Allora cosa aspettano le nostre istituzioni, in particolare quelle politiche ed economiche, a formulare un serio piano di sviluppo per le aree interne?

Io, la mia Associazione, i nostri collaboratori e le tante Associazioni di base con cui si lavora in sinergia siamo pronti e da tempo a dare il nostro contributo, come testimoniano le tante iniziative nate ed attive sul territorio.

Queste iniziative documentano una vitalità che, fuori regione, molti ci invidiano. Qui in Molise, invece, non si riesce ad interloquire concretamente, a “quagliare” con le istituzioni. 

Ecco quel che è accaduto alla nostra Associazione, che ha portato migliaia di marciatori, dall’Italia e dall’estero, a conoscere i nostri paesi ed i loro territori dal 1995, anno dopo anno, passo dopo passo: 

abbiamo chiesto una legge sulla sentieristica, niente; 

abbiamo chiesto leggi che incentivassero questo tipo di attività, niente; 

abbiamo stimolato il turismo di ritorno con 5 edizioni di “cammina, Molise! in Argentina”, dalla Regione nemmeno una targa di ringraziamento;

abbiamo chiesto, con un progetto articolato, che il Molise diventasse Terra di Cammini, ci hanno riso in faccia. 

Tanti in Molise hanno fatto tanto! Il Molise è pieno, ripeto, di belle energie. Le istituzioni politiche ed economiche regionali non hanno mai voluto mettere in sinergia queste energie e metterle a disposizione per un serio piano di sviluppo della regione. 

È giunta l’ora di una Rivoluzione Culturale che miri ad un cambio di mentalità di tanta gente, ancora intrappolata in una staticità imposta da decenni di pratiche clientelari. Questa Rivoluzione, a mio parere, già è in atto, lo dimostrano le tante iniziative d’eccellenza a cui accennavo prima. 

È arrivato il momento, non abbandonando il lavoro fatto, di incentivare azioni ed iniziative dimostrative capaci di sensibilizzare a livello locale e di informare a livello nazionale, prima che la natura si riprenda tutto distruggendo la storia e i sacrifici di intere generazioni. 

Si potrebbe, ad esempio, pensare ad organizzare una camminata, a Covid debellato, con obiettivi ben individuati e realizzabili, che parta da uno dei nostri più piccoli paesi e, montando giorno dopo giorno, per 2/3 settimane, arrivi, dopo aver attraversato decine di comuni, fino a Campobasso sotto i palazzi istituzionali portando migliaia di persone! 

È un sogno il mio? É da molto che ci penso.

di Giovanni Germano

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